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Notiziario Marketpress di Giovedì 07 Aprile 2005
 
   
  Pagina1  
  BORSA RAPPORTO QUADRIMESTRALE SULL’ANDAMENTO : CRESCE LA FIDUCIA MILANO È LA STELLA DELL’INVERNO  
   
  Roma, 7 aprile 2005 - Per il terzo quadrimestre consecutivo gli indici azionari delle principali Borse mondiali, inclusa quella di Milano, si presentano con valori positivi, ossia in crescita rispetto ad un anno fa. Si consolida quindi un trend positivo che era divenuto chiaramente visibile già nell’analisi Eurispes dell’aprile dello scorso anno. Gli ultimi quattro mesi (fine novembre 2004-fine marzo 2005) hanno confermato l’andamento positivo, ed anzi lo hanno rafforzato e reso più convincente, sia pure limitatamente alle piazze europee e a Tokio. Fermo al palo è stato nei quattro mesi l’indice della Borsa americana (Dow Jones) con una crescita minima inferiore al quarto punto percentuale, mentre in controtendenza si è mosso il Nasdaq, che mostra una perdita di valore delle quotazioni preoccupante (-5,24%) anche per un listino sempre caratterizzato da forti oscillazioni (tabella 1). Guadagni e perdite delle principali Borse valori negli ultimi 4 mesi Novembre 2004-marzo 2005 Valori assoluti e percentuali
borse novembre 2004-marzo 2005
Variazione dell’indice Variazione percentuale
Mib 30 +2.552 +8,55
Mibtel +2.154 +9,62
S&p/mib +2.558 +8,63
Ny Dow Jones +22 +0,21
Ny Nasdaq -110 -5,24
Londra +183 +3,87
Parigi +307 +8,15
Francoforte +213 +5,15
Tokio +643 +5,88
fonte: Eurispes. Particolarmente brillante l’andamento di Piazza Affari, la crescita della quale negli ultimi mesi è stata la più soddisfacente fra quelle di tutte le Borse prese in considerazione dall’Eurispes: un incremento del 9,62% in quattro mesi, e cioè dalla fine di novembre, data alla quale fa riferimento il confronto della tabella 1; è sicuramente un dato che incute rispetto e fa persino sorgere qualche interrogativo, in particolare se confrontato con l’andamento della economia reale, che invece stenta a mandare segnali di crescita rassicuranti. Alla base della crescita delle Borse europee e in particolare di quella di Milano (e probabilmente anche di quella di Tokio) vi sono diverse cause concorrenti. Vi è, innanzitutto, una pressione, in termini macro-economici, della massa di risparmio (sia quella a disposizione delle famiglie sia quella giacente presso le istituzioni) che, se da un lato rappresenta un ostacolo per la crescita dell’economia reale, dall’altro spinge verso la crescita le quotazioni degli strumenti finanziari. Tale pressione, infatti, facendo premio sull’offerta di nuove emissioni, viene di necessità convogliata sui titoli già quotati in Borsa. Nella stessa direzione viene spinto il piccolo investitore dalla diffidenza nei confronti dei titoli a reddito fisso ad alto rendimento, la cui attrattiva è stata duramente scossa dalle vicende dei bond argentini e delle obbligazioni Parmalat. La crescita insperata e consistente dei profitti delle blue chips, si badi bene di 39 delle 40 blue chips dell’indice S&p-mib (con l’eccezione della sola Fiat che continua ad essere in perdita), è la premessa per una distribuzione corposa di dividendi e comunque superiore a quella dei titoli a reddito fisso, se misurata in percentuale del valore del capitale investito. In quarto luogo, la crescita della Borsa è alimentata dal mutato atteggiamento degli investitori. Nel corso della trascorsa stagione invernale si è verificata