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Notiziario Marketpress di Lunedì 09 Febbraio 2004
 
   
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  SPAGHETTI AL POMODORO PER DIFENDERE LA PROSTATA  
   
  Carrara , 9 febbraio 2004 – Per difendere la prostata niente di meglio di una dieta a base di spaghetti al pomodoro. Parola di un gruppo di ricercatori dell’università dell’Illinois (Chicago) che hanno appena pubblicato sul Journal of the National Cancer Institute i risultati di uno studio in cui si esalta il ruolo delle terapie vegetali nella lotta contro alcuni tipi di cancro. Lo studio ha usato come campione un gruppo di 32 uomini colpiti da adenocarcinoma e la ricerca ha appunto messo in evidenza i benefici effetti sull’andamento del cancro della prostata di una dieta ricca di pasta al pomodoro. Rimbalzata oggi a Carrara, ai margini di un convegno sulla fitoterapia organizzato nel quadro di Erbexpo 2004, seconda edizione del Salone dell’erboristeria e del termalismo, la notizia conferma l’efficacia di sostanze naturali (come il licopene, il pigmento rosso dei pomodori del pomodoro, o gli isoflavoni della soia) nella terapia complementare del cancro alla prostata. Ecco come si è svolto lo studio. Tre settimane prima dell’intervento chirurgico sul tumore, i medici hanno sottoposto tutti i pazienti a una dieta a base di pasta condita con sugo di pomodoro contenente circa 26.8 mg di licopene. Prima e dopo le tre settimane hanno anche controllato il sangue dei pazienti per accertare il livello dell’antigene specifico della prostata(il Psa). Un alto valore di Psa è infatti sinonimo di malattia alla prostata e i vari livelli ne indicano l’andamento. Lo studio ha dunque accertato che in tre settimane il livello di Psa è sceso in media del 17,5% e addirittura del 28,3% nei pazienti che avevano mangiato pasta al pomodoro con maggiore abbondanza. Si conferma così, per via alimentare, quanti gli immunologi avevano già scoperto studiando gli effetti del licopene su un campione di fumatori. Sottoposti a terapia con 40 milligrammi al giorno di licopene contenuto in 330 millilitri di succo di pomodoro, i pazienti hanno risposto con miglioramenti statisticamente significativi. Una dimostrazione dell’influenza delle abitudini alimentari sulla biologia del tumore alla prostata è peraltro fornita anche da un studio condotto alla Duke University di Durham (North Carolina). La ricerca ha provato che una dieta povera di grassi ma arricchita di acidi grassi polinsaturi omega-3 può ridurre il livello di Psa e la stessa proliferazione cellulare del tumore. Anche i pazienti sottoposti a questo particolare regime alimentare hanno alla fine esibito differenze statisticamente significative rispetto a pazienti trattati con una nomale alimentazione.  
     
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