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Notiziario Marketpress di Martedì 07 Settembre 2004
 
   
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  V CONFERENZA MONDIALE SULLA TASSAZIONE AMBIENTALE PAVIA, COLLEGIO GHISLIERI, PIAZZA GHISLIERI 9, 10, 11 SETTEMBRE 2004  
   
  Pavia, 7 settembre 2004 - Questo mondo è l’unico che abbiamo. Non ci sono altre vie, se non quella di salvaguardarlo. Oltre che una grossa dose di crescita culturale e di responsabilità individuale, servono strategie comuni per la tutela dell’ambiente, sia con strumenti amministrativi sia con strumenti economici. Di progetti futuri ed esperienze acquisite in questo campo si parlerà alla V Conferenza Mondiale sulla Tassazione Ambientale, che si terrà al Collegio Ghislieri di Pavia, dal 9 all’11 settembre 2004. Questa quinta edizione, organizzata dalla Scuola Europea di Studi in Gestione Integrata dell’Ambiente dell’Istituto Universitario di Studi Superiori dell’Università di Pavia, è la prima delle Conferenze che si tiene in Europa, dopo tre appuntamenti in nord America e uno in Australia. Il programma prevede più di cinquanta interventi di accademici, rappresentanti di istituzioni pubbliche e membri di associazioni non governative. Tutto è cominciato all’inizio degli anni Novanta, quando un nuovo principio si è fatto strada anche nella classe politica, sulla scorta di una lunga riflessione da parte del mondo scientifico ed economico: la tutela dell’ambiente, bene ormai riconosciuto di primaria importanza, si può perseguire non solo tramite strumenti amministrativi, ma anche e soprattutto attraverso strumenti economici. La “tassazione ambientale” è la novità di quegli anni, che certamente non incontra il favore dell’opinione pubblica, tanto che quando l’Unione Europea propone la “Carbon tax” , contemporaneamente presenta un progetto di riduzione di altre imposte. Ed ecco la chiave della questione: mantenendo invariata la pressione fiscale sui cittadini, si cambia la composizione delle tasse, facendo pagare di più le risorse scarse e sovrautilizzate (i cosiddetti bads) e meno le risorse abbondanti e di facile reperibilità (i goods). Nasce il concetto di “riforma fiscale verde”. A parità di saldo di bilancio per le casse dello Stato, la riforma fiscale verde dovrebbe consentire un doppio dividendo: il miglioramento della qualità dell’ambiente (tramite appunto le varie forme di tassazione ambientale) e l’aumento dell’occupazione, grazie agli sgravi applicabili ad altre imposte (resi possibili proprio dall’utilizzo del gettito ottenuto dalle tasse ambientali). In altre parole, si fa pagare di più l’energia o la benzina, si mette una tassa per entrare nel centro città, ma si abbattono i costi del lavoro e le spese sociali inerenti ai lavoratori: il punto di equilibrio si può trovare su scala economica nazionale e mondiale, rimanendo all’interno dell’economia di mercato, nella quale oggi, a dire il vero, certi beni di consumo sono pagati molto meno di quello che valgono in realtà. Sembra paradossale, ma quando compriamo l’automobile, paghiamo il bollo e la benzina, non paghiamo un prezzo anche per l’inquinamento che produrremo e la congestione che inevitabilmente creeremo sulle strade, soprattutto in ambito urbano Di fatto, questa risorsa che usiamo va pagata. Per riflettere e discutere su questi temi, Larry Kreiser, con alcuni altri colleghi di varie università statunitensi ed europee, organizza nel 2000 all’Università di Cleveland la prima Conferenza Mondiale sulla Tassazione Ambientale, nata proprio con l’obiettivo di promuovere tutti gli strumenti per uno sviluppo sostenibile, basati sui diversi livelli di educazione sociale e individuale, di regolamentazione amministrativa e urbanistica e di economia e mercato. Questa quinta edizione della Conferenza Mondiale sulla Tassazione Ambientale, oltre ad affrontare i temi generali della tassazione ambientale e a valutare le esperienze dei vari Paesi del mondo in questo settore, si propone di affrontare proprio il tema della “mobilità sostenibile”, in particolare nelle città. Si tratta sommariamente di questo: l’esigenza di mobilità all’interno delle città è stata soddisfatta prevalentemente con l’utilizzo di mezzi privati di trasporto, con gli effetti ambientali negativi che si conoscono, dall’inquinamento al traffico. Oggi, in molte parti del mondo, si prende atto di dover limitare l’uso di mezzi privati con l’aiuto di strumenti economici ad hoc. Ecco allora nascere gli esempi di Londra, Singapore o della Norvegia, in cui l’accesso al centro delle metropoli si paga (a Milano fu proposto ma non attuato ed oggi è in discussione anche per Roma, Venezia e Firenze). Delle opportunità e delle difficoltà presentate da questi strumenti relativi alla “mobilità sostenibile”, si parlerà nella prima sezione della Conferenza, con le relazioni di Stefen Proost e Stephen Perkins e con gli esempi portati di Australia, Repubblica Ceca e Stati Uniti. Altro grande tema trattato nella convegno di Pavia sarà quello del cosiddetto Emission Trading, cioè lo “scambio di diritti di inquinamento”, nato con il Clean Air Act in California e adottato anche in Europa dopo la recente direttiva dell’Unione. Come è noto, nel 1998 il Protocollo di Kyoto ha stabilito certi limiti ad ogni Paese aderente per l’emissione nell’atmosfera di gas (Co2) che aumentano l’effetto serra. Lo scambio di diritti di inquinamento prevede che i Paesi che si attestano sotto la soglia stabilita per loro da Kyoto possano vendere parte dei loro diritti (la “fetta” mancante, per così dire) a Paesi che invece rischiano di sforare il tetto. Sul tema specifico dei possibili sviluppi in Europa dell’Emission Trading interverrà a Pavia l’austriaco Jos Delbeke, (Direttore della divisione Qualità dell’aria, Cambiamenti climatici, Prodotti chimici e Biotecnologia, Commissione Europea, Direzione Generale Ambiente), mentre Stephen Smith porterà l’esempio dell’esperienza inglese. Durante i tre giorni della conferenza si parlerà anche di incentivi all’utilizzo di energie alternative, di gestione urbanistica e di politiche dei trasporti. A questo proposito, per concludere la Conferenza con un esempio pratico di mobilità sostenibile, i delegati e tutti i convenuti, saranno invitati ad una gita in bicicletta alla Certosa di Pavia, il prezioso monumento che dista circa cinque chilometri dalla città. Infolink: www.Unipv.it/websgia/index.htm  
     
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