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Notiziario Marketpress di Venerdì 05 Marzo 2004
 
   
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  GLI INDUSTRIALI EUROPEI CHIEDONO UN'AZIONE URGENTE SULL'INNOVAZIONE  
   
  Bruxelles, 5 marzo 2004 - In occasione della conferenza stampa per la presentazione del terzo European Business Summit (Ebs), che si svolgerà dall'11 al 12 marzo a Bruxelles, gli industriali hanno rivolto un appello ai decisori politici affinché siano urgentemente intraprese azioni che consentano alle aziende di innovare. Se le attuali tendenze restano invariate, la futura ricerca avverrà al di fuori dei confini dell'Unione, avverte un'indagine presentata alla conferenza. L'indagine era stata condotta dalla società Arthur D Little per la terza Ebs, che si concentrerà su 'Ricerca e innovazione: una strategia europea per una maggiore crescita e posti di lavoro'. Essa dipinge un quadro deprimente del futuro della ricerca europea, se non si intraprendono azioni a livello nazionale. In Belgio, Austria e Germania, una percentuale significativa di dirigenti d'azienda intervistati nel corso dell'indagine hanno dichiarato che per loro l'innovazione è una massima priorità, ma prevedono di espandere le loro strutture di ricerca e sviluppo (R&s) al di fuori del loro paese, anzi, più probabilmente fuori dai confini dell'Europa, se i rispettivi governi non si decidono a fornire condizioni limite di sostegno nei prossimi anni. Per condizioni limite, si intendono imposte, incentivi finanziari, mercato del lavoro, istruzione, regolamentazioni ambientali, permessi e trasferimento di tecnologia dalla ricerca universitaria. I rappresentanti dell'industria intervistati hanno anche insistito sulla continuità politica come elemento vitale. Senza condizioni limite stabili ed affidabili, per loro è difficile pianificare una strategia d'innovazione che si estenda per un certo numero di anni. L'indagine ha pertanto chiesto ai responsabili delle politiche dei governi di migliorare la fiscalità della R&s e gli incentivi fiscali per la sua conduzione; di perfezionare il sostegno alla R&s già esistente e semplificarne la burocrazia associata; di ridurre gli ostacoli di regolamentazione come l'ottenimento di permessi e l'acquisizione di brevetti; di stimolare una maggiore applicazione e l'orientamento all'industria della ricerca pubblica nelle università. Se non si intraprendono le azioni indicate dall'indagine, potrebbero esservi tre conseguenze. Le aziende che possono permetterselo sposteranno fuori Europa le loro strutture di R&s; le aziende che non possono permetterselo, come le Pmi (piccole e medie imprese), correranno il rischio di innovare meno, perdendo così il loro profilo competitivo. Ma, cosa ancor più importante, molte nuove aziende innovative non saranno create affatto. Philippe de Buck van Overstraeten, segretario generale dell'Unice, l'unione delle confederazioni europee dell'industria e dei datori di lavoro, si è detto d'accordo con le conclusioni dello studio, affermando che, per garantire una produzione soddisfacente, alla spesa da parte del governo va abbinato un appropriato quadro regolamentare. Avverte tuttavia che 'in Europa la produzione non è allo stesso livello che altrove'. Parlando del ruolo delle università, de Buck van Overstraeten ha sottolineato il bisogno di una migliore politica universitaria europea. 'Attualmente, ha detto, sebbene le università europee siano generalmente migliori di quelle americane, abbiamo una carenza di atenei di massimo livello'. Kurt Vandenberghe, del gabinetto del Commissario per la Ricerca Philippe Busquin, ha dichiarato che la conferenza universitaria internazionale che si svolgerà a Liegi dal 26 al 28 aprile è precisamente destinata a cambiare questo stato di cose. 'Prima nel suo genere, la conferenza opererà per la creazione di una strategia europea di ricerca e innovazione basate sulle università'. Vandenberghe ha poi commentato che l'azione al livello europeo è una cosa, ma tocca adesso agli Stati membri fare il resto. 'Abbiamo motivi per essere pessimisti se l'Europa e gli Stati membri non si sbloccano sull'agenda di Lisbona', ha detto. 'Abbiamo bisogno di dinamiche positive'. Un primo passo sarebbe che Francia, Germania e Regno Unito, le forze trainanti dell'economia europea, seguissero l'esempio di Finlandia e Svezia, che spendono rispettivamente per la ricerca il 4,3 e il 3,8% del Pil. 'Svezia e Finlandia sono la prova che quel che serve non è la deregolamentazione totale, ma la deregolamentazione intelligente', ha dichiarato Vandenberghe, che ha concluso dicendo che la Commissione incoraggia gli industriali ad usare l'Ebs come piattaforma per inviare un forte segnale ai decisori delle politiche, in tempo per il Consiglio di primavera. Per maggiori informazioni sull'European Business Summit: http://www.Ebsummit.org/  Per leggere l'indagine 'How to make Belgium and Europe a hotspot for Innovation': http://www.Vbo-feb.be/vbosite/home.asp  Per maggiori informazioni sull'innovazione: http://www.Cordis.lu/innovation-smes/  Per maggiori informazioni sulla conferenza di Liegi: http://europa.Eu.int/comm/research/conferences/2004/univ/index_en.html  
     
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