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Notiziario Marketpress di Lunedì 14 Marzo 2005
 
   
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  IN TRE ANNI 4,2 MILIARDI IN PIÙ PER ACCISE SU BENZINA  
   
  Roma, 14 marzo 2005 - Negli ultimi tre anni gli italiani hanno pagato oltre 4.200 miliardi di euro in più sul prezzo della benzina a causa degli aumenti delle accise e della relativa iva: una cifra pari alle risorse che il Governo ha messo in campo con il decreto sulla competitività. Oltre ai continui aumenti delle quotazioni del greggio e dei singoli prodotti per autotrazione sui mercati internazionali, gli automobilisti italiani hanno dovuto pagare infatti anche l’effetto degli automatismi che sono stati incamerati dallo Stato. Dal 2001 ad oggi, l’Esecutivo ha messo mano tre volte alle accise: il primo novembre 2001 con un primo aumento da 0,527 a 0,542 euro per litro per la benzina verde, da 0,382 a 0,403 il gasolio motori e da 0,145 a 0,157 euro/litro per il g.P.; il 29 dicembre 2003 è scattato poi il secondo aumento, sia pure per la sola benzina (da 0,542 a 0,559 euro per litro) per coprire gli oneri del rinnovo del contratto dei dipendenti del Trasporto Pubblico Locale; infine, dal 22 febbraio scorso, il nuovo aumento di 0,010 euro per litro sul gasolio e di 0,005 per la benzina. La somma di questi aumenti d’accisa vale 7/8 punti percentuali sull’importo iniziale al 31 ottobre 2001. “Questi numeri – sottolinea il presidente della Confesercenti, Marco Venturi – dimostrano la necessità di sgravare il prezzo dei carburanti, già fortemente appesantito da fattori di natura internazionale. Occorre restituire al consumatore almeno l’iva derivante dall’aumento del prezzo industriale dei carburanti sterilizzandone l’effetto sul prezzo finale. Poiché non è agibile l’ipotesi di modificare l’aliquota iva o di determinare aree di esenzione, anzitutto per i noti vincoli comunitari – precisa Venturi – tale sterilizzazione potrebbe essere operata tramite una corrispondente riduzione dell’accisa da realizzare in modo automatico ad ogni aumento del prezzo”. “Quella del prezzo del petrolio – conclude il presidente della Confesercenti – è diventata ormai una vera e propria emergenza che, come ha sostenuto la stessa Bce, può mettere a rischio la ripresa economica, gravando pesantemente sull’andamento dell’inflazione. Il Governo, dunque, eviti i continui salassi su imprese e famiglie utilizzando gli aumenti della benzina”.  
     
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