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Notiziario Marketpress di Mercoledì 23 Marzo 2005
 
   
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  DALLA DR.SSA ROSALBA TRABALZINI PSICHIATRA E PSICOLOGO - RESPONSABILE SCIENTIFICO DEL SITO GUIDAGENITORI.IT UN INVITO PER LE REGIONI A PROMUOVERE LA VACCINAZIONE GIÀ NEI PRIMI MESI DI VITA  
   
  Milano, 23 marzo 2005 - Di seguito una riflessione della dott.Ssa Trabalzini sui motivi che l’hanno spinta ad avviare questa iniziativa. Una campagna di sensibilizzazione sui rischi della varicella. Ho pensato fosse giusto dar vita a questa iniziativa alla luce della mia esperienza di medico, di responsabile scientifico di un sito dedicato ai genitori e di mamma passata attraverso le vicissitudini familiari di questa malattia. La varicella è molto diffusa e ha una serie di indiscusse conseguenze sociali e personali e, contrariamente ad una opinione erroneamente condivisa, il suo decorso può lasciar spazio a serie complicazioni. La varicella è la più diffusa delle malattie infettive tipiche dell'infanzia, colpisce quasi il 90 % dei bambini entro i primi dieci anni di vita, è l'unica che non è mai diminuita, ne accenna a farlo ed è quella che si verifica con maggior regolarità nel nostro Paese. Ogni anno si ammala il 5,5% dei bambini da O e 14 anni (400 mila casi), soprattutto tra 2 e 5 anni, ma può aggredire anche a 15-20 anni e in età più adulta (100 mila casi). Le mie figlie hanno contratto questa infezione quando avevano rispettivamente quattro ed un anno: la piccolina è stata ovviamente contagiata dalla maggiore e proprio a causa della sua tenera età ha avuto bisogno della mia presenza costante per l'intera durata della malattia. Mentre la prima si è riusciti a controllarla meglio, la piccola che ora ha 13 anni, vive tuttora come un cruccio le piccole cicatrici rimaste sul volto a seguito delle lesioni che si è procurata grattando le pustoline. Da questi semplici elementi scaturiscono due considerazioni: innanzitutto la varicella è tanto più impegnativa per la famiglia quanto più il bambino colpito è in tenera età. L'assistenza che egli richiede è totale, e non si lieta alle cure farmacologiche ma richiede anche un'attenta sorveglianza per evitare che il prurito diventi causa di microlesioni cutanee. E' quindi evidente che, pur trattandosi di una malattia nella maggior parte dei casi a decorso benigno, la sua ripercussione sociale, in termini di perdita di ore lavorative è notevole. La seconda riflessione riguarda appunto gli esiti estetici: il più delle volte l'impatto più gravoso non è tanto legato ai classici dieci giorni di allontanamento dalla comunità quanto al rischio di cicatrici permanenti, che in età adolescenziale, soprattutto nelle bambine (i ragazzini hanno maggiori possibilità di camuffarle con la barba) possono diventare motivo di disagio psicologico. Non bisogna poi dimenticare che la varicella può dare luogo a conseguenze che, quando compaiono possono essere spesso serie e responsabili di esiti permanenti. Le complicanze, soprattutto neurologiche, colpiscono in Italia 20.000 persone l'anno, di cui 1.300 finiscono in ospedale per la gravità dei sintomi. Le complicanze tra O e 14 anni variano dal 3 al 5% dei casi. Per 1/3 si tratta di complicanze infettive, per 2/3 di complicanze neurologiche, come le encefaliti, che hanno effetti sul sistema nervoso centrale con alterazioni dello sviluppo motorio e psichico. In età adulta aumenta il rischio che la varicella porti all'insorgenza dell'Herpes Zoster: questo virus può persistere nei gangli nervosi centrali — rimanendo latente anche per decine di anni — per poi riattivarsi in età adulta provocando una dermatite dolorosa comunemente nota come "Fuoco di Sant'antonio". Come per tutte le malattie di questo tipo l'arma migliore contro la varicella resta la prevenzione, cioè la vaccinazione. Autorizzato nel 2001 per la prima volta in Europa dal Ministero della Salute italiano, il vaccino è in uso già dal 1996 negli Stati Uniti dove in 7 anni è stato somministrato a 40 milioni di bambini riducendo del 90% la frequenza di questa malattia infettiva dell'infanzia. Proprio in questi giorni il ministero della Salute e le Regioni stanno mettendo a punto il nuovo calendario vaccinale: lo strumento ufficiale e condiviso che spiega ai genitori quali vaccini sono da considerare obbligatori e quali consigliati. Per quel che riguarda la varicella, la Commissione Nazionale Vaccini ha proposto alcune importanti novità: la vaccinazione viene raccomandata tra il 12esimo ed il 14esimo anno per tutti i soggetti che non hanno contratto la malattia, ma le Regioni che assicurano una copertura vaccinale superiore all'80% potranno proporla anche a tutti i bambini nel secondo anno di vita. L'autonomia amministrativa permette infatti alle Regioni di andare oltre le proposte del ministero della Salute. Dal gennaio del 2003, ad esempio, la Regione Siciliana ha avviato un piano di vaccinazione contro la varicella. La vaccinazione viene proposta gratuitamente ai genitori, al compimento del 15esimo mese del bambino, insieme alle vaccinazioni non obbligatorio ma fortemente raccomandate contro morbillo, rosolia e parotite  
     
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