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Notiziario Marketpress di Giovedì 07 Aprile 2005
 
   
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  LE PMI CHIEDONO MAGGIORE CONSIDERAZIONE NELL'AMBITO DEL 7PQ  
   
  Bruxelles, 7 aprile 2005 - Le piccole e medie imprese (Pmi) rappresentano il 99 per cento del numero totale delle aziende dell'Unione europea, e in virtù di ciò dovrebbero ricevere un'attenzione maggiore nel Settimo programma quadro (7Pq), dichiara l'Ueapme, l'Unione europea dell'artigianato e delle piccole e medie imprese. Nel documento di sintesi diffuso in vista della proposta della Commissione europea sul 7Pq, la cui pubblicazione è prevista per il 6 aprile, l'Ueapme dichiara che se si vuole conseguire l'obiettivo di Barcellona di aumentare gli investimenti nella ricerca portandoli al tre per cento del Pil, la spesa per la ricerca e sviluppo (R&s) delle Pmi deve necessariamente essere incrementata. Secondo l'Ueapme, il bilancio di ricerca e sviluppo delle piccole imprese statunitensi è in media sette o otto volte superiore a quello delle Pmi europee, uno squilibrio cui bisogna porre rimedio se l'Europa vuole colmare il divario che la separa dagli Stati Uniti. "La Commissione deve andare oltre l'adesione puramente formale a questi obiettivi nel 7Pq ed elaborare programmi su misura per le esigenze delle piccole imprese", osserva Hans-werner Müller, segretario generale dell'Ueapme, sottintendendo che un incremento del bilancio comunitario a favore delle Pmi incentiverebbe investimenti aggiuntivi nel settore della ricerca e sviluppo da parte delle stesse Pmi. In conformità di quanto indicato nel Sesto programma quadro (6Pq), solo il 22 per cento delle proposte delle Pmi considerate "di elevata qualità" riceveva finanziamenti, mentre il 50 per cento dei progetti ritenuti "di elevata qualità" veniva finanziato in toto. L'ueapme deplora tale squilibrio e sottolinea che "questo è il risultato non di una carenza di fondi delle Pmi in generale, bensì del fatto che l'80 per cento del bilancio delle Pmi viene destinato a nuovi strumenti a scarsa domanda, mentre solamente il 20 per cento viene erogato a programmi per le Pmi ad elevata domanda". In aggiunta a ciò, afferma l'Ueapme, i nuovi strumenti sono eccessivi per le Pmi, e si dovrebbe tentare di favorire i progetti su piccola scala. Secondo le Pmi, i programmi Craft, Collective Research ed Eti (Economic and Technical Intelligence) soddisfano le loro esigenze in maniera ottimale. Tali programmi adottano un approccio innovativo, mettono a disposizione un bilancio adeguato e di volume medio, limitano il numero dei partecipanti e hanno una durata a medio termine. L'ueapme propone pertanto di inserire un settimo obiettivo: "Pmi e R&s/innovazione: il motore dello sviluppo economico", che utilizzerebbe in maniera più diffusa l'approccio "bottom-up" dei programmi specifici per le Pmi. "Un obiettivo per le Pmi così strutturato è preferibile all'aggiunta di elementi per le Pmi a ciascuno degli altri sei obiettivi, in quanto comunicherebbe un'immagine chiara e coerente migliorando così la struttura del quadro stesso", prosegue la relazione dell'Ueapme. L'obiettivo in questione consentirebbe il finanziamento sia dei programmi specifici per le Pmi, sia della partecipazione a nuovi strumenti, utilizzando una divisione del bilancio più realistica e orientata alla domanda rispetto all'attuale proporzione 80:20 per cento. L'ueapme chiede anche un aumento di almeno un miliardo di euro a favore del bilancio per i programmi specifici per le Pmi, con un ampliamento dei programmi Craft e Collective Research - che hanno registrato risultati molto positivi - e con lo sviluppo di un programma di disseminazione basato sull'attuale schema dell'Eti. Inoltre, l'Ueapme propone la reintroduzione del Premio esplorativo utilizzato nell'ambito del Quinto programma quadro (5Pq). Infine, per migliorare il funzionamento del programma quadro, l'Ueapme raccomanda la creazione di un sistema centralizzato di registrazione contenente i dati chiave dei partecipanti, allo scopo di ridurre l'onere amministrativo a carico dei partecipanti e della Commissione. In aggiunta a ciò, fa notare l'Ueapme, il periodo di selezione, che si protrae dalla presentazione di un progetto alla sottoscrizione di un contratto, deve essere ridotto nettamente a un massimo di sei mesi. Attualmente il processo dura in media più di un anno. "Ciò rappresenta un disincentivo per le piccole imprese con risorse limitate", dichiara l'Ueapme. "Il processo andrebbe semplificato. Andrebbe fatto un ricorso più massiccio alle somme forfetarie nella fase iniziale di proposta del progetto, un meccanismo che contribuirebbe a ridurre il calendario della procedura di approvazione". "Il Commissario Potocnik si è assunto l'impegno di promuovere un maggior coinvolgimento delle Pmi nel prossimo programma quadro. Alla luce dell'importanza della ricerca e sviluppo per la creazione della crescita, è essenziale per l'economia dell'Unione che la Commissione onori l'impegno assunto nella proposta del 7Pq attesa questa settimana", ha concluso Hans-werner Müller. Per consultare la versione integrale del documento di sintesi dell'Ueapme consultare: http://www.Ueapme.com/docs/pos_papers/2005/fp7_positionpaper.doc  Per seguire il dibattito sul 7Pq consultare: http://www.Cordis.lu/fp7/  
     
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