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Notiziario Marketpress di Giovedì 10 Marzo 2005
 
   
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  PIÙ FONDI PER LA PROMOZIONE E LO SVILUPPO DELL'AGRICOLTURA BIOLOGICA  
   
  La Plenaria si pronuncerà su una relazione d'iniziativa di Marie-hélène Aubert (Verdi/ale, Fr), adottata pressoché all'unanimità dalla commissione per l'agricoltura del Parlamento, in merito al Piano d'azione europeo per l'agricoltura e gli alimenti biologici, presentato dall'Esecutivo nel giugno 2004. I deputati, pur accogliendo con favore diversi aspetti del Piano, chiedono che al settore siano destinati finanziamenti adeguati e maggiore attenzione nel quadro della politica a favore dello sviluppo rurale e delle ricerca. Le azioni di informazione e promozione vanno poi rafforzate, così come andrebbero completati e integrati taluni strumenti legislativi e programmi. Riguardo alla coesistenza tra le produzioni biologiche e gli Ogm, per i deputati dev'essere chiaro che la responsabilità finanziaria di eventuali contaminazioni non deve ricadere sull'intero settore agricolo. Infine, è poi chiesta una migliore circolazione delle informazioni tra gli Stati membri riguardo ai casi di frode. Sviluppo del mercato degli alimenti biologici e messa a punto delle norme I deputati, accogliendo favorevolmente l'approccio basato sulla domanda scelto dalla Commissione per promuovere l'agricoltura biologica e ritenendo utili le azioni di informazione e di promozione, sostengono un aumento della relativa linea di bilancio per il 2006. La promozione di detti prodotti, inoltre, dovrebbe essere rafforzata nel quadro dei corrispondenti programmi comunitari, nell'Unione europea e al di fuori di essa. Nelle azioni di promozione previste all'Azione 1, inoltre, i piccoli produttori e le Pmi attive nel settore alimentare dovrebbero essere favoriti, tanto più se partecipano ad iniziative regionali multipartenariali. A loro parere, la Commissione dovrebbe basare le proprie azioni di promozione su analisi del mercato e delle conseguenze per i prodotti biologici del processo di concentrazione del commercio, «con un'attenzione particolare alla grande distribuzione». Le azioni di informazione dei consumatori, segnatamente dei bambini e dei giovani, dovrebbero essere intensificate e combinate con programmi di aggiornamento sul valore ambientale e alimentare dei prodotti biologici. Le mense degli istituti scolastici sono, secondo i deputati, un obiettivo da privilegiare. La commissione per l'agricoltura si compiace poi dell'intenzione dell'Esecutivo di armonizzare ulteriormente le norme europee relative ai prodotti e alla produzione biologici, e ritiene che gli standard nazionali più elevati di taluni Stati membri «non debbano impedire ai prodotti biologici provenienti da altri Stati membri di essere commercializzati liberamente come prodotti biologici certificati in tali Stati membri». Inoltre, ritiene che occorra armonizzare meglio i capitolati d'oneri, segnatamente nel settore della produzione animale, mentre nella sua proposta relativa all'elaborazione di piani d'azione a livello nazionale, regionale o locale negli Stati membri, la Commissione dovrebbe includere la promozione della produzione di sementi biologiche e la promozione dei vivai destinati alla produzione di piante adatte all'agricoltura biologica. Aiuto pubblico a favore dell'agricoltura biologica I deputati ritengono essenziale che le azioni e gli aiuti previsti nel quadro del regolamento sullo sviluppo rurale siano più chiaramente definiti per quanto riguarda la produzione biologica «al fine di promuovere questo modo di produzione in tutti gli Stati membri». Pur insistendo sulla necessità di promuovere l'aiuto pubblico all'agricoltura biologica e alle industrie collegate, «promuovendo la creazione di sistemi di qualità», essi ritengono opportuno controllare che un'introduzione privilegiata dell'agricoltura biologica non provochi uno squilibrio dell'offerta di prodotti biologici o distorsioni della concorrenza. Inoltre, secondo i deputati, le norme igieniche e sanitarie applicabili alle Pmi di trasformazione, in particolare nel settore lattiero e in quello delle carni, devono essere precisate nel quadro del regime derogatorio previsto per gli stabilimenti di trasformazione. Il Piano d'azione, d'altra parte, dovrebbe indicare chiaramente l'apporto dell'agricoltura biologica in settori come la direttiva Nitrati, Natura 2000, la politica nel settore idrico, la promozione della biodiversità nonché il suo contributo in materia di occupazione. Ricerca Nel programma quadro di ricerca europeo, i deputati ritengono che debbano essere riconosciuta prioritaria la questione della coesistenza tra i prodotti biologici, le colture convenzionali e gli organismi geneticamente modificati (Ogm), «analogamente alla valutazione dell'impatto delle tecnologie che presentano rischi per questa produzione». Nel deplorare poi che il Piano d'azione europeo presentato non contenga