un’inversione delle aspettative dei risparmiatori che, per la prima volta dopo quasi tre anni, hanno mostrato un atteggiamento di fiducia nella Borsa, con un capovolgimento di tendenza che inizia proprio dal novembre scorso, data a partire dalla quale il numero degli ottimisti ha superato quello dei pessimisti. Si è quindi ricreato il circolo virtuoso della crescita: l’aumento delle quotazioni rende il pubblico più ottimista, invogliato all’acquisto e ciò, a sua volta, sospinge verso l’alto le quotazioni. L’andamento del dollaro, nei confronti del quale non vi sono al momento aspettative di una sua rivalutazione (anzi, se mai del contrario) spiega in parte la debolezza di Wall Street nei confronti delle Borse europee (ed anche di quella di Tokio). La paura di ulteriori cedimenti del dollaro, da non escludere dal momento che le banche centrali di grandi paesi come il Giappone e la Cina, oberate come sono da una grande quantità di moneta statunitense, possano in futuro rifiutarsi di accettare ulteriormente la valuta nord-americana, rende gli investitori marginali diffidenti dei titoli denominati in dollari e più propensi a privilegiare quelli denominati in euro o in yen. Il rallentamento della crescita della Borsa di New York trova un’ulteriore spiegazione nella crescita, negli Stati Uniti, del tasso di inflazione che, facendo presagire una stretta della Federal Reserve con conseguente innalzamento dei tassi di interesse, spinge gli investitori a trattenere liquidità in attesa della discesa delle quotazioni del reddito fisso e crea timori sul mercato dei mutui immobiliari che, cresciuto oltre misura negli ultimi anni, potrebbe essere colpito in maniera seria da un innalzamento dei tassi di interesse con effetti non trascurabili sulle stesse quotazioni borsistiche. Guadagni e perdite delle principali Borse valori dalle elezioni in Irak ad oggi Gennaio-marzo 2005 Valori assoluti e percentuali
Borse Gennaio Marzo Diff. %
Mib 30 31.564 32.403 +2,66
Mibtel 23.963 24.547 +2,44
S&p/mib 31.131 32.202 +3,44
Ny D Jones 10.414 10.473 +0,57
Ny Nasdaq 2.013 1.990 -1,14
Londra 4.827 4.909 +1,70
Parigi 3.848 4.073 +5,85
Francoforte 4.217 4.349 +3,13
Tokio 11.263 11.582 +2,83
fonte: Eurispes. La tabella 2 che considera l’andamento degli ultimi due mesi (da fine gennaio a fine marzo) non mostra nell’insieme valori che discostano molto dall’andamento del dato complessivo sui quattro mesi. Gennaio è il mese delle elezioni in Iraq e non pare che questo abbia influito in maniera apprezzabile sull’andamento delle diverse Borse, che non sembrano ormai dare molta importanza agli avvenimenti politici mondiali che si verificano in località decentrate rispetto ai centri decisionali della finanza (lo stesso aumento del prezzo del petrolio sembra influenzare le Borse solo con riferimento al buon andamento delle quotazioni delle società petrolifere). L’ultimo evento che ha influenzato in maniera decisa (e al ribasso) le Borse di tutto il mondo fu l’attentato alle Torri gemelle, mentre la rielezione di Bush, pur accentuando una tendenza positiva di Wall Street, ha avuto un effetto del tutto passeggero sugli umori degli investitori di qua e di là dell’Atlantico. Crescono tutte e Milano con più brio La tabella 1 ci dice che la crescita delle principali Borse mondiali non è uguale per tutte. L’incremento più consistente, un piccolo exploit, è stato messo a segno da Piazza Affari (+9,62% l’indice generale, +8,55 il Mib30 e +8,63 lo