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Notiziario Marketpress di Lunedì 28 Giugno 2004
 
   
  Pagina5  
  PROFESSIONI ICT: EFFERVESCENZA IN CALO MA SEMPRE AL TOP  
   
  Milano, 28 giugno 2004 - La dinamica retributiva frena. Più tempo per cambiare azienda. Consulenti e co-co-co al 15% della forza lavoro. Il 25% degli "over 40" ha subìto interruzioni di carriera. Ma le condizioni si mantengono interessanti e gli insoddisfatti sono solo il 22%: le professioni Ict si confermano di riferimento per i giovani, le donne e per le scolarità più elevate. Sono più stanziali, non godono più dell'escalation retributiva degli anni d'oro, alcuni ripiegano sulle consulenze e chi ha più di 40/50 anni non ha sempre vita facile. Ma credono nel mestiere, sanno che stanno meglio che in altri settori o uffici, fra loro cresce la quota di donne e giovani a elevata scolarizzazione, e anche chi incappa in qualche infortunio di carriera si ricolloca. Questo il quadro tracciato da "Ict - Professioni & Carriere 2004" la seconda indagine nazionale sull'evoluzione lavorativa, retributiva e formativa delle figure professionali legate all'informatica e alle telecomunicazioni (Ict: Information & Communication Technology). L'indagine 2004 - condotta ad aprile, dando voce agli specialisti delle imprese Ict e delle aziende utilizzatrici (banche, aziende manifatturiere, servizi) di ogni dimensione - è stata realizzata in partnership da Linea Edp (il più diffuso settimanale di informatica in Italia), Assinform (Associazione delle aziende di informatica, telecomunicazioni e dei contenuti multimediali aderente a Confindustria) e Ictsquare (il portale Internet in Italia per i servizi ai professionisti Ict). La rilevazione, che ha anche trattato aspetti nuovi, come la condizione delle donne e degli ultraquarantenni, si è avvalsa di questionari via Internet (grazie anche alla collaborazione dei siti Jobpilot.it, Manager.it e Aspitalia.com). L'elevato numero di rispondenti (1044) ha permesso di evidenziare: la prevalenza dei giovani e una quota crescente di donne. L'età media dei rispondenti è di 35,8 anni (33,9 per le donne) e il 75,9 % di essi ha fra i 20 e i 40 anni; la percentuale femminile, anche se ancora limitata (16,7%), è risultata in crescita sulla corrispondente indagine 2003 (15%); una scolarizzazione elevata, in generale e ancora di più fra le donne. Il 60,2% ha un titolo che va dalla laurea breve in su. Per le donne la percentuale è più elevata, pari all'80,3%; una diffusione dei mestieri Ict che va ben oltre i confini del settore: il 45,9% dei rispondenti è nelle aziende utilizzatrici (17,5% servizi, 8,8% industria, 7,2% commercio, ecc.); un peso importante per le figure non dipendenti. I collaboratori esterni (a progetto, co-co-co e partita Iva), sono risultati il 14,6%. Il 7,9% opera con altre forme, mentre i dipendenti a tempo indeterminato sono il 69,5% dei rispondenti e gli assunti a tempo determinato il 4,4%; la numerosità delle figure consulenziali. I ruoli più citati sono quelli dei consulenti informatici (16,2%), dei responsabili dei sistemi informativi (8,6%); degli analisti-programmatori (7,9%), dei marketing manager (6,6%), dei project manager (6,4%) e degli account manager (6,3%); un livello retributivo medio di 38,4 mila Euro annui lordi, che però nasconde una realtà composita. Al di sopra sono i responsabili dei sistemi informativi e gli Edp manager (media: 49,5 mila Euro); gli account manager (48,8), i marketing manager (41,5), i project manager (39) e i consulenti senior (38,5); al di sotto sono gli analisti-programmatori (media: 28,7 mila Euro l'anno), gli specialisti di reti e sistemi (28,2), gli amministratori di sistemi (26,8), gli sviluppatori Web (24,2) e i consulenti junior (22,8), in coda alla classifica salariale; una dinamica retributiva in affanno. Oltre il 36,9% degli intervistati ha goduto di aumenti retributivi nell'ultimo anno, ma il 53,2% non ne ha avuti e il 9,9% ha visto la retribuzione diminuire. Sono mancate le componenti legati ai risultati, frenate da una congiuntura difficile, nel settore e, in generale, dall'erosione delle tariffe della consulenza; un buon livello di soddisfazione per l'impiego attuale: Il 55,9% è mediamente contento, il 22,2% lo è molto e solo il 21,9% è deluso. I più soddisfatti sono, top manager a parte, gli specialisti di reti/sistemi, i marketing manager e gli Edp manager. Lo