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Notiziario Marketpress di Giovedì 10 Marzo 2005
 
   
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  APOFRUIT ITALIA “ACCORCIA” LA FILIERA  
   
  Al via il Progetto “Ortofrutta Trasparente”: confezioni da 3/7 kg dei principali prodotti italiani di stagione, con la “carta d’identità”, ad un prezzo conveniente per il consumatore e remunerativo per il produttore – Numero verde e sito internet per conoscere prodotti, prezzi e dove acquistarli – In evidenza i costi della filiera. Convenienza per il consumatore, prezzo “accettabile” per il produttore, promozione dei prodotti stagionali, valorizzazione della produzione italiana: questi gli elementi cardine dell’operazione Ortofrutta Trasparente, promossa da Apofruit Italia con il supporto di Anca Legacoop e Agci. Il tutto rendendo chiaro il processo di formazione del prezzo e la struttura dei costi all’interno della filiera. “Questo progetto non vuole essere un tentativo di stravolgere la distribuzione –ha sostenuto Renzo Piraccini, Direttore Generale di Apofruit Italia, presentando a Bologna l’iniziativa- quanto piuttosto una proposta alla Gdo e una risposta concreta alle esigenze del consumatore di poter acquistare frutta e verdura di stagione a prezzi convenienti e, contemporaneamente, una garanzia di reddito al produttore, riconoscendo che ogni fase della filiera deve avere la giusta remunerazione”. “Vogliamo portare avanti iniziative concrete per sostenere i nostri agricoltori – gli ha fatto eco Enzo Treossi, Presidente di Apofruit Italia- e rilanciare il ruolo del produttore, che rappresenta il vero anello debole della filiera ortofrutticola. I nostri soci si aspettano da noi delle proposte per superare la difficile situazione che sta vivendo l’ortofrutticoltura italiana”. Da un paio di anni si è aperta una polemica sui prezzi dei prodotti agricoli che ha assunto toni difficilmente tollerabili in quanto si è colpevolizzata soprattutto l’ortofrutta. Con un solo effetto certo: il consumatore è disorientato e diminuisce i consumi (le famiglie italiane dal 2001 al 2004 hanno acquistato oltre un milione di tonnellate di ortofrutta in meno: da 9,3 a 8,2 milioni di tons, -11,2%). Gli stessi produttori, tirando le somme di un’annata difficile come il 2004 (prezzi pagati alla produzione molto al di sotto dei costi) notano con frustrazione il divario fra quanto ricevono e quanto (in più) paga il consumatore. L’ortofrutta richiede servizi. La distribuzione dell’ortofrutta al dettaglio è costosa, a causa dell’alta deperibilità e dei costi connessi al servizio. Per arrivare al consumatore un chilogrammo di mele deve essere raccolto, trasportato, conservato in frigorifero, calibrato, confezionato in unità consumatore, essere messo in un sovraimballo, trasportato al centro di distribuzione, disposto nei banchi del supermercato. Ognuna di queste operazioni ha dei costi anche se il prodotto non si modifica e “apparentemente” rimane uguale. Nell’attuale situazione di recessione economica, la sensibilità al prezzo è fortemente aumentata. “E c’è chi punta sul prezzo – ha sottolineato Guido Tampieri, Assessore all’Agricoltura dell’Emilia Romagna intervenendo alla presentazione del Progetto di Apofruit- mentre altri si pongono l’obiettivo di elevare la qualità. Sono due strade. Dobbiamo fare in modo che il consumatore possa scegliere in tutta libertà. E questa di Apofruit diventerà una pietra miliare, perché tutti possono vedere prezzi e costi evidenziando le giuste aggiunte di valore in ogni fase e consentendo di evidenziare anche chi non aggiunge niente”. Il progetto “Ortofrutta