S&p/mib). Altrettanto vistoso e molto simile nel valore la crescita di Parigi (+8,15) e interessante quella del Nikkei (+5,88% in quattro mesi) apprezzabile perché nei mesi precedenti aveva avuto comportamenti assolutamente deludenti. Risultati soddisfacenti, con incrementi peraltro più contenuti, hanno offerto ai propri investitori Francoforte (+5,15%) e Londra (+3,87%) mentre, come già accennato, di poco sopra lo zero si presenta la crescita del Dow Jones ed addirittura negativo il Nasdaq (-5,24% nei quattro mesi). Si può comunque osservare che – ora con maggiore forza, ora più debolmente – l’andamento positivo delle principali Borse mondiali iniziato nella primavera del 2003 si è mantenuto nei mesi successivi sino ad oggi, divenendo però meno omogeneo fra le diverse Piazze in questi ultimi quattro mesi, con incrementi di dimensioni assolutamente non comparabili, andando dal quasi 10% di Milano al misero 0,21 di Wall Street. Un anno di soddisfacenti incrementi Se allarghiamo la prospettiva e spostiamo l’attenzione agli ultimi dodici mesi ed instauriamo il confronto con il marzo dello scorso anno (tabella 3), vediamo che rispetto a quella data tutte le Borse (tranne Tokio) segnano andamenti positivi, dimostrando un recupero dopo il crollo del 2000/2002, indotto dall’effetto congiunto dello sgonfiamento della bolla speculativa dei due anni precedenti, dall’effetto deprimente dell’attentato alle Torri gemelle e dell’attesa della guerra in Iraq. Guadagni e perdite degli indici generali delle principali Borse valori nell’ultimo anno Marzo 2004-marzo 2005
borse marzo 2004-marzo 2005
Variazione dell’indice Variazione percentuale
Mib 30 +5.064 +18,52
Mibtel +4.201 +20,65
Ny Dow Jones +118 +1,14
Ny Nasdaq -6 -0,30
Londra +501 +11,37
Parigi +446 +12,30
Francoforte +471 +12,15
Tokio -123 -1,05
fonte: Eurispes. La crescita è stata notevole, pur se disomogenea, e, in prospettiva, più ricca e consistente di quella che, mese per mese, è stata percepita dagli operatori, a causa di non poche oscillazioni ed incertezze che hanno impresso a tutte le Borse un andamento altalenante (si pensi, ultima in ordine di tempo, alla battuta d’arresto seguita alla strage di Madrid). Se Tokio ha fatto registrare una perdita dell’1% e New York un piccolo incremento di solo l’1,14%, Londra, Parigi e Francoforte hanno offerto ai propri cassettisti aumenti superiori al 10% e Milano rendimenti molto vicini al 20% (+20,65% del Mibtel, ma anche un ricco 18,52% del Mib 30). Per la prima volta negli ultimi anni, le Borse europee non sono state trainate dall’andamento di quella americana, mostrando una tenuta ben maggiore nell’arco dei dodici mesi. È probabile che sui discordi andamenti di qua e di là dell’Atlantico abbia influito la quotazione del dollaro, che indebolendosi ha trascinato con sé Wall Street, mentre l’euro robusto (ed anche la sterlina) ha incoraggiato gli investimenti sulle Piazze europee, mentre resta sempre preoccupante (ed oscillante nel periodo più lungo) il Nikkei. Le variazioni del cambio fra dollaro ed euro hanno avvantaggiato gli operatori statunitensi con portafogli europei, mentre simmetricamente hanno ridotto il vantaggio di coloro che, residenti nell’eurozona, avevano investito oltreoceano. Se, nel confronto a distanza di un anno, si nota un andamento diverso delle Borse analizzate, non si può tuttavia non concludere che i dodici mesi passati sono stati ricchi di soddisfazione per i risparmiatori in Borsa. La buona