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Notiziario Marketpress di Venerdì 10 Settembre 2004
 
   
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  "TURISMO: LA PIÙ IMPORTANTE INDUSTRIA ITALIANA RISCHIA LA CASSA INTEGRAZIONE"  
   
  Con l'inizio del mese di settembre la Federazione Italiana delle Imprese Balneari, FIBA - Confesercenti, traccia una prima analisi dell'andamento della stagione balneare 2004 in Italia. "Se facciamo un preliminare bilancio della stagione estiva di quest'anno nel nostro Paese - dichiara il Presidente Nazionale, Renato Papagni - osserviamo con preoccupazione un calo complessivo sia nel numero delle presenze dei turisti che nei consumi effettuati rispetto all'anno precedente. E' vero che l'estate 2003 è stata assolutamente unica per il bel tempo continuato che ha portato sulle nostre spiagge molti turisti con un sufficiente livello dei consumi. Ma è altrettanto vero che con la stagione 2004 sono emersi con forza e grande chiarezza alcuni aspetti negativi che, da un po' di anni a questa parte, investono il settore turistico italiano e si stanno traducendo in livelli significativamente bassi di presenze e di consumi."I dati sulle presenze registrati dalla FIBA risultano i seguenti:* in regioni quali Puglia, Calabria, Liguria, Campania, Marche il calo delle presenze si è attestato intorno al 15 - 25% rispetto allo scorso anno. Percentuali che hanno interessato per lo più i mesi di giugno e luglio, con un lieve miglioramento nel mese di agosto, a partire dalla seconda decade;* in Emilia Romagna e in alcune località del Lazio e della Toscana, la flessione è del 10-15%;* sul litorale romano e in Versilia, realtà che godono per lo più di un turismo balneare di prossimità si è riusciti, più o meno, a mantenere gli standard di presenze degli anni passati. Sul fronte consumi la flessione è più marcata e varia dal 20% ad un ben 50%, perché, fa sapere il Presidente Papagni "se da una parte la flessione delle presenze ha di conseguenza influito negativamente sui consumi, dall'altra risulta evidente un dato di fatto: le famiglie in vacanze spendono di meno".Ma a che cosa deve essere imputato questo drastico calo generale? La FIBA - Confesercenti mette in evidenzia tutta una serie di concause: * le politiche economiche del Governo stanno impoverendo a forte velocità il portafoglio dell'italiano medio che ormai programma ferie non più di due settimane, ma di sette/dieci giorni al massimo prenotando camere in ambienti comodi, ma dai costi sicuramente più contenuti;* le condizioni climatiche non hanno certamente aiutato: l'estate è arrivata tardi e, dopo il suo arrivo, il bel tempo non ha goduto di grande continuità;* la qualità delle strutture turistiche: se è vero che il 70% degli italiani quest'anno ha scelto località di mare per le proprie ferie, è anche vero che forse solo un 20% del totale ha raggiunto realtà balneari per il "noto stabilimento" o per il locale alla moda;* la qualità e la funzionalità delle infrastrutture esistenti, spesso vecchie ed insufficienti ad accogliere i grandi numeri;* la competitività dei Paesi che si affacciano sul Mediterraneo: il prodotto turistico oggi offerto dallo stivale del Mediterraneo appare fortemente minato da Paesi quali la Spagna, la Grecia, la Croazia, la Tunisia che hanno saputo rilanciare il proprio sistema turistico con risultati eccellenti per qualità e competitività di prezzo;* la mancanza di un’adeguata promozione turistica del sistema "turismo- vacanza": eccezion fatta per alcune realtà, non si è riusciti a mettere in campo azioni di comunicazione e promozione, in Italia come all'estero, dell'offerta turistica. "A tale proposito pensiamo, solo per fare un esempio - sottolinea il presidente della Fiba - alla campagna promozionale realizzata negli ultimi due anni dal governo egiziano e finalizzata a far riscoprire il "marchio Egitto" nel mondo. E' proprio di questo che abbiamo bisogno in Italia: di una forte azione di comunicazione coordinata dal centro, lontana da ogni logica di devolution, che sia in grado di dare nuovo slancio al sistema turistico del Paese. Sotto questo aspetto dobbiamo purtroppo prendere atto del fatto che, negli ultimi anni, c'è stata una totale mancanza di coordinamento nazionale finalizzato alla vendita dell'offerta turistica italiana. Come se l'Italia potesse continuare a vivere di rendita! Quasi che le ricchezze storiche, architettoniche e naturali del Bel Paese bastassero da sole a soddisfare la domanda, nazionale ed internazionale. Ormai non è più così e sarà necessario farlo comprendere a chi di dovere.Proprio per questi motivi- conclude Papagni - ora come ora aspettiamo che la stagione estiva giunga al suo termine per poi avviare un serio confronto con i nostri amministratori e con gli altri comparti del settore per mettere sul tavolo un vero e proprio progetto turistico che dia nuovo vigore al "sistema turismo" nazionale."  
     
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