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Notiziario Marketpress di Mercoledì 23 Marzo 2005
 
   
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  IN UNA CONFERENZA GLI SPECIALISTI AFFERMANO CHE IL PRINCIPALE OSTACOLO ALL'ECONOMIA DELL'IDROGENO È LA MANCANZA DI IMPEGNO  
   
   Bruxelles, 23 marzo 2005 - I maggiori ostacoli che si frappongono alla realizzazione dell'economia dell'idrogeno non sono più di natura economica, tecnica o collegata allo sviluppo dell'infrastruttura, bensì sono piuttosto da ricondurre alla mancanza di impegno e di collaborazione tra le principali parti interessate. È quanto sostengono gli specialisti del settore. Le principali parti interessate del settore privato sono state invitate a presentare il proprio parere sul futuro dell'economia dell'idrogeno in occasione dell'assemblea generale annuale della Piattaforma tecnologica europea sull'idrogeno e le celle a combustibile tenutasi a Bruxelles il 17 marzo. "Ho un messaggio molto semplice", ha esordito Aldo Belloni, presidente e direttore generale di Linde Gas and Engineering. "L'infrastruttura non rappresenta più una barriera per l'economia dell'idrogeno. [...] Ci sono ancora molte sfide da affrontare in questo campo, ma si tratta soprattutto di problemi legati all'impegno e alla cooperazione che non alla tecnica o all'economia". Ad ulteriore avallo delle proprie affermazioni, Aldo Belloni ha presentato i risultati di un'analisi commissionata dalla società Linde, da cui è emerso che in uno scenario caratterizzato da un'elevata percentuale di consenso, entro il 2020 sulle strade europee potrebbero circolare addirittura 6,1 milioni di auto alimentate a idrogeno, rifornite da 2 800 stazioni di servizio, e a fronte di costi infrastrutturali totali pari a circa 3,5 miliardi di euro. In base allo stesso scenario di elevato consenso, entro il 2030 in Europa potrebbero esserci circa 40 milioni di veicoli alimentati a idrogeno. "Grazie ai progressi compiuti dalla tecnologia [di navigazione satellitare], sarebbe sufficiente una rete più ridotta di stazioni di rifornimento a idrogeno per servire tali veicoli - circa 18 000 in tutto", ha affermato Aldo Belloni. "Le esigenze di rifornimento di una città delle dimensioni di Bruxelles, ad esempio, potrebbero essere coperte da circa 50 stazioni di rifornimento". Aldo Belloni ha dichiarato che attualmente il programma infrastrutturale si sta concentrando soprattutto sulle stazioni di rifornimento. La ricerca della società Linde rileva che l'infrastruttura di stazioni di rifornimento più economica comporterebbe la produzione centralizzata di idrogeno e l'impiego di autocarri cisterna per rifornire le stazioni. "La distribuzione dell'idrogeno è meno costosa rispetto alla distribuzione della sua produzione", ha fatto notare. Secondo Aldo Belloni, l'Europa deve riaffermare la propria leadership globale nell'infrastruttura dell'idrogeno. La società Linde sta già pianificando la creazione del "raccordo anulare tedesco dell'idrogeno" - una rete di 40 stazioni di rifornimento pubbliche dislocate lungo le autostrade che comprende i siti di tutte le principali case automobilistiche tedesche - consentendo la sperimentazione pratica dei nuovi veicoli e delle nuove tecnologie all'idrogeno. "Il raccordo anulare potrebbe essere ampliato a livello internazionale ad altre 20 città europee, anche nei nuovi Stati membri, ed estendersi per 10 000 chilometri", ha dichiarato Aldo Belloni. "Questo sogno potrebbe diventare realtà in Europa - ci rivolgiamo a ministri e società chiedendo loro di unirsi a noi nell'iniziare a costruire questa infrastruttura". Un'altra figura del settore che ha incentivato le parti interessate a raddoppiare i propri sforzi è stato Carl-peter Forster, presidente della General Motors Europe. "Sono convinto che presto inizierà l'epoca dell'idrogeno e delle celle a combustibile - l'unico interrogativo è se l'Europa sarà la promotrice o la destinataria di tale tecnologia", ha dichiarato. Carl-peter Forster ha ribadito che è necessario un maggiore sostegno del settore pubblico per non lasciarsi sfuggire nessuna opportunità. In particolare, ha chiesto finanziamenti più cospicui per la ricerca di base e precompetitiva, sostegno per i progetti dimostrativi, acquisto pubblico di tecnologie di prima generazione, elaborazione di norme di sicurezza armonizzate, incentivi finanziari per i clienti e sostegno per lo sviluppo infrastrutturale. Gli investimenti necessari da parte del settore pubblico e privato eserciteranno un effetto positivo sull'economia europea, ritiene Carl-peter Forster, creeranno nuovi posti di lavoro e nuovi settori di attività. Ha inoltre ricordato ai delegati che l'Europa non è l'unica regione che sta tentando di creare un'economia dell'idrogeno: soprattutto il Giappone e gli Usa stanno investendo fondi ingenti in questo settore. "La realizzazione del sogno [dell'economia dell'idrogeno] richiederà guida politica e impegno di tutti i partner. Le regioni con il quadro normativo migliore, con i finanziamenti alla ricerca e con le agevolazioni fiscali sono quelle che più probabilmente riusciranno nel loro intento", ha concluso. Http://www.hfpeurope.org  
     
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