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Notiziario Marketpress di Lunedì 11 Aprile 2005
 
   
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  UE BILANCIO 2003: SI AL DISCARICO MA PIÙ RIGORE NEI CONTROLLI  
   
  Bruxelles, 11 aprile 2005 - La Plenaria procederà ad una discussione comune in merito a cinque relazioni relative al discarico del bilancio dell'Unione europea 2003 adottate dalla commissione per il controllo dei bilanci. Il sistema dei controlli della spesa Ue è nuovamente criticato dai deputati che chiedono insistentemente un suo rafforzamento e norme più vincolanti per gli Stati membri. Inoltre, essi ribadiscono che il Parlamento deve essere libero di fissare a Bruxelles la sua sede unica di lavoro. La commissione si pronuncia anche sullo statuto dei deputati e sul regime dei loro assistenti, nonché sulla politica immobiliare del Parlamento e chiede che siano prese misure antifumo più rigorose nei suoi locali. Migliorare i controlli degli Stati membri sulle spese comunitarie La commissione per il controllo dei bilanci raccomanda alla Plenaria di concedere il discarico per i conti del 2003, ma puntualizza in una risoluzione annessa che i sistemi di controllo degli Stati membri debbono essere rivisti al più presto affinché siano corretti i loro errori. A tal fine, la relazione di Terence Wynn (Pse, Uk) propone che l'autorità di gestione degli Stati membri (ad esempio il Ministero delle Finanze) dichiari ogni anno, prima di procedere alle spese, «che vengono applicati adeguati sistemi di controllo in grado di fornire garanzie sufficienti nell'ottica della responsabilità della Commissione». L'esecutivo è quindi invitato a presentare una relazione volta a studiare la possibilità di concludere un protocollo con gli Stati membri a tale scopo. La relazione ammonisce Commissione e Consiglio: se tale principio di notifica delle autorità di gestione non fosse accettato, il Parlamento potrebbe avere difficoltà a trovare un accordo sulle prossime prospettive finanziarie. La creazione di un tale meccanismo è resa necessaria dal fatto che i sistemi di controllo esistenti non permettono di garantire la legalità e la regolarità delle operazioni quando la responsabilità della spesa ricade sulla Commissione e sugli Stati membri (gestione concorrente). Infatti, i controlli centralizzati della Commissione non permettono, da soli, di risolvere il problema, mentre gli Stati membri non sempre gestiscono i crediti comunitari con la stessa attenzione accordata a quelli nazionali. Il rafforzamento del sistema di controllo s'impone anche perché la dichiarazione di affidabilità della Corte dei Conti (Das), pur permettendo di stabilire se le risorse sono state utilizzate in modo regolare e legale, non consente di valutare l'efficacia della spesa comunitaria. Così, anche se il denaro è stato speso in modo regolare e legale, niente consente di appurare che questo non sia stato sprecato. Riguardo al modello di controllo unico, reclamato dal Parlamento dal 2002 per migliorare la situazione, la commissione per il controllo dei bilanci prende nota con interesse delle raccomandazioni della Corte dei Conti che ipotizzano anch'esse l'attuazione di un modello del genere. Il Consiglio, infine, è invitato a concretizzare le sue intenzioni attraverso la creazione di un gruppo d'esperti incaricati di rivedere il funzionamento del controllo e della revisione dei conti dell'Unione, in modo particolare per quanto riguarda la gestione condivisa da Commissione e Stati membri. La sede del Parlamento dev'essere Bruxelles Con l'adozione a larga maggioranza della relazione di Ona JukneviČienĖ (Alde/adle, Lt), la commissione per il controllo dei bilanci propone al Presidente il discarico dell'esecuzione del bilancio 2003 del Parlamento, sottolineando che, come negli esercizi precedenti, è stato raggiunto un livello molto elevato d'esecuzione finanziaria. In una risoluzione annessa, la commissione osserva che tale risultato è stato ottenuto soprattutto grazie alla politica immobiliare del Parlamento che, invece di affittare, ha acquistato i suoi edifici. Sottolineando poi con soddisfazione che il Parlamento è una delle rare «piccole» istituzioni ad aver attuato il nuovo regolamento finanziario, i deputati si chiedono tuttavia se la complessità del dispositivo di controllo in vigore non sia sproporzionata, tenuto conto che il bilancio del Parlamento è essenzialmente amministrativo. I deputati, tra le altre cose, ritengono che spetti al Parlamento stabilire la sua sede che, in una logica di razionalizzazione dei costi, dovrebbe essere Bruxelles. La proposta di risoluzione, infatti, sottolineando che «la maggior parte dell'attività parlamentare si svolge a Bruxelles, dove hanno sede le altre principali istituzioni dell'Unione», afferma che «l'ubicazione più logica per una sede unica sarebbe pertanto Bruxelles». Riguardo alle indennità dei deputati, la commissione «appoggia l'iniziativa presa dall'attuale presidenza dell'Unione europea di pervenire ad un accordo sullo statuto dei deputati, introducendo una remunerazione unica per i deputati al Parlamento europeo». L'accresciuta disparità di remunerazione tra i deputati che è venuta a crearsi dopo l'allargamento ha contribuito a sostenere tale posizione. Nondimeno, la risoluzione ritiene che, anche in assenza di uno statuto comune, dovrebbe essere possibile concepire un sistema chiaro, trasparente ed equo. Tuttavia, una volta adottato lo statuto, con l'attuazione di un regime pensionistico identico per tutti i deputati, dovrebbe cessare ogni contributo del bilancio del Parlamento a un fondo pensionistico volontario. Infine, rivolgendosi all'Ufficio di Presidenza del Parlamento, i deputati deplorano la mancanza di chiarezza riguardo al regime di sicurezza sociale degli assistenti parlamentari. Essi, inoltre, giudicano inaccettabile l'autorizzazione a fumare negli uffici del Parlamento e sollecitano con urgenza delle misure volte a ridurre il tabagismo. A questo proposito chiedono ai questori di designare una zona per fumatori chiaramente definita e ben areata.  
     
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