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Notiziario Marketpress di Lunedì 14 Marzo 2005
 
   
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  CAFÉ SCIENTIFIQUE: PROMUOVERE ATTRAVERSO IL DIALOGO LA RICERCA BRITANNICA ALL'ESTERO  
   
  Bruxelles, 14 marzo 2005 - Il 2005 è un anno importante per il Regno Unito sulla scena internazionale, con la Presidenza di turno sia del G8 che dell'Unione europea nella seconda metà dell'anno. Con gli occhi di tutti puntati sul paese, sia il governo sia gli altri organismi mirano a dare un'immagine positiva del Regno Unito, non ultimo attraverso la ricerca scientifica. La strategia di utilizzare la ricerca scientifica per promuovere l'immagine del paese era stata proposta dal governo britannico sul finire degli anni novanta, quando una serie di studi compiuti in 26 paesi aveva evidenziato che il Regno Unito non era considerato fra i paesi all'avanguardia della ricerca scientifica, ha spiegato Lloyd Anderson, responsabile della ricerca scientifica del British Council. Mentre il governo metteva a punto proprie iniziative per cambiare la percezione e offrire un'immagine moderna del Regno Unito, il British Council decideva di rinnovare l'approccio alla promozione della ricerca scientifica britannica all'estero, nella convinzione che l'impostazione migliore sia esplorare grandi temi che riguardano la vita quotidiana degli individui di tutto il mondo. È allora che al British Council è nata l'idea del "Café Scientifique". Malgrado il termine possa sembrare un po' snob, il suo scopo è esattamente l'opposto, ossia rimuovere l'aura di mistero che circonda la scienza e coinvolgere la gente comune. L'idea, formulata nel Regno Unito, prende a modello il "Café Philosophique" francese. Si tratta di far incontrare uno scienziato e il pubblico in un ambiente informale dove, dopo un breve intervento del ricercatore, il pubblico è invitato a porre domande, dando luogo così ad una discussione aperta sul tema dell'incontro. Nel Regno Unito l'idea è immediatamente decollata, ed è allora che al British Council ci si è resi conto "delle potenzialità in termini di impatto all'estero che volevamo ottenere", ha detto il dottor Anderson al Notiziario Cordis. Il piano iniziale prevedeva di creare questo impatto attraverso videoconferenze. Uno scienziato britannico avrebbe esposto il proprio intervento in una sala gremita di persone di un luogo qualsiasi del Regno Unito, mentre gruppi di spettatori in altre parti del mondo, ad esempio Tailandia, Palestina o Mosca, avrebbero seguito la conferenza in videcollegamento. Anche in questo caso l'idea ha avuto successo, e alcuni paesi hanno deciso di organizzare tali eventi su scala nazionale. A partire da quest'anno, le sedi del British Council in tutta Europa hanno iniziato a organizzare eventi. Dibattiti sulla biosorveglianza nell'era delle nanotecnologie, sulle piante geneticamente modificate e sulla coscienza si sono già svolti in Svezia, Estonia e Belgio. In quest'ultimo caso, il British Council ha inviato a Bruxelles la baronessa Susan Greenfield, docente di fisiologia all'università di Oxford, eletta nel 2000 "Donna dell'anno" da un quotidiano britannico, e personaggio noto al grande pubblico britannico per i suoi programmi radiotelevisivi. L'evento è stato un grande successo. Ma, ci si è chiesto, solo quegli scienziati noti al pubblico televisivo riescono ad attirare altro pubblico? Il dottor Anderson non è di questa idea: "Ritengo che anche un buon argomento sia in grado di attirare clienti". Convinto di ciò, il dottor Anderson punta a coinvolgere la nuova generazione di ricercatori meno famosi. Il dottor Anderson ammette che possa essere difficile trovare scienziati che siano anche buoni comunicatori, e che solo una piccola parte riesce ad abituarsi col tempo. È comunque convinto che gli scienziati stiano facendo progressi per quanto riguarda la comunicazione, soprattutto i giovani ricercatori. Tutti gli interpellati si sono dimostrati molto disponibili a presentare le nuove scienze a un pubblico diverso. Uno degli aspetti interessanti del successo delliniziativa è che, se da una parte le presenze sono sempre numerose, il pubblico è composto in prevalenza da "non addetti ai lavori". Ciò dimostra, secondo il dottor Anderson, che il cosiddetto grande pubblico è veramente interessato a comprendere meglio la scienza. Il Café Scientifique sembra avere un futuro luminoso dinanzi a sé. Su scala nazionale, il Regno Unito sta cercando di introdurre lo stesso concetto nelle scuole, mentre su scala europea sono in programma altri eventi per il prossimo anno. Per il dottor Anderson, il British Council potrà considerare il programma un successo se ne risulterà che un maggior numero di giovani si dedicano alla scienza, e se sarà riuscito a cambiare la percezione all'estero del Regno Unito. "Non vogliamo necessariamente dare l'impressione di essere i migliori in campo scientifico, ma piuttosto di essere aperti al dialogo", ha concluso. Per ulteriori informazioni sui prossimi eventi consultare il sito Internet: http://www.Britishcouncil.org/brussels-european-science-calendar.htm  
     
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