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Notiziario Marketpress di Giovedì 17 Marzo 2005
 
   
  Web alimentazione e benessere  
  CONTRO IL CAROVITA GLI ITALIANI RISCOPRONO IL RUBINETTO  
   
  Dopo anni in cui le bottiglie di acqua minerale l'hanno fatta da padrona sulle tavole degli italiani, la situazione sembra ormai essere giunta ad un punto di svolta. I dati parlano chiaro e dicono che più di un anno non solo il consumo delle acque minerali presenta un trend in costante diminuzione(-8,1% dichiarato nel 2004), ma anche la produzione ha subito una forte flessione, che solo nel solo periodo gennaio-agosto 2004 è stata pari a -9,7%. Ancora più preoccupante proprio perché inserita nel periodo estivo, generalmente miglior momento dell’anno per il consumo di bevande. Al Contrario, il consumo di acqua del rubinetto (trattata e non) segna incrementi a doppia cifra da alcuni anni anche in Italia, che si va così ad allineare agli altri Paesi europei e al Nord America dove la maggior parte dei cittadini è abituata ad utilizzare l’acqua di acquedotto per i pasti e a trattarla o affinarla tra le partei domestiche per averla refrigerata, con le bollicine e così via. La ragione di questa flessione sembra essere riconducibile anche a questioni di “portafoglio”. L'acqua del rubinetto, infatti, costa in media circa 0,001 euro a litro a fronte dei circa 26 centesimi di euro della minerale in bottiglia; ciò significa che l'acqua imbottigliata, distribuita e pubblicizzata arriva quindi a costare dalle 500 alle 1000 volte in più rispetto all'acqua del rubinetto. Non esistono altri beni che possono garantire oggi il medesimo risparmio. L'acqua in bottiglie di plastica costa poi da 2 a 4,5 euro nella classica confezione di 6 bottiglie da 1,5 litri (prezzi riferiti a Novembre 2004), ma pochi sanno che, in realtà, il costo effettivo dell'acqua contenuta nelle bottiglie e pari a solo l'1% del costo di produzione totale, mentre l'imballaggio ne assorbe circa il 60%. Gli ambientalisti, inoltre, fanno notare che l'acqua imbottigliata ha un peso ambientale non trascurabile, soprattutto in un momento in cui le politiche e le scelte ambientali anche dei singoli sono sempre più attente e mirate. La minerale in bottiglia, infatti, ha un costo sociale legato anche al trasporto che implica il consumo di fonti fossili, che emettendo sostante nocive, incrementano l'effetto serra e inquinano l'aria, senza dimenticare i recipienti di polietilene tereftalato (Pet) monouso, sostanza altamente inquinante soprattutto se dispersa nell’ambiente. Data questa preoccupante situazione e il costante aumento del costo della vita, soprattutto a seguito dell'introduzione dell'euro, gli italiani sembrano aver riscoperto il piacere di bere l'acqua del rubinetto, trattandola talvolta con apparecchi per l’affinaggio domestico che, oggi giorno, sono in grado di garantire un gusto davvero ottimo anche per i palati più esigenti creando davvero l’acqua su misura. Gli acquedotti italiani forniscono in media un'acqua davvero ottima e con caratteristiche biochimiche encomiabili. Pochi sanno però che la bontà dell’acqua proveniente dalla rete idrica cittadina è garantita dal fornitore sino al contatore delle nostre abitazioni; da quel punto e fino al rubinetto siamo noi consumatori a doverci preoccupare della qualità dell’acqua, che in certi casi può venire intaccata dallo stato delle nostre tubazioni o da altri fattori esterni. Da qui la necessità di trattare la nostra acqua domestica con apparecchiature capaci di garantire l’eliminazione di sostanze potenzialmente dannose per il nostro organismo e fornire una qualità dell'acqua pari o migliore rispetto a quella delle acque minerali. Dall'analisi congiunturale svolta dal Cresme per l’Associazione Aquaitalia (Confindustria) emerge quindi chiaramente che, se da un lato l’offerta di prodotti per il trattamento domestico garantisce di migliorare dove necessario la qualità e le proprietà dell’acqua, dall’altro ha anche il notevole pregio di far risparmiare, da subito, molti soldi ai consumatori. Si scopre quindi che le acque del rubinetto sono molto più monitorate rispetto a quelle in bottiglia (200 parametri da rispettare per gli acquedotti, solo 48 per l'acqua minerale), sono più sicure per la salute, più economiche e rispettose dell'ambiente. Www.aquaitalia.it    
     
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