sono meno gli account manager, gli analisti-programmatori e gli sviluppatori Web, con livelli di insoddisfazione fra il 32 e il 34% dei casi, doppi di quelli rilevati per le figure più soddisfatte;. Qualche preoccupazione per l'impiego e il clima aziendale: fra chi è mediamente soddisfatto la percezione di un buon clima aziendale non supera il 66% dei casi, e quello della stabilità il 60,9%; una permanenza ancora breve nello stesso ruolo: da 3 a 5 anni per il 37,4% dei rispondenti e di soli 2 anni per il 19,5% (rispettivamente, il 35 e il 30% nel 2003). La fedeltà all'azienda "più elevata" è l'effetto di una stagnazione che riduce le occasioni, ma che non intacca l'attitudine alla mobilità delle figure Ict. Solo il 38,2% dei rispondenti non punta a cambiare ruolo, mentre il 15,9% lo vorrebbe fare stando nella stessa azienda e il 45,9% cambiando azienda. Nel 2003, chi ha cambiato ruolo lo ha fatto nel 61% dei casi cambiando azienda; l'importanza attribuita alla formazione. I programmi di formazione hanno subìto i colpi di una congiuntura difficile, ma solo il 33,7% dichiara di non avere fruito di interventi formativi negli ultimi anni, mentre il 25,7% dichiara di averne fruito l'anno prima e ben il 40,6% afferma di averne beneficiato negli ultimi 12 mesi; il ruolo chiave del passaparola per un nuovo impiego. Il 60,3% dei rispondenti ha trovato l'ultimo impiego tramite conoscenze personali, mentre le inserzioni a stampa e le società specializzate sono servite rispettivamente nel 12,1% e 9,1% dei casi. Si confermano forti i canali Internet (11,7% dei casi) e gli stage (6,8%). Lo stage, ovviamente, pesa di più nella ricerca del primo impiego (12,9% dei casi), così come avviene per le inserzioni sulla stampa (22,1%), ma anche per il primo impiego il canale delle conoscenze continua a prevalere (53,9% dei casi); un tempo di ricerca del primo impiego relativamente breve: Il 43,7% dei rispondenti con meno di 30 anni ha trovato collocazione in tempi inferiori ai 6 mesi; una penalizzazione per le donne ancora percepita, ma meno che in passato: il 51,2% delle rispondenti avverte penalizzazioni (per carriera e retribuzione) rispetto ai maschi. E' però anche vero che il 6,4% dice di avere subito discriminazioni in passato e non più oggi; e che il 42,4% si sente trattato alla pari dei colleghi maschi; una situazione "fluida" per chi ha più di 40 (e 50) anni. Gli over 40 hanno subito interruzioni di carriera nel 24,8% dei casi, la metà conseguenti a crisi aziendali. Ma è riuscito a ricollocarsi entro 6 mesi nel 60,3% dei casi (da 6 mesi ad un anno nell'8,6% dei casi e in più di un anno nel 31 % dei casi). Gli over 50 hanno risposto adattandosi a soluzioni diverse: infatti fra i essi le collaborazioni esterne raggiungono il picco del 33,3 %. "Il rallentamento degli investimenti in nuove tecnologie si è tradotto in un raffreddamento delle dinamiche retributive e del turnover - ha dichiarato il Direttore di Assinform, Federico Barilli -. Resta il fatto che le professioni Ict si confermano ambite. E che si guardi sempre meno al sesso e all'età, e sempre più alla competenza. E questa, in tempi di allungamento della vita lavorativa, è una ragione in più per riservare maggiore attenzione e risorse all'Ict". "La situazione di freno e, in molti casi, di vero e proprio blocco del turnover esterno ha costretto le aziende a fare di necessità virtù, - ha commentato Roberto Rosti, Partner di Linneo Consulting, realizzatrice del portale Ictsquare - aprendo percorsi di carriera interni precedentemente non previsti, più "orizzontali" e meno specialistici rispetto al passato. In questi casi anche la formazione ha avuto un ruolo importante, ed il risultato finale di questo "stato di crisi" potrebbe rivelarsi il vantaggio di avere a disposizione professionalità meno specializzate e quindi più utilizzabili dal mercato". "I dati evidenziano come le professionalità Ict mantengano una propria specificità - ha concluso Roberto Bonino, Direttore Responsabile del settimanale Linea Edp - ma si avvicinino sempre più a quelle dei comparti maturi. La crescita dell'incidenza dei liberi professionisti, la maggior competenza delle figure tecniche e l'articolazione dei ruoli presenti in molte aziende sono tutti segnali di un dinamismo che contrasta parzialmente con la congiuntura sfavorevole del periodo".  
     
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