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Notiziario Marketpress di Giovedì 10 Marzo 2005
 
   
  Pagina4  
  PER UN “MANIFESTO PER LA CULTURA”: LETTERA APERTA DEL PRESIDENTE REGIONALE DELL’ARCI DI PUGLIA  
   
  Bari 10 marzo 2005 - “Domenica 13 marzo c’è un debito da onorare. Con dei musicisti pugliesi che hanno scelto di presentare il Manifesto per la cultura dell’Arci. Con le migliaia di persone che il 20 giugno sono accorse per ascoltare un concerto - evento. Con Tom Benetollo che quel giorno ci ha lasciato. Quella sera il dolore fu superiore alla richiesta di suonare comunque per onorare l’impegno o la memoria, fu superiore al dovere di accogliere quella moltitudine di persone che, tuttavia, ci strinse in uno straordinario abbraccio mentre comunicavamo che il concerto era rinviato “a data da destinarsi”. Quella data è giunta. Domenica prossima (13 marzo ore 20.30 presso il circolo Arci Agorà, Via Giannone 16/b (Trav.sa via Amendola) sarà fatto questo straordinario concerto che ha il merito di mettere insieme alcuni fra i migliori artisti e musicisti pugliesi: Addosso agli scalini, Chiaroscuro, Terrae, Nico Girasole e Ariele Artisti Associati, Anna Garofalo, Iazzoproject, Sud Controcanto, Pippo onemanband. Il “Manifesto per la cultura” (per una cultura presidio del territorio e della coesione sociale) è un documento scritto dall’Arci, frutto della larga partecipazione dei suoi circoli, degli incontri con artisti e amministratori. È il raccolto di una lunga semina, frutto di scambi culturali, di iniziative realizzate nelle circa 6000 basi associative come nelle piazze e nelle strade. C’è un’idea di cultura aperta, di spazi da restituire alla musica ed all’arte, di città colorate e di suoni che non vogliono più essere nascosti. I costi della cultura - spesso insostenibili - impediscono una fruizione ampia delle produzioni locali, in un Paese come il nostro in cui la legge sul teatro risale al 1930 e ancora manca la legge sulla musica. Gli artisti che hanno aderito alla nostra proposta si fanno portavoce di un malessere diffuso. C’è un muro che impedisce di vedere quanto la cultura sia fattore di crescita per il territorio, quanto sia elemento di coesione sociale, di inclusione. Investire sulla cultura, programmare la cultura, significa ancorare le produzioni artistiche ad un progetto, anche in tempi duri come questi in cui i Comuni ad esempio sono costretti a tagliare gli investimenti per le scelte oscurantiste di chi ci governa e ci vuole convincere che la cultura sia quella delle sue televisioni. Il manifesto mette al centro della sua analisi i deboli, i cittadini più importanti per noi. Non si può leggere a compartimenti stagni una città, volerla sicura, senza collegare diritti culturali e giustizia sociale. Non vi è città senza periferie, non vi è città “da amare se non tutta intera”. Proviamo a portare l’arte nei luoghi dimenticati, trasformando la cultura in una dimensione collettiva Il manifesto per la cultura è stato sottoscritto da decine di amministratori locali con cui ora si deve aprire un dialogo, così come si rafforzare la rete di chi produce cultura, non è più tempo di divisioni per ottenere le briciole o partecipare a bandi al ribasso: “i diritti culturali vanno inseriti nel welfare municipale” per far crescere una comunità intera. Ci proveremo anche con il Manifesto della cultura, il 13 marzo, suoni e parole di pace in tempi di guerra.”  
     
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