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Notiziario Marketpress di Giovedì 07 Aprile 2005
 
   
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  NUOVE REGOLE E GESTIONE DELLA DENOMINAZIONE QUESTI I SEGRETI DELL’OTTIMO 2004 DEL SOAVE  
   
  L’assemblea dei soci del Consorzio del Soave brinda al lavoro fatto approvando il bilancio consuntivo 2004 che chiude sottolineando un importante più 24% rispetto al bilancio precedente. Nel presentarlo ai soci il presidente Arturo Stocchetti ha sottolineato il ruolo del Consorzio, e dei servizi che offre, quale punto di riferimento per l’intero mondo vitivinicolo del veronese Orientale; tale ruolo è cresciuto con l’attribuzione ai consorzi di tutela dei controlli previsti dal così detto decreto “erga omnes” in applicazione del Dm 29/05/2001. Il Presidente sottolineando la rilevanza del vino Soave sia come fonte di reddito sia che come espansione della cultura e della tradizione locali, non ha nascosto la propria soddisfazione per il lavoro fatto in questi anni, ricordando la modifica dei disciplinari di produzione all’insegna della qualità e l’impegno per gestire al meglio un sistema produttivo di grandi numeri. Per l’anno in corso il Consorzio punta su numerosi progetti, tra i quali “il Soave oltre la zonazione”, alcune nuove modifiche ai disciplinari ed il progetto per la certificazione ambientale della denominazione. La discussione del bilancio 2003 è stata anche l’occasione per fare il quadro sullo stato di salute dei vini prodotti in zona.In calo la produzione, in crescita l’attenzione del mercato verso il Soave: uno scenario per certi versi inaspettato, ma senza dubbio interessante, quello emerso dai dati presentati nel corso dell’assemblea dal Presidente. Quella del 2004 è stata infatti la stagione che ha visto la minor produzione di vino Soave degli ultimi 10 anni, quantificabile in 470.000 ettolitri, di cui 330.000 di Soave Doc, 110.000 di Soave Classico, 27.000 di Colli Scaligeri e 3.000 di Soave Superiore Docg. Dall’analisi di Stocchetti, emergono due cause che hanno portato a questo risultato: in primis, le grandinate hanno recato danni ingenti lungo tutta la fascia pianeggiante a nord della Statale 11. In secondo luogo, la puntuale attività di controllo avviata dal Consorzio. Dall’altro lato, le analisi elaborate dal Consorzio sul rapporto produzione/consumo del Soave hanno evidenziato come negli ultimi anni ci sia stata una sensibile e costante riduzione delle giacenze, dovuta alle vendite, soprattutto in Italia. Il mercato sta premiando infatti il Soave, consentendo alla denominazione di riposizionarsi in maniera importante nei confronti delle altre Doc storiche veronesi. Negli ultimi tre anni, il Soave Doc ha recuperato almeno il 30-40% del prezzo. Inoltre, il Soave è l’unico vino veronese - e tra i pochi italiani - a segnare un recupero del prezzo anche nel 2004. Questo grazie al forte ritorno del consumatore a prediligere vini bianchi prodotti da vitigni autoctoni italici che presentino un buon rapporto qualità/prezzo, come è per l’appunto il caso del Soave. Un segnale positivo per la denominazione, che impegna ancor di più il Consorzio a proseguire nella sua attività di controllo. A questo proposito, grazie al piano di controlli effettuato dal Consorzio nel 2004, che consente di seguire il percorso delle partite di vino dall’arrivo delle uve in cantina all’imbottigliamento, sono stati comunicati al Ministero delle Politiche Agricole importanti risultati: più di 700 le aziende verificate per superficie e varietà, mentre per quanto riguarda le rese, 237 le aziende controllate per la denominazione Soave Doc, 14 per il Soave Superiore Docg e 31 per il Recioto di Soave Docg, per un totale complessivo di circa 500 ettari. Altrettanto importanti i numeri che riguardano le conformità rilasciate per l’attività in cantina: più di 220 quelle rilasciate per l’idoneità camerale pari a 410.000 ettolitri, ben 1.742 1e idoneità date per l’imbottigliato per oltre 220.000 ettolitri. Un lavoro importante, quello del controllo, il cui obiettivo ultimo è di tutelare il consumatore. In tal senso, rientra anche la campagna informativa “Controlliamo tutto, tranne con chi lo bevi” che Federdoc (Confederazione Nazionale dei Consorzi volontari per la tutela delle denominazioni dei vini italiani) in collaborazione con il Ministero delle Politiche Agricole, promuoverà nel corso del 2005 per sensibilizzare i consumatori sulla tracciabilità dei vini a denominazione d’origine.  
     
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