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Notiziario Marketpress di
Giovedì 17 Marzo 2005
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IL LEAN ENTERPRISE MANAGEMENT PER TORNARE A ESSERE COMPETITIVI |
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Bologna, 17 marzo 2005 - - Meccanica, mezzi di trasporto, chimica, gomma, plastica, tessile e abbigliamento, calzature, carta e stampa ed editoria: sono questi i settori industriali più propensi all’innovazione, sia di prodotto che di processo. E’ quanto emerge dalle prime analisi condotte dal Diptem (Dipartimento Ingegneria della Produzione, della Termoenergetica e dei Modelli matematici) dell’Università di Genova nell’ambito del Network of Excellence on Lean Enterprise Management (Nelem), la comunità di aziende e istituzioni promossa da Oracle Italia e Jmac Europe per diffondere anche in Italia la cultura dell’impresa snella e sostenere così le aziende italiane nel recupero della competitività. Scopo dello studio che il Diptem sta realizzando e che ha presentato a Bologna presso il Museo Ducati è quello di individuare dei raggruppamenti omogenei di aziende che condividono la necessità di un modello gestionale di tipo lean. “Le caratteristiche del gruppo di imprese – come spiega il Prof. Flavio Tonelli del Diptem dell’Università di Genova – con la maggiore propensione all’innovazione nell’area del lean enterprise management verrà definito in relazione a varie dimensioni; tra queste certamente il valore aggiunto alla produzione industriale, la capacità di competere sui mercati esteri, la tipologia di processo produttivo, le dimensioni per numero di addetti e la propensione all’utilizzo di nuove tecnologie”. Lo studio, che si sta configurando come un vero e proprio “Osservatorio sul Lean Enterprise Management in Italia”, verrà svolto presso il Polo di Savona della Facoltà di Ingegneria. Coordinato dai Professori Roberto Mosca e Flavio Tonelli, sarà articolato in varie fasi: analisi dei diversi settori industriali attraverso le fonti ufficiali somministrazione di un questionario che si compone di circa 60 domande e che potrà essere compilato online all’indirizzo: http://www.Gestionale.inge.unige.it/nelem verifica e confronto dei dati ufficiali con quanto emerso dal questionario e, quindi, definizione dei gruppi di imprese potenzialmente più interessate a nuovi modelli gestionali basati sui principi del modello di lean enterprise. “Il recupero di competitività non è più procrastinabile - afferma ancora il Prof. Mosca -, il ritardo che il mondo industriale italiano presenta rispetto ai principali competitori extranazionali, in termini di modelli gestionali, tecniche produttive e tecnologie, può essere recuperato solo attraverso massicci investimenti sull’innovazione e sullo sviluppo stante la elevatissima percentuale di inefficienze che affliggono il nostro sistema industriale”. “L’univocità del dato e l’automazione dei processi rappresentano due componenti centrali dei sistemi informativi della lean enterprise - spiega Grazia Calorio, Senior Director Sales Oracle Applications. - Quando parliamo di automazione dei processi ci riferiamo a tutte le funzioni aziendali, non solo ad alcune, perché è grazie all’applicazione di questi concetti a tutta l’impresa, a tutta la catena del valore (dai fornitori ai clienti) che l’azienda può diventare più veloce, più reattiva e, quindi, più competitiva”. “Secondo la nostra esperienza – spiega Paolo Sganzerla, responsabile dell’area di competenza Lean Enterprise & Manufacturing di Jmac Europe - il modello lean si applica con successo anche alla realtà industriale italiana fatta di piccole e medie aziende. Le differenze culturali con il Giappone, dove le metodologie lean sono nate, non rappresentano un vincolo; basta costruire un percorso di cambiamento personalizzato sulle specifiche esigenze dell’azienda e perseverare nell’applicazione dei principi di base”.
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