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Notiziario Marketpress di Martedì 22 Marzo 2005
 
   
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  LA COMMISSIONE PARLAMENTARE È FAVOREVOLE AL RILASCIO DI PERMESSI DI SOGGIORNO EUROPEI A RICERCATORI DI PAESI TERZI  
   
  Bruxelles, 22 marzo 2005 - La commissione per le libertà civili del Parlamento europeo ha accordato il proprio sostegno alle proposte sul rilascio di uno speciale permesso di soggiorno a ricercatori non europei. Con questo permesso si vogliono incoraggiare i migliori ricercatori di tutto il mondo a lavorare per un certo periodo di tempo nell'Unione europea. Su tale normativa è prevista solo la consultazione del Parlamento europeo e, di conseguenza, gli emendamenti che esso presenterà non saranno vincolanti. Tuttavia, i deputati europei hanno approvato un emendamento volto a tutelare maggiormente i diritti dei ricercatori. La direttiva renderebbe l'Europa più attraente per i ricercatori internazionali offrendo loro un permesso di soggiorno rinnovabile con alcuni privilegi che i permessi normali non prevedono: se uno scienziato verrà invitato da un'organizzazione di ricerca ospitante dell'Unione europea a condurre un progetto di ricerca per più di tre mesi, questa persona avrà diritto a ottenere, in meno di 30 giorni, un permesso di soggiorno per la durata del progetto nello Stato membro in questione senza dover richiedere un permesso di lavoro. In un libro pubblicato di recente, la lentezza che contraddistingue l'introduzione di tali disposizioni è stata descritta da Philippe Busquin come una delle sue maggiori frustrazioni nel periodo in cui ha rivestito la carica di Commissario responsabile della Ricerca dell'Unione europea. Philippe Busquin aveva avviato le discussioni sull'argomento subito dopo la sua nomina a Commissario, ma cinque anni dopo, al termine del suo mandato, erano stati compiuti ben pochi passi avanti. "Credo che oggi l'enorme problema dell'Europa sia il ritmo troppo lento con cui si muove rispetto al resto del mondo. I nostri concorrenti [...] adottano decisioni dieci volte più velocemente di noi". I deputati al Parlamento europeo hanno presentato emendamenti affinché vengano aggiunte disposizioni obbligatorie sul ricongiungimento familiare e il ricercatore possa così essere raggiunto dai parenti più stretti. Il Consiglio auspica che per gli Stati membri tali misure siano discrezionali. I deputati europei chiedono altresì che il ricercatore e i suoi familiari abbiano pieno accesso al sistema nazionale di assicurazione malattia, e che il ricercatore possa svolgere parte della ricerca in un altro Stato membro dell'Unione europea. Il Parlamento nel suo complesso voterà sulle proposte il 1° aprile. Http://www2.europarl.eu.int/oeil/file.jsp?id=241832  
     
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