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Notiziario Marketpress di Mercoledì 23 Marzo 2005
 
   
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  IL MERCATO AZIONARIO GIAPPONESE E LE BORSE ASIATICHE ANALISI DI MONICA FRIEDL – GESTORE DI UNION INVESTMENT  
   
  Milano, 23 marzo 2005 - Nel 2004, il mercato azionario giapponese ha registrato una crescita. Particolarmente buona é stata la prima metá anno durante la quale il trend di crescita é stato sostenuto da dati macroeconomici e notizie societarie positive. Nel mese di maggio, però, il listino di Tokyo ha vissuto una fase negativa causata dalle misure adottate dal governo cinese e volte a frenare il boom economico in atto, tali misure hanno causato timori da parte degli operatori circa la capacitá della Cina di portare a termine un cosiddetto “soft lending” e di continuare ad essere il motore economico trainante nella regione asiatica. La seconda parte dell´anno ha invece avuto un andamento tranquillo anche se meno positivo. Infatti il rafforzamento dello Yen nei confronti del dollaro Usa (che ha fatto temere per le aziende esportatrici nipponiche) e dati congiunturali poco convincenti (come pure l’aumento del prezzo del petrolio) hanno avuto un impatto negativo sui mercati. Recentemente però il mercato giapponese ha vissuto una ripresa dipesa principalmente dal rapporto trimestrale pubblicato dalla Bank of Japan, il cosiddetto Tankan. Questo documento-sondaggio, condotto tra le principali societá giapponesi, ha dipinto un clima leggermente peggiore rispetto al trimestre precedente ma pur sempre migliore rispetto alle attese e al consensus. Inoltre molti investitori hanno beneficiato di alcuni cambiamenti normativi che hanno permesso di compensare minusvalenze per investimenti con rimborsi fiscali. Si é quindi diffusa l´opinione secondo la quale il mercato avrebbe lasciato alle spalle la sua fase peggiore e sarebbe ora pronto per nuovi rialzi delle quotazioni. La stabilizzazione del cambio Yen/dollaro insieme al calo delle quotazioni del petrolio ha contribuito ulteriormente al sentiment positivo. L´indice Nikkei recentemente ha toccato 11.490 punti terminando il 2004 con una crescita di quasi l’8% (in Euro +4%). I recenti rialzi sul mercato azionario giapponese dimostrano, secondo il nostro parere, che gli operatori scontano un nuovo quadro congiunturale caratterizzato da un rallentamento del ritmo di crescita, previsione giá scontata dalle correzioni dei listini azionari degli ultimi mesi del 2004 e controbilanciata da dati macroeconomici Usa positivi che ci fanno pensare a un temporaneo “slowdown” per il Giappone. Ma lo scenario é anche caratterizzato da altre tematiche: grazie al cash-flow positivo di molte societá é probabile che il mercato azionario giapponese sia interessato da un gran numero di fusioni e acquisizioni. L’andamento positivo degli utili aziendali e le basse valutazioni offrono infatti, soprattutto agli investitori stranieri, interessanti possibilitá d´investimento in questa regione. Dopo un inizio d’anno tranquillo, prevediamo che i primi mesi del 2005 possano rivelarsi particolarmente interessanti e positivi. Riassumendo: siamo fiduciosi circa un’evoluzione positiva del mercato azionario giapponese e privilegiamo in particolare i titoli ciclici in grado di beneficiare della ripresa congiunturale e/o legati all´export, quindi settori quali commercio, finanziario, immobiliare e investimenti. In generale i mercati emergenti asiatici hanno mostrato un andamento positivo, registrando anche forti rialzi. Durante il 2004 l’area é stata caratterizzata da fasi di forte volatilitá e al tempo stesso da crolli delle quotazioni. Le misure adottate dal governo cinese per rallentare il boom congiunturale hanno generato “panic-sellings” e se a questo si aggiunge l´elevato prezzo del greggio é possibile capire le preoccupazioni degli investitori e le ondate di vendite. Complessivamente peró a dominare lo scenario sono state la congiuntura favorevole, il relativo calo del prezzo del petrolio e l’attenuarsi dei timori che la Cina possa perdere il ruolo di motore economico della regione asiatica. L´indonesia, con una crescita del 45%, é stato il mercato asiatico con la performance migliore del 2004. Al contrario la performance peggiore l’hanno mostrata il mercato cinese (A-shares) e quello tailandese. La “classe A” dei titoli azionari cinesi era, fino a poco tempo fa, riservata eclusivamente agli investitori cinesi, mentre attualmente può essere trattata anche da operatori esteri con la possibilità di emettere warrants sui titoli sottostanti, a loro volta trattabili dagli operatori stranieri e nei rispettivi paesi. Concludendo si puó dire che il 2004 sia stato un anno positivo per il mercato azionario asiatico finito peró “tragicamente” con il terribile Tsunami che ha flagellato l´asia sudorientale ed in particolare Sri Lanka, India sudorientale, Indonesia e Tailandia. Malgrado le immani tragedie umane, la calamità non ha avuto alcun impatto sui mercati azionari locali, questo perché il maremoto ha colpito perlopiù localitá turistiche e regioni costiere, mentre gli impianti di produzione e i centri industriali non sono stati danneggiati in alcun modo. Un impatto negativo potrebbe però riguardare l´aspetto finnaziario in quanto non sembra ancora possibile un’esatta valutazione dei costi necessari alla ricostruzione (soprattutto per Indonesia e Sri Lanka). Rimaniamo positivi sui mercati azionari asiatici che, a nostro parere, continuano ad essere sostenuti da un contesto macroeconomico favorevole. Nonostante gli sforzi delle autorità della Cina per contrastare il surriscaldamento dell´economia, il contesto del mercato rimane intatto: il terzo trimestre 2004 ha visto una crescita del Pil del 9,5% e prevediamo che la regione asiatica possa registrare una crescita di simile entità anche nel 2005. Un’importante forza economica per la crescita in Asia sará l´India, che dopo l’insediamento del nuovo governo ha giá mostrato i primi miglioramenti. Altri elementi positivi che interessano la regione sono il calo del greggio e i dati positivi aziendali, i consistenti dividendi e le basse valutazioni che rendono la regione asiatica altamente interessante per investimenti a medio-lungo termine. Siamo infine sempre convinti del fatto che il settore immobiliare rappresenti uno dei settori d´investimento più interessanti e sia favorito dal basso livello dei tassi d´interesse. Anche i titoli bancari e del settore consumi offrono prospettive di crescita notevoli.  
     
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