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Notiziario Marketpress di Lunedì 13 Settembre 2004
 
   
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  UNICREDIT: IL SECONDO TRIMESTRE CONFERMA IL TREND DEI PROFITTI: UTILE NETTO +25,1% QUOTE DI MERCATO IN COSTANTE CRESCITA SIA NEL RETAIL SIA NEL CORPORATE: CREDITI VERSO CLIENTELA +4,6% SU MARZO 2004  
   
  Milano, 10 settembre 2004 - Il Consiglio di Amministrazione di Unicredito Italiano ha approvato il 10 settembre i risultati consolidati del primo semestre del 2004(1). Il primo semestre dell'anno si è chiuso per il Gruppo con un utile netto di 1.049 milioni, grazie ad un secondo trimestre che ha registrato un utile netto di 583 milioni, in significativa accelerazione rispetto al primo trimestre dell'anno (+25%). La flessione dell'utile semestrale sull'anno precedente (-7,3%) risente ancora degli effetti negativi, sulla redditività bancaria, della flessione dei tassi di interesse in Italia e in Nuova Europa e della flessione del contributo dei profitti da operazioni finanziarie. Il Roe, anche per effetto della maggior patrimonializzazione, si è portato al 17,5%, in termini annualizzati, rispetto al 20,2% del primo semestre 2003 ed al 17,7% dell'intero esercizio. Al netto delle rettifiche di valore sugli avviamenti il Roe si colloca quasi al 20% (19,9% contro il 22,6 % del primo semestre 2003 ed il 20,1% dell'intero esercizio 2003). Il risultato di gestione raggiunge i 2.280 milioni e mostra una flessione del 10,6% a/a. La dinamica trimestrale di tale voce mette in evidenza un trend in progressivo miglioramento, con un incremento del 13% del secondo trimestre sul trimestre precedente. L'evoluzione del risultato di gestione è determinata da una contrazione a/a del margine d'intermediazione (-3,6% nel semestre), che presenta una crescita del 9% nel secondo trimestre sul primo, accompagnata da costi operativi in crescita del 2,7% a/a nel semestre e del 6,1% nel secondo trimestre sul primo. La dinamica dei ricavi e dei costi ha portato il cost/income nel primo semestre 2004 al 56,2%, livello che si confronta con il 52,7% dello stesso periodo del 2003 e con il 55% di fine anno. Il margine d'interesse del primo semestre, pari a 2.520 milioni, registra una flessione del 2,5% rispetto al corrispondente periodo del 2003, maturata essenzialmente a causa della riduzione dei tassi d'interesse, che si riflette nella contrazione dell'1,8% degli interessi netti, oltre che per i minori dividendi (-14,2%) rivenienti dall'attività di investment banking. Il profilo trimestrale degli interessi netti, tuttavia, conferma l'inversione di tendenza avviata nel primo trimestre dell'anno con una crescita di questa voce dell'1,8% nel secondo trimestre sul primo e del 4,3% nel primo semestre 2004 rispetto al secondo semestre 2003, sostenuta principalmente da un significativo incremento degli impieghi. I crediti verso clientela, pari a 133,2 miliardi, mostrano significativi incrementi sia sul marzo 2004 (+4,6%), sia sul dicembre 2003 (+5,1%) sia sul giugno 2003 (+10,8%), tutti incrementi calcolati su basi omogenee includendo l'apporto dell'acquisto del ramo mutui delle filiali italiane di Abbey National Bank, perfezionato nel dicembre dell'anno scorso. L'incremento degli impieghi è stato sostenuto sia dalla crescita dei mutui (+9,2% nel semestre e +18,4% su giugno 2003 a perimetro omogeneo), positivamente influenzata dall'andamento del mercato immobiliare e dai bassi tassi d'interesse, sia dei crediti per contratti di locazione finanziaria (+16,5% nel semestre e +31,5% rispetto a giugno 2003). La quota di mercato delle unità operanti in Italia registra un netto progresso portandosi a fine giugno al 10,88%, dal 10,74% di inizio anno (10,26% il valore comparabile del giugno 2003), grazie al miglior andamento rispetto al sistema nel medio-lungo termine, segmento nel quale la quota arriva all'11,03 dal 10,80% di dicembre e dal10,70% (comprensivo di Anbi) di giugno 2003. Il complesso dei crediti dubbi netti con clientela si è attestato a 4.850 milioni registrando un incremento del 2,9% da inizio anno imputabile prevalentemente alle sofferenze (2.549 milioni, +7,4%), la cui crescita è peraltro quasi interamente compensata dalla riduzione degli incagli (2.004 milioni, -7,1%), ed all'aumento dei crediti in corso di ristrutturazione. I crediti dubbi registrano invece una flessione del 2% rispetto a marzo grazie alla favorevole dinamica degli incagli (-6,2% nel trimestre). Segnali di miglioramento della qualità del credito vengono dai flussi netti da crediti in bonis a crediti dubbi, che mostrano una significativa contrazione nel secondo trimestre rispetto al primo (372 milioni contro 642 milioni). Il rapporto tra totale crediti dubbi netti e totale dei crediti è migliorato nei sei mesi passando dal 3,72% di dicembre 2003 al 3,64% di giugno 2004. Il rapporto sofferenze nette su crediti si è attestato su livelli non distanti dal fine anno (1,91% contro 1,87%). Il rapporto di copertura sul totale dei crediti dubbi risulta pari al 47,2% e quello sulle sofferenze si attesta al 59,3%, entrambi in miglioramento rispetto al marzo 2004. La raccolta diretta si attesta su un livello di 139,8 miliardi, in aumento dell'1,4% nel trimestre, del 3,3% su dicembre e del 9,8% a/a . La raccolta indiretta si colloca a 248 miliardi, un valore superiore di 11 miliardi a quello di dicembre (+4,7%), con un incremento dell'8,1% rispetto al giugno 2003. All'interno del comparto evolvono positivamente sia la componente amministrata (+4,3% nel semestre e +7,7% su base annua), sia quella gestita (+5,1% da inizio anno e +8,6% nei dodici mesi). I proventi di intermediazione e diversi, con una crescita del 7,2% tra il primo e secondo trimestre, raggiungono a fine giugno i 2.683 milioni, un livello peraltro inferiore del 4,6% rispetto al primo semestre 2003, per effetto della marcata contrazione dei profitti da operazioni finanziarie (-25%), solo in parte compensata dall'andamento positivo delle altre componenti. La flessione dei profitti da operazioni finanziarie (587 milioni nel semestre contro i 785 del corrispondente periodo del 2003) è spiegata principalmente dalla contrazione della vendita di derivati alla clientela corporate. Quest'ultima voce dei ricavi aveva mostrato una significativa accelerazione nel primo semestre 2003, derivante anche da condizioni di mercato caratterizzate da una elevata volatilità dei tassi. Nel secondo trimestre i profitti da operazioni finanziarie si sono mantenuti su un livello di assoluto rilievo, 295 milioni, segnalando un significativo rallentamento della discesa rispetto all'anno precedente e confermando una ripresa rispetto alla seconda metà del 2003. Le commissioni nette registrano un incremento del 2% rispetto al primo semestre 2003, grazie all'aumento di quelle relative ai crediti di firma e finanziamenti (+11,2%), riconducibili principalmente all'attività della Divisione Corporate. Le commissioni sui servizi di gestione e amministrazione del risparmio si mantengono invece di poco sotto al corrispondente periodo dell'anno precedente (-1,4%). Tra queste ultime si registra una significativa ripresa di quelle sui fondi d'investimento (+11,3%), correlata sia all'aumento della raccolta e dei