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Notiziario Marketpress di Giovedì 17 Marzo 2005
 
   
  Web alimentazione e benessere  
  UNA RICERCA SVOLTA DA ASTRA/DEMOSKOPEA PER GALBUSERA SU “GLI ITALIANI E L’ALIMENTAZIONE, TRA DOVERI E PIACERI: SUPER-EDONISTI O EQUILIBRATI?”  
   
  Dalla ricerca svolta da Astra/demoskopea per Galbusera emerge il quadro di un Paese che cerca, a volte con fatica, di mediare tra piaceri e doveri, ricercando anche nell’alimentazione un sano mix di edonismo e di qualità, genuinità, sicurezza degli alimenti. E il cibo rimane uno dei piccoli piaceri della vita. Milano, 16 marzo 2005 – Esiste un’Italia per cui la sofferenza nobilita gli uomini e le donne, pari al 38% (16,3 milioni) o, all’opposto, è sempre alla ricerca di tutti i piaceri possibili grandi e piccoli (26%). Ma l’atteggiamento che prevale nel nostro Paese è quello di un edonismo moderato ed equilibrato: quello di chi pensa che la vita è già così difficile che è sciocco rinunciare ai piccoli piaceri che può offrire (65%).(*) E’ questa la fotografia scattata dalla ricerca commissionata ad Astra/demoskopea da Galbusera, azienda dolciaria valtellinese, da sempre promotrice di una cultura dell’alimentazione attenta, sana ed equilibrata, senza rinunciare al gusto. “Un’italia con due anime minoritarie: quella doveristica, cupa sacrificale, anti-mondana che deplora ed evita i godimenti terreni, e quella opposta – iper-edonistica – connotata dal rigetto dei doveri e delle responsabilità”. – Commenta Enrico Finzi, sociologo e Presidente Astra/demoskopea – “Mentre la maggioranza dei cittadini si colloca tra i due opposti, con un insieme di atteggiamenti e comportamenti saggi e micro-edonistici, responsabili, ma anche allegri. Un edonismo moderato che si riflette anche nella scelta dei prodotti che imbandiscono la nostra tavola”. Si possono così individuare culture alimentari differenti in cui gli Italiani si riconoscono: i super-edonisti (14%), i marginali (27%), i contraddittori (16%) – o meglio le contraddittorie, in quanto si tratta per la maggior parte di donne con problemi di linea o salute, che cedono spesso ai peccati di gola e poi sono in preda ai sensi di colpa – e gli equilibrati (43%). Quest’italia “edonista moderata” è quella che di sé racconta che “maturando do sempre più importanza ai piccoli piaceri della vita” (67%), facendo emergere così la cultura dell’ “e … e…”, la sintesi degli opposti, affermando che negli acquisti è molto attenta al prezzo ma senza rinunciare alla qualità e alla sicurezza dei prodotti (76%); è molto attenta alla salute ma cerca anche di godersi la vita (75%); non vuole rinunciare alla bontà o alla bellezza dei prodotti (55%). Anche nella scelta e nel consumo degli alimenti e delle bevande torna questa cultura dominate dell’ “e… e…”, che mira a conciliare gli aspetti salutistici e il piacere per il palato, e che porta tra il 76% e l’81% (35.5 e 37.1 milioni) degli intervistati da Astra/demoskopea per Galbusera ad affermare di scegliere prodotti sani e sicuri, naturali e genuini, non dannosi per la salute, prodotti con ingredienti di qualità; mentre il 63% e il 70% li pretende prodotti da aziende serie ed affidabili, rispettando l’ambiente, senza coloranti e conservanti, senza sostanze chimiche e senza Ogm. Ma tutto ciò non deve andare assolutamente a discapito del piacere: quello che si mangia e si beve deve avere un ottimo sapore senza rinunciare alla salute e alla sicurezza (68%), deve essere consumabile da tutta la famiglia (63%) e costituire appunto uno dei piccoli piaceri della vita (58%), avere un buon profumo (49%) e risultare allegro e simpatico (30%). Nella cultura alimentare è sempre stata voce di popolo che “i dolci fanno ingrassare” e ancor di più che i “dolci fanno male” ai diabetici o a chi ha problemi di colesterolo e trigliceridi. Oggi tali atteggiamenti sono in fase di superamento e anche la Scienza dell’Alimentazione ha ridato a quasi tutti i dolci la loro dignità nutrizionale. “La finalità del nutrizionista è quella di proporre i dolci non più come premio ai ragazzi o come gratificazione ai depressi, bensì in veste di alimento da inserire nella dieta come alternativa possibile, purché si rispettino quegli equilibri nutrizionali e quei limiti riportati nelle Linee Guida di tutti i Paesi industrializzati”.– Afferma Eugenio del Toma, nutrizionista – “Poco cambia infatti se al superamento del tetto riservato ai grassi avrà contribuito in maggior misura la farcitura di un dolce o un eccesso di salumi; il vero problema sta nella capacità individuale (stili di vita) di spendere quel carburante senza doverlo stoccare nei depositi adiposi, ricavandone poi aggravamenti della colesterolemia o dei trigliceridi. Ormai, ognuno può trovare fra i dolci in commercio quello più adatto alle sue caratteristiche e sono davvero pochi i casi in cui il divieto ha una comprovata legittimazione scientifica. L’attenzione che l’industria dolciaria ha dedicato al problema salutista avrà forse origini commerciali, ma di fatto si è tramutata in un vantaggio per tutti i consumatori, almeno per quelli più attenti alla prevenzione ed al rispetto delle regole nutrizionali. L’industria alimentare è ora in grado di produrre dolci anche per pazienti particolari, dai celiaci ai diabetici, permettendo ai medici di rimuovere gran parte di quei divieti che in passato hanno intristito la dieta dei pazienti e che talvolta hanno causato la resa e paradossalmente l’abbandono di ogni attenzione dietetica”. In sintesi la cifra stilistica dell’Italia contemporanea non è estremistica: vincono coloro che cercano l’equilibrio tra qualità e prezzo, tra sicurezza e gradevolezza, tra salute e piacere. Gli indici sintetici mostrano che i 14-79enni: per l’88% si dichiarano mediamente o molto attenti alla qualità alimentare, per l’82% degli adulti sono mediamente o assai attenti alla sicurezza degli alimenti e delle bevande, per il 77% danno media o forte importanza all’azienda produttrice e alla marca, per il 62% dedicano una media o forte attenzione al piacere di quel che mangiano o bevono, per il 62% dedicano un’attenzione media o forte all’ecologicità. Concetti come qualità, marca e salute sembrano essere strettamente correlati per la maggior parte degli italiani, e Galbusera è tra quelle aziende che è riuscita a creare prodotti qualitativamente innovativi capaci di rispondere alle continue evoluzioni in campo nutrizionale, senza rinunciare al gusto e al sapore. “Soddisfare le esigenze nutrizionali e i gusti di ciascun individuo: in questo si sostanzia la nostra missione “.– Afferma Paolo Galbusera, Amministratore Delegato dell’azienda – “Con la tradizione del marchio, e soprattutto con la Linea Speciali Salute, abbiamo cercato di coniugare gusto e benessere, modificando quell’accezione dietetica e punitiva diffusa e offrendo al consumatore prodotti innovativi. Prodotti che non solo rispondono alle necessità di chi per motivi di salute vuole evitare zucchero, grassi o sale, ma che sono concepiti per incontrare il gusto di chiunque desideri per se stesso un’alimentazione sana, bilanciata, ma non per questo povera di gusto e soddisfazioni per il palato”.  
     
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