Trasparente”. Il progetto “Ortofrutta Trasparente” si propone di rendere trasparente la filiera di alcuni importanti prodotti ortofrutticoli; mettere a disposizione dei consumatori, in maniera continuativa, un prodotto a prezzi contenuti; valorizzare la produzione italiana; recuperare il concetto di stagionalità in ortofrutta e proporre alla distribuzione una partnership effettiva. Il progetto viene proposto, in una prima fase in Emilia Romagna, a tutta la distribuzione, principalmente alla Gdo, ma interesserà anche la distribuzione tradizionale. Se l’iniziativa avrà successo verrà allargata a livello nazionale e ad altre cooperative di produzione. Una ipotesi su cui ha concordato favorevolmente Sergio Nasi di Anca Legacoop. Verranno usati i principali e meno deperibili prodotti di stagione (mele, pere, arance uva, pesche, susine kiwi, patate), tutti di origine italiana, provenienti dalle aree più vocate in cui il Gruppo Apofruit ha propri stabilimenti, saranno in confezioni da 3-7 kg, a peso garantito, con l’obiettivo di fornire al minor costo possibile una buona qualità. La prima offerta riguarda kiwi, arance tarocco e patate Bologna. Il kiwi in cassettina da 3 kg costerà al consumatore 1,00 Euro al kg. Tale prezzo è stato formato da 0,30 Euro pagati al produttore, 0,24 imballo e lavorazione, 0,24 trasporto, 0,08 Euro al cento distribuzione/grossista, alla gestione della vendita vanno 0,20, Iva al 4% 0,04 e costi generali 0,10 Euro. Le arance in cassette da 7 kg costano 1,00 Euro/kg al consumatore, un prezzo che è determinato da 0,30 Euro per il produttore, Iva 0,04 Euro, gestione della vendita 0,20, centro distribuzione/grossista 0,08, trasporto 0,10, imballo e lavorazione 0,20 e costi generali 0,08 Euro. Per la patata Bologna il consumatore pagherà 0,70 Euro al chilo e sarà commercializzata in sacchi da 5 kg (0,25 Euro al produttore, 0,03 per Iva ll 4%, 0,14 Euro gestione vendita, 0,06 centro distribuzione/grossista, 0,04 trasporto, 0,11 imballo e lavorazione, 0,07 Euro costi generali). In ogni confezione ci sarà la “carta d’identità del produttore”, con le caratteristiche di quel prodotto, i metodi di coltivazione e la foto e l’indirizzo del produttore. Apofruit garantirà uno standard qualitativo adeguato, oltre ad assemblare, controllare e trasportare il prodotto al punto vendita o al centro di distribuzione. Le offerte avranno una durata quindicinale. Il sito internet ( www.Ortofruttatrasparente.it ) e il numero verde (800-625121) serviranno a far conoscere i prodotti offerti, il prezzo al consumo, la struttura dei costi fino al produttore e i punti vendita. Il progetto prevede un “Comitato di garanti”, presieduto da Domenico Regazzi Preside della Facoltà di Agraria dell’Università di Bologna) e allargato alle Organizzazioni Professionali Agricole e dei Consumatori. Apofruit Italia significa: 4.500 produttori associati, 8 stabilimenti di produzione (4 in Romagna, 3 in Emilia, 1 nel Lazio); 4 centri di ritiro e stoccaggio; una struttura industriale per la surgelazione di patate prefritte e cotte a vapore; 220.000 tonnellate di prodotto conferito (a livello di Gruppo); un volume d’affari di 172 milioni di Euro (a livello di Gruppo); 125 dipendenti fissi; 2.000 dipendenti stagionali. L’impegno di Apofruit Italia è significativo anche nel settore delle produzioni tipiche con la Pera dell’Emilia Romagna Igp, la Pesca e Nettarina di Romagna Igp, l’Asparago verde di Altedo Igp e la Patata tipica di Bologna. Apofruit Italia è leader di mercato nelle Produzione Biologiche con il marchio Almaverde Bio.  
     
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