alcuna azione concreta di promozione della ricerca, la relazione invita la Commissione ad approfondire la definizione di tali strumenti promuovendo l'elaborazione di studi, analisi e statistiche specifici sui vari aspetti dell'agricoltura biologica. In particolare, vanno sviluppati gli studi relativi alla produzione di alimenti per l'allevamento biologico e integrate le nuove tecnologie per lo sviluppo dell'agricoltura biologica. Norme e controlli Essi, inoltre, ritengono che nel Piano d'azione, «la questione degli Ogm non possa essere affrontata ricorrendo esclusivamente allo strumento del livello delle soglie», pertanto la Commissione dovrebbe indicare cosa intende fare in materia di coesistenza tra colture transgeniche e colture biologiche. A tale proposito, peraltro, essi avvertono che deve essere chiaro che, in caso di contaminazione anche accidentale, «la responsabilità finanziaria spetta esclusivamente alle persone che commercializzano illegalmente Ogm e non a tutto il settore agricolo». Inoltre, insistono affinché, in materia di Ogm, sia ai prodotti comunitari che a quelli importati siano applicabili le stesse norme. I deputati, poi, si chiedono se sia pertinente l'azione 17 prevista nel Piano d'azione comunitario intesa a trasferire ad un'organizzazione internazionale indipendente il sistema di accreditamento degli organismi di controllo. Inoltre, propongono che le sentenze relative a frodi concernenti la qualità biologica di un prodotto o di una produzione siano disponibili in tutta l'Unione europea allo scopo di impedire che una persona condannata per frode trovi un nuovo organismo certificatore e recuperi la certificazione, o che passi da uno Stato membro ad un altro per riprendere il suo commercio fraudolento, o anche che gli operatori della filiera ignorino il suo passato di frodatore. La definizione di agricoltura biologica, insistono i deputati, deve riferirsi non solo al modo di produzione, ma anche ad un insieme di pratiche agricole che assicurano il rispetto dell'ambiente e della biodiversità, e che permettono la produzione di generi alimentari sani e di qualità e questa definizione dovrebbe prevalere anche in ambito internazionale. La relazione, infine, pur compiacendosi dell'applicazione di norme più avanzate in materia di benessere degli animali, sottolinea che essa andrebbe affiancata da un sostegno agli investimenti, in quanto spesso può rendere necessari costosi lavori di trasformazione o di costruzione. Inoltre, si rammarica che la Commissione non presenti misure finanziarie concrete relative all'organizzazione delle filiere e chiede quindi che sia fornito un sostegno nel quadro della strutturazione della produzione, della trasformazione e dell'immissione sul mercato. Insistendo, quindi, sul fatto che l'agricoltura biologica europea ha bisogno di un deciso supporto per la commercializzazione e la distribuzione dei suoi prodotti, la Commissione è invitata a presentare proposte più concrete in materia. Il Piano d'azione della Commissione Il Piano d'azione adottato dalla Commissione prevede 21 azioni che si articolano intorno a tre priorità: uno sviluppo del mercato dei prodotti alimentari biologici basato sull'informazione e su una maggiore sensibilizzazione dei consumatori, una maggiore efficacia dell'aiuto pubblico a favore dell'agricoltura biologica, un miglioramento e un rafforzamento delle norme comunitarie applicabili all'agricoltura biologica e delle esigenze concernenti l'importazione e il controllo. L'agricoltura biologica in Italia e nel mondo Con poco più di un milione di ettari, l’Italia è uno dei paesi più biologici nel mondo in termini di superfici coltivate, ma sale in testa alla classifica se queste aree sono calcolate in proporzione alla superficie coltivata totale. La superficie biologica italiana, infatti, rappresenta il 6,9% delle superficie total coltivate nel nostro Paese. Tale risultato è ancora più significativo se si tiene conto che i paesi che precedono l'Italia sono l'Australia (le cui superfici bio rappresentano il 2,5% della sua superficie coltivata complessiva) e l'Argentina (1,7%), che hanno la disponibilità di terreni coltivati decisamente più grande di quella nazionale. Dietro al nostro Paese, figurano gli Usa e il Brasile. Nel mondo sono quasi 560.000 le imprese che utilizzano il metodo biologico rispetto alle quasi 45.000 presenti in Italia, mentre la superficie coltivata è pari a 26,5 milioni di ettari. Secondo il Rapporto Ifoam, l’agricoltura biologica, praticata da 110 Paesi, evidenzia una progressiva crescita in termini di superficie coltivata e di numero di imprese interessate, con Paesi particolarmente dinamici nel continente asiatico (Cina, India, Indonesia e Giappone) e in quello africano. Dal punto di vista dei consumi, si stima siano cresciuti del 7-9% per raggiungere i 25 miliardi di dollari a livello mondiale, con Europa e Stati Uniti che rappresentano il principale mercato di sbocco.  
     
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