tenuta dei titoli italiani negli ultimi quattro mesi e la continuità della crescita dell’indice per tutto l’arco dell’anno mettono in evidenza la prestazione di Piazza Affari, la Borsa con il miglior incremento anche nel confronto lungo i dodici mesi. Stupisce che la Borsa italiana si presenti oggi più promettente delle altre, dal momento che gli scandali Cirio e Parmalat dovrebbero aver minato la fiducia dei piccoli investitori, ed anche perché le prospettive di ripresa dell’economia reale continuano ad essere oscurate da grigie nubi. Il punto di svolta dell’andamento borsistico mondiale viene, come noto, identificato con l’ottobre del 2002, come si evince dal grafico, anche se poi, nell’attesa della guerra in Iraq, si era verificata una flessione dell’andamento crescente degli indici. La tabella 4 assume come punto di partenza proprio l’ottobre del 2002 e confronta le prestazioni delle diverse Borse a partire da allora. Partendo da quella data, quando la maggior parte delle Borse avevano toccato il loro minimo, risultano più efficienti le Borse di Francoforte e il Nasdaq (gli indici dei quali, peraltro, erano quelli che avevano subito i tracolli più vistosi), ma anche Milano si comporta in maniera apprezzabile, facendo registrare un più 55% del Mibtel ed un più 53% del Mib 30. Variazioni degli indici generali delle principali Borse valori dal 2002 ad oggi Ottobre 2002-marzo 2005
borse v.a. numeri indice
Ott. 2002 Nov. 2002 Luglio 2003 Nov. 2003 Mar. 2004 Luglio 2004 Nov. 2004 Marzo 2005 Ott. 2002 Nov. 2002 Luglio 2003 Nov. 2003 Mar. 2004 Luglio 2004 Nov. 2004 Marzo 2005
Mib 30 21.006 25.358 25.500 26.814 27.339 27.102 29.851 32.403 100,0 121 121 128 130 129 142 154
Mibtel 15.709 18.438 18.696 19.966 20.346 20.362 22.393 24.547 100,0 117 119 127 129 130 143 156
Ny D. Jones 7.501 8.776 9.266 9.755 10.355 10.023 10.451 10.473 100,0 117 124 130 137 134 139 139
Ny Nasdaq 1.210 1.467 1.735 1.944 1.996 1.854 2.100 1.990 100,0 121 143 161 164 153 174 163
Londra 3.730 4.097 4.148 4.385 4.408 4.305 4.726 4.909 100,0 110 111 118 118 115 127 132
Parigi 2.694 3.255 3.164 3.415 3.627 3.548 3.766 4.073 100,0 121 117 127 134 132 140 151
Francoforte 2.622 3.245 3.416 3.735 3.878 3.783 4.136 4.349 100,0 124 130 142 148 144 158 166
Tokio 8.836 8.883 9.839 9.870 11.705 11.095 10.939 11.582 100,0 101 111 112 132 126 124 131
fonte: Eurispes. La Borsa di Milano non si comporta male, se confrontata con le altre principali Borse: solo il Nasdaq e Francoforte segnano da quell’ottobre incrementi significativamente più consistenti della Borsa italiana, ma è bene ricordare che entrambe queste Piazze avevano avuto nei due anni precedenti crolli più disastrosi rispetto a quello di Milano. Il recupero, pur essendo netto, è però ancora lontano dal compensare le perdite che avevano fatto precipitare tutte le Borse cinque anni fa (a seguito della bolla che aveva gonfiato le Borse di tutto il mondo al passaggio del millennio) perdite che, avendo decurtato pesantemente i portafogli dei risparmiatori di tutto il mondo, mantengono i listini ancora lontani dai valori del 2000, quando iniziò la discesa nel tunnel (tabella 5). Guadagni e perdite degli indici generali delle principali Borse valori in 5 anni Anni 2000-2005 (marzo) Valori assoluti e percentuali
borsemarzo 2000-marzo 2005
Variazione dell’indice Variazione percentuale
Mib 30 -15.942 -32,98
Mibtel -8.221 -25,09
Ny Dow Jones -508 -4,63
Ny Nasdaq -2.907 -59,36
Londra -1.802 -26,85
Parigi -2.414 -37,21
Francoforte -3.562 -45,03
Tokio -8.745 -43,02
fonte: Eurispes. Se si confrontano gli indici generali di Milano e delle principali Borse mondiali del marzo di cinque anni fa con quelli di oggi, vediamo infatti che esse, nonostante il consistente recupero dell’ultimo anno, fanno ancora registrare diminuzioni pesanti dell’ordine di un quarto (25%) del Mibtel e di un terzo (33%) del Mib 30 a Milano, di oltre un quarto per Londra, del 37% per Parigi, del 45% per Francoforte e di quasi il sessanta per cento (59,4) per il Nasdaq. Anche l’indice che meglio ha resistito alla bufera, il Dow Jones di New York, continua a mostrare una variazione negativa, che, pur se ben più contenuta, è ancora significativa: -4,63%.. Tale quadro tendenzialmente sempre meno negativo, ma non ancora positivo, è riassunto dal grafico 2. Si vede chiaramente, nel paragone con il 1999 (che viene preso come anno di confronto) la posizione tutto sommato dignitosa degli indici della Borsa milanese e la posizione più pesante di quegli indici, come il Nasdaq ed il Nikkei, che prima degli altri avevano innestato il processo di discesa. In particolare gli indici della Borsa di Milano, se sono ancora lontani dalle quotazioni raggiunte nel 2000, sono però ormai molto vicine a quelle del 1999, che forse possono essere considerate più adatte come benchmark, potendosi attribuire la crescita del 2000 al gonfiamento speculativo. La Borsa di Milano La Borsa del nostro Paese, non diversamente dalle principali Borse mondiali, continua la sua crescita che dura ormai da oltre un anno con incrementi che si sono fatti più convincenti negli ultimi mesi. L’andamento, tuttavia, non è lo stesso per i diversi settori di attività delle imprese quotate. La tabella 6 fornisce i dati dell’andamento dei tre maggiori comparti fra quelli nei quali si è usi distinguere i titoli quotati: industriali, servizi e finanziari. Il buon incremento negli ultimi dodici mesi dell’indice Mibtel (che è maggiore, come abbiamo visto nella tabella 3, del 20%), è superato dagli apprezzabili aumenti dei finanziari e degli industriali (+25% e +24%, rispettivamente) che confermano e migliorano i positivi andamenti già registrati a novembre. I titoli delle aziende di servizi, pur inferiori all’indice generale, sono tuttavia anch’essi del tutto soddisfacenti, registrando, nell’anno, una crescita del 19,26%. Anche negli ultimi quattro mesi (prima colonna della tabella 6) tutti e tre i comparti mostrano un andamento positivo con prestazioni positive per gli industriali (+8,87%), meno soddisfacenti per i servizi (+6,89) e con un segnale fortemente positivo (+12,74) per i finanziari. Nella terza colonna della tabella 6 vediamo anche l’andamento dei tre grandi comparti sulla distanza dei cinque anni, ossia con l’anno nel quale l’indice aveva toccato il suo massimo. Se la Borsa di Milano, come si è già visto, sta ancora scontando pesantemente le perdite accumulate negli anni passati, fa piacere constatare che sono proprio i titoli industriali ad aver meglio retto nel confronto con il 2000. Infatti, mentre i titoli dei finanziari sono ancora sotto, rispetto ai valori di tre anni fa, dell’11% e quelli dei servizi del 40%, gli industriali hanno quasi raggiunto la parità con i valori del 2000 (ovviamente in termini monetari correnti, senza quindi tener conto della perdita di potere d’acquisto della moneta) Variazioni dei tre indici settoriali della Borsa di Milano Anni 2000-2005
Settori Variaz. % Mar. 2005/nov. 2004 Variazione % 2005/2004 Variazione % 2005/2000
Industriali +8,87 +24,38 -0,90
Servizi +6,89 +19,26 -39,76
Finanziari +12,74 +24,90 -10,91
fonte: Eurispes. La crescita della Borsa di Milano è confermata dall’andamento dei volumi trattati.(tabella 7). Dopo il crollo del 2001, vi è stato un incremento costante dei volumi trattati: ma l’aumento è stato particolarmente sensibile nei mesi a noi più vicini e, in particolare, nel mese di febbraio di quest’anno si è superato il valore degli scambi giornalieri raggiunto nel 2000. Allora si toccò la punta di 3 miliardi e 422 milioni di euro trattati giornalmente in media, nel febbraio scorso si è arrivati a 3 miliardi e 445 milioni di euro, confermando l’aumentata appetibilità del mercato azionario. I valori delle capitalizzazioni (calcolate al valore delle quotazioni complessive) dei titoli della Borsa milanese mostrano, come è da attendersi, livelli ancora inferiori a quelli raggiunti nel 2000, in parallelo con l’andamento delle quotazioni e dell’indice generale che, come si è visto, non si è ancora riportato alle altezze raggiunte allora. Naturalmente le capitalizzazioni non seguono esattamente lo stesso andamento delle quotazioni, essendo influenzate, oltre che dal prezzo dei titoli, anche dalle cancellazioni e dalle nuove iscrizioni. Tuttavia si può affermare che chi avesse avuto un valore azionario di 100.000 euro nel marzo del 2000 equamente distribuito fra i principali titoli della nostra Borsa e non avesse comprato e venduto nulla nel frattempo, si troverebbe oggi con un patrimonio di circa 74.000 euro. Scambi azionari nella Borsa di Milano (anni 1999-2004 e gennaio e fabbraio 2005)
Anni Totale scambi azionari (milioni €) Media giornaliera degli scambi az. (Ml €)Diff. % rispetto al periodo precedente
2005 (febbraio) 141.230 3.445 +4,90
2005 (gennaio) 68.958 3.284 +15,18
2004 732.592 2.851+5,78
2003 679.017 2.695+7,15
2002 633.659 2.515-3,67
2001 658.042 2.611-23,69
2000 869.135 3.422+71,27
1999 507.425 1.998-
fonte: Eurispes su dati Borsa Italiana. Capitalizzazione dei titoli del Mercato azionario della Borsa di Milano(*) Anni 2000-2005 Valori in milioni di euro
mercato azionario
Anni Capitalizzazione Differenza rispetto all’anno precedente V.a. Differenza rispetto all’anno precedente %
2005 (febbraio) 607.924 +8.938 +1,49
2005 (gennaio) 598.986 +18.105 +3,11
2004 580.881 +93.435 +19,16
2003 487.446 +29.454 +6,43
2002 457.992 -134.327 -22,67
2001 592.319 -226.065 -27,62
2000 818.384 +91.818 +12,63
1999 726.566 - -
(*)sono compresi anche Nuovo Mercato e Mercato Ristretto. Fonte: Eurispes su dati Borsa Italiana. Dando infine una veloce lettura alla tabella 9, dove si sono isolate alcune delle aziende guida del panorama azionario italiano, si vede quali siano stati i titoli che sono cresciuti nel corso degli ultimi quattro anni: essi sono, fra quelli scelti dall’Eurispes, solo quattro: Autostrade, Enel, Eni e Saipem. L’incremento più consistente è stato messo a punto dall’Eni con un aumento che sfiora il 400 per cento. L’ente petrolifero aveva visto le quotazioni delle proprie azioni salire durante i due anni e mezzo di crisi generalizzata di tutte le Borse, giungendo ad essere quotato sopra i 16 euro per scendere a 13 euro mentre gli indici generali davano vivaci segni di ripresa e risalire infine, nuovamente, a fronte della contrazione dell’offerta da parte dei paesi del cartello dell’Opec negli ultimi mesi, sopra i fatidici 16 euro per arrivare ormai a lambire i 20 euro (per l’esattezza:19,94 euro). Alcuni titoli hanno invece seguito l’andamento dell’indice generale, cedendo sino all’inverno 2002-2003 e riacquistando smalto negli ultimi due anni, ma restando comunque al di sotto delle loro quotazioni di cinque anni fa: fra queste ricordiamo Mediaset e, soprattutto, Bulgari che negli ultimi due anni ha raddoppiato il proprio valore monetario. Prezzo di riferimento delle azioni di titoli quotati di alcune aziende italiane nella Borsa di Milano Anni 2000-2005
Aziende 2000 2001 2002 2003 2004 2005
Aem 5,820 2,507 1,925 1,207 1,501 1,670
Alitalia 2,187 1,618 0,956 0,200 0,244 0,228
Autostrade 7,859 6,759 8,599 10,310 14,510 19,942
Bnl 3,773 3,488 2,560 1,200 1,829 2,440
Bulgari 11,014 11,517 9,966 3,980 7,157 9,091
Enel 4,693 3,607 6,345 5,140 6,469 7,432
Eni 5,032 6,974 16,153 12,690 16,275 19,912
Espresso 21,305 6,394 4,374 3,290 4,827 4,681
Fiat 28,865 23,895 15,989 5,880 5,552 5,583
Generali 29,260 35,065 28,375 19,830 20,920 25,070
Luxottica - 16,550 22,290 10,440 12,725 15,976
Mediaset 22,390 10,509 9,801 7,070 9,127 11,091
Mediolanum 17,844 11,006 10,243 4,140 5,080 5,275
Monte Paschi 3,500 3,879 3,200 2,160 2,396 2,531
Pirelli 2,885 3,770 1,832 0,750 - 0,962
Saipem 4,643 6,800 6,849 5,890 7,720 9,637
Telecom 17,228 11,377 9,844 6,270 2,541 2,929
Tim 13,272 7,390 5,591 3,990 4,587 5,155
Tiscali 790,585 15,474 9,810 3,880 4,678 2,778
fonte: Eurispes. Andamento del comparto dei Fondi comuni d’investimento di diritto italiano nella Borsa di Milano al 25-3-2004 Febbraio 2000-febbraio 2005
Fondi comuni d’investimento di diritto italiano Patrimonio (mil. €) 2000 Patrimonio (mil. €) 2001 Patrimonio (mil. €) 2002 Patrimonio (mil. €) 2003 Patrimonio (mil. €) 2004 Patrimonio (mil. €) 2005 Diff. % 2000/ 2005 Diff. % 2004-2005
Azionari 208.847 191.127 153.403 93.179 118.116 124.585 -40,35 +5,48
Altre spec. 26.585 19.695 6.903 3.563 2.422 2.504 -90,58 +3,39
America 16.911 20.735 22.333 13.216 20.738 19.551 +15,61 -5,72
Area-euro 17.331 16.523 11.162 3.889 4.947 5.343 -69,17 +8,00
Europa 50.237 51.498 40.254 23.065 30.539 35.066 -30,20 +14,82
Internazionali 22.375 - 18.375 11.163 14.599 15.224 -31,96 +4,28
Italia 36.316 31.622 21.629 13.115 15.932 17.533 -51,72 +10,05
Pacifico 30.553 17.939 12.797 7.223 11.788 13.517 -55,76 +14,67
Paesi emergenti 8.537 7.058 5.933 3.269 5.099 5.827 -31,74 +14,28
Bilanciati 62.674 77.296 57.507 38.195 36.731 41.785 -33,33 +13,76
Flessibili 7.355 7.367 8.135 11.651 17.563 15.489 +110,59 -11,81
Liquidi 23.367 27.513 56.150 88.878 106.301 95.099 +306,98 -10,54
Obbligazionari 255.350 228.585 237.361 233.713 234.596 253.846 -0,59 -8,21
Area-dollaro 5813 5807 5526 4024 - - - -
Altre spec. 16.375 12.899 13.852 - 20.158 31.083 +89,82 +54,20
Area-euro B. Term 79455 56007 87297 109828 101033 97735 +23,01 +3,26
Area-euro Ml Ter. 67385 78314 68904 62305 58950 63134 -6,31 +7,1
Area-europa 8264 8232 6390 4261 - - - -
Area-yen 447 733 574 477 761 792 +77,18 +4,07
Internazionali 27960 27659 23127 15300 - 9611 -65,63 -
Misti 46.116 35.492 28.595 20.396 19.858 23.370 -49,32 +17,69
Paesi emergenti 3.532 3.438 3.092 2.354 2.711 3.423 -3,09 +26,26
fonte: Elaborazione Eurispes su dati Assogestioni. Una nota positiva, infine, viene anche dai fondi comuni d’investimento, tendenzialmente in crescita, in sintonia ovviamente con l’andamento delle principali Borse.
 
     
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