Pubblicità | ARCHIVIO | FRASI IMPORTANTI | PICCOLO VOCABOLARIO
 













MARKETPRESS
  Notiziario
  Archivio
  Archivio Storico
  Visite a Marketpress
  Frasi importanti
  Piccolo vocabolario
  Programmi sul web








  LOGIN


Username
 
Password
 
     
   


 
Notiziario Marketpress di Lunedì 21 Marzo 2005
 
   
  Pagina1  
  LA MACCHINA UTENSILE ITALIANA SI CONFRONTA CON I GRANDI UTILIZZATORI DAL MEETING DI RAPALLO CONSIDERAZIONI E SPUNTI PER LA COMPETITIVITÀ DELL’INDUSTRIA ITALIANA DELLA MACCHINA UTENSILE, ROBOT E AUTOMAZIONE  
   
  Rapallo, 21 marzo 2005 - I costruttori italiani di macchine utensili, robot e automazione e alcuni fra i principali utilizzatori di sistemi per produrre si sono dati appuntamento il 19 marzo al meeting “La macchina utensile italiana si confronta con i grandi utilizzatori”, organizzato da Ucimu-sistemi Per Produrre in collaborazione con l’Istituto nazionale per il Commercio Estero e con la sponsorizzazione di Ubs (Italia) S.p.a. L’incontro, che ha visto la presenza di oltre un centinaio di ospiti tra autorità, imprenditori, giornalisti italiani e stranieri, è stato aperto da Alberto Tacchella, presidente dell’associazione dei costruttori italiani di macchine utensili, robot e automazione, cui hanno fatto seguito gli interventi di Ugo Calzoni, direttore generale Ice, Andrea Cingoli, managing director Ubs (Italia) S.p.a., società del Gruppo Ubs, tra le più importanti istituzioni nel settore dei servizi bancari e finanziari a livello internazionale, e Robert Rausch, responsabile ricerca titoli azionari Ubs Wealth Management. Sotto la lente di ingrandimento, i settori automotive, energia e aerospace, strategici per l’industria italiana della macchina utensile. Nella prima parte della mattinata, sono stati presentati dal professor Gian Maria Gros-pietro, direttore Dipartimento Economia Università Luiss, i recenti studi sui settori automotive e energia, condotti da Ucimu-sistemi Per Produrre in collaborazione con Ice. L’incontro è stato poi arricchito dalla tavola rotonda che ha avuto per protagonisti costruttori italiani e utilizzatori di sistemi per produrre: Roberto Del Sole (Agusta S.p.a.), Gianni Oliosi, Josef Grammer (Bmw Group), Dirk Lippert, Michael van Aken, Joachim Dusterhaus (Siemens Ag), in rappresentanza degli utilizzatori, Ezio Colombo (Ficep), Gianfranco Carbonato (Prima Industrie), Andrea Riello (Gruppo Riello Sistemi), in rappresentanza dei costruttori. “Ai vertici da anni delle classifiche mondiali di settore, i costruttori italiani di macchine utensili, robot e automazione - ha affermato Alberto Tacchella, presidente Ucimu-sistemi Per Produrre - hanno saputo mantenere il terzo posto sia per produzione che per esportazione, dimostrandosi capaci di adattarsi rapidamente all’evoluzione del mercato e della domanda. Oggi, in un contesto competitivo fortemente mutato, cambiano non solo i mercati di sbocco ma anche le esigenze delle industrie utilizzatrici. Proprio per capire l’evoluzione di alcuni dei principali settori di sbocco della produzione italiana e per confrontarci con le esigenze dei nostri clienti, abbiamo dato vita all’iniziativa di oggi, un’iniziativa in linea con la missione di Ucimu-sistemi Per Produrre. L’associazione, infatti, da sempre si è distinta per essere riuscita ad anticipare le tendenze della domanda e ad offrire alle associate strumenti di valutazione puntuali, utili ad operare sul mercato ai massimi livelli”. Lo studio sul settore automotive Dal 2005 al 2010 la produzione di veicoli nel mondo registrerà un incremento medio annuo pari al 2,3%. Nel 2010 saranno dunque 70,5 milioni i veicoli prodotti nel mondo: questo è quanto emerge dallo studio “Lo scenario globale del settore automotive: implicazioni per i fornitori di mezzi di produzione” che, accanto all’analisi delle prospettive del settore e delle richieste della domanda, rileva i volumi della produzione di veicoli per area geografica. Secondo le previsioni 2005-2010, a fronte di una crescita assai modesta nelle tradizionali aree di produzione automotive, quali Nord America e Europa Occidentale, che registreranno tassi di incremento annui pari all’1%, le aree più dinamiche saranno America Meridionale (+7,1%) e Europa Orientale (+4,7%). L’asia continuerà a aumentare la propria produzione con un tasso di crescita pari al +3,2%, escludendo il Giappone il tasso di crescita sarà del 6,3%, più contenuto rispetto ai valori degli anni precedenti ma tale da permettere comunque il consolidamento della leadership. Nel 2010 la produzione mondiale di automotive sarà ripartita tra Asia, con una quota pari al 37,7% del totale, Europa Occidentale con il 25,7%, in calo rispetto all’attuale 27,5%, Nord America (24,6%), Europa Orientale (7%) e Sud America (4,5%). Per quanto riguarda il continente asiatico, se tra il 1998 e il 2004, ha visto crescere da 15,3 milioni a 21,9 milioni il numero di veicoli prodotti, nel 2010 produrrà 26,5 milioni di unità. In particolare, nel periodo compreso tra il 2005 e il 2010 la Cina incrementerà del 51% la propria produzione di autoveicoli. Meglio faranno India, con un +74% e i paesi Asean (Thailandia, Malesia, Indonesia, Filippine) con una crescita del 77%. Più contenuta la crescita in Corea del Sud pari a +12%. Di segno negativo, invece, la produzione in Giappone dove il numero di autoveicoli dovrebbe calare del 6,4%. Lo studio evidenza come l’industria automotive potrebbe essere soggetta, nei prossimi anni, a forti mutamenti. Tre, in particolare, sono le questioni aperte. La prima è legata al contesto competitivo: a fronte di un pesante eccesso produttivo ci si interroga su quali saranno i costruttori in grado di sopravvivere sul mercato globale. La seconda riguarda lo sviluppo di nuove tecnologie produttive a basso impatto ambientale, al fine di ridurre i problemi quali l’inquinamento e il traffico nei centri urbani; la terza è inerente alla struttura del settore che potrebbe nel futuro vedere modificato il potere contrattuale degli attuali grandi produttori di autoveicoli. Lo studio sul settore energia Secondo lo studio “Evoluzione della domanda di energia. Focus su Usa, Cina, India”, nei prossimi anni il settore energetico vivrà numerosi mutamenti che ne cambieranno profondamente contorni e caratteristiche da qui al 2025. A fronte di una crescita costante nel consumo, crescita che interesserà in modo differente le aree del pianeta, si assisterà a un cambiamento nei metodi di generazione di energia. Il carbone manterrà il primo posto tra le fonti per produrre elettricità, crescerà l’utilizzo del gas, in particolare di quello naturale (+3,35%) a scapito dell’impiego di energia nucleare. Le previsioni per il primo quarto di secolo indicano un incremento annuo della domanda mondiale di energia pari al 2,32%. Nel 2025 il consumo annuale sarà di oltre i 23.000 miliardi kWh, il 73,6% in più del valore del 2001. Saranno le aree in via di sviluppo a registrare i maggiori tassi di incremento di consumo, trainato sia dalla forte spinta all’industrializzazione sia dall’incremento demografico tipici di tali paesi. Nel 2025 si prevede che i paesi in via di sviluppo assorbiranno il 42,5% dell’offerta mondiale di energia, per un valore di 10 punti percentuali superiore a quello del 2001. Gli Stati Uniti sono il primo paese consumatore di energia elettrica e anche nel futuro manterranno la posizione di leadership. Si calcola, infatti, che nel 2025, la domanda di elettricità negli Usa supererà i 5.200 miliardi kWh. Al secondo posto della graduatoria la Cina che, nello stesso anno, consumerà 3.410 miliardi kWh pari al 14,8% dell’energia prodotta nel mondo. Interessante anche il dato relativo all’India che, nel 2025, assorbirà 1.216 miliardi kWh, pari al 5,3% del consumo mondiale. Conclusioni “Le previsioni emerse sia dalle ricerche che dalle testimonianze dei rappresentanti dei settori automotive, energia e aerospace, - afferma Alberto Tacchella, presidente Ucimu-sistemi Per Produrre - evidenziano nettamente la necessità per i costruttori italiani di essere e agire in chiave internazionale, per essere presenti a fianco del cliente sia nell’attività commerciale, sia soprattutto nell’attività di servizio post-vendita. L’evoluzione produttiva in atto in tali settori impone, come prioritaria per la macchina utensile italiana, una innovazione continua di prodotto, necessaria per essere competitivi a fronte della concorrenza incalzante di players provenienti da paesi emergenti”. “Con tali concorrenti, che godono di un differenziale di costo destinato a non scomparire se non nel lungo periodo - continua il presidente di Ucimu-sistemi Per Produrre - potremo competere con successo, sia sui mercati tradizionali che nei loro stessi paesi, solo con un continuo investimento nell’innovazione e nella qualità dei prodotti e dei servizi”. “A fronte di tale scenario, i costruttori italiani dovrebbero essere avvantaggiati da una politica fiscale nazionale che li agevoli nell’attività di ricerca e sviluppo e nell’intraprendere forme di aggregazione che consenta loro di superare la piccola-media dimensione, caratteristica del settore, che spesso è di ostacolo alla presenza costante su mercati particolarmente distanti”. Alle tradizionali tre “I” - Internazionalizzazione, Innovazione, Investimenti – che l’Associazione sostiene da tempo, il presidente dei costruttori italiani di sistemi per produrre ne ha affiancata una quarta: quella di Immagine, “finalizzata a valorizzare nel modo migliore la valenza tecnologica dei prodotti e le competenze dei nostri uomini. E’ necessario, infatti – ha proseguito il presidente - che le imprese del settore aggiungano, all’innovazione di prodotto e a quella di processo, l’innovazione nelle modalità di rapportarsi con i clienti e i mercati di sbocco, attraverso la comunicazione interpersonale, la comunicazione ai media, le strategie e i supporti di marketing e di vendita, le tecnologie per comunicare”. “E’ un tema, quello dell’immagine, che - ha commentato Tacchella - a fronte della concorrenza internazionale, dell’emergere di nuovi mercati di sbocco, dominati da culture e strumenti differenti, della necessità di innalzare la competitività delle nostre imprese diventa, deve diventare, prioritario”. “Su tale fronte - ha concluso Tacchella – diventa necessario il supporto del sistema-paese, affinché apra la strada alla presenza commerciale attraverso la pianificazione efficace e continua di campagne di promozione del made in Italy, che creino un’immagine nazionale forte ma che sappiano anche valorizzare le peculiarità delle produzioni specifiche. A noi il compito di imparare a comunicare meglio, ma senza una base alle spalle ogni nostro sforzo risulterà vanificato”.  
     
  <<BACK