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Notiziario Marketpress di Mercoledì 09 Giugno 2004
 
   
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  DAL GENOMA ALLA NUOVA TBC, LE SFIDE DELLA MEDICINA DI LABORATORIO A CONGRESSO 3000 SPECIALISTI PER DISCUTERE DI CANCRO, CARDIOPATIE, VIRUS E BATTERI. FIERA DI PADOVA, 8 – 11 GIUGNO  
   
  Padova, 9 giugno 2004 - Un sistema sanitario efficiente, basato sulla prevenzione e la ricerca, è decisivo per una società moderna. Dunque razionalizzare sì, razionare no. Con questo messaggio indirizzato al mondo della politica si è aperta stamani a Padova la Settimana Nazionale di Medicina di Laboratorio, ovvero il congresso Medlab 2004 che per quattro giorni metterà a confronto oltre 3000 specialisti italiani delle associazioni scientifiche Sibioc (biochimici clinici) e Amcli (microbiologi). Nella circostanza Sibioc e Amcli celebrano i rispettivi congressi (36° e 33°) presieduti da due noti specialisti dell’Università di Padova: i professori Mario Plebani, direttore del Dipartimento di Medicina di Laboratorio, e Giorgio Palù, ordinario di microbiologia e virologia e presidente della Società Italiana di Virologia. Insieme hanno presentato oggi Medlab 2004 fiancheggiati dai presidenti di Sibioc (Luca Deiana, Università di Sassari, noto per la ricerca Akea sui geni dei centenari sardi) e di Amcli (Enrico Magliano, Università di Milano). Tra i principali argomenti in programma, i progressi della genetica, della proteomica, della farmaco-genomica; le nuove sfide della ricerca sul cancro e sulle patologie cardiache, ma anche le vecchie e recenti minacce di batteri e virus, non escluso il rischio del bioterrorismo. “Invece di pensare a toglierci fondi”, ha spiegato Magliano, “i nostri governanti hanno molti buoni motivi per investire nella medicina di laboratorio. Il primo è che il risparmio sta proprio nell’investimento, perché si possono evitare spese e guai peggiori solo garantendo agli italiani assistenza adeguata, energie alla ricerca e lotta anche contro virus e batteri ritenuti sconfitti, in realtà più forti di prima”. Plebani ha peraltro ricordato le nuove sfide della scienza dopo la mappatura del genoma. “Potenzialmente è una rivoluzione”, ha detto, “ma dobbiamo ancora capire un’infinità di cose: i geni che davvero determinano le malattie, il ruolo delle proteine da essi prodotte, il modo in cui si scambiano i segnali e tanti problemi dalla cui soluzione dipendono vita e benessere di milioni di persone e forse dell’umanità”. Uno dei temi di rilievo del congresso Sibioc è, per esempio, quello delle trombofilie, una patologia influenzata da fattori che possono interessare il 10% degli italiani. “Il rischio che vari difetti molecolari si sommino è abbastanza elevato”, ha detto Plebani, “e l’incidenza della malattia, normalmente dell’1 x 1000, può aumentare fino a 20 volte. La trombofilia ereditaria, in particolare, comporta rischi durante gravidanza e puerperio. L’esame di laboratorio è dunque essenziale per varare terapie preventive”. Del resto, ha insistito Deiana, la medicina moderna si basa ormai moltissimo sulla medicina di laboratorio: “Nessuna branca della medicina specialistica, ne’ di quella generale”, ha aggiunto, “può avere dignità scientifica senza il contributo del dato di laboratorio”. Una rivendicazione di competenza valida tanto per i biochimici clinici quanto per i microbiologi. C’è infatti un continuo emergere e ri-emergere di microrganismi che consiglia di stare sempre in guardia. Tralasciando l’inedito virus Hiv dell’Aids, restano da combattere malattie endemiche (morbillo, l’influenza), ma anche patologie infettive su cui si è gridato vittoria troppo presto. Ha detto Magliano: “Certe forme di Tbc, polmoniti, meningiti sono perfino più agguerrite: 30 anni fa in Italia si pensava di aver sterminato lo pneumococco, oggi il 7% delle infezioni resiste alla penicillina. In questa situazione come si fa a parlare di tagli alla sanità e alla ricerca?”. Infolink: http://www.Sibioc.it  http://www.Amcli.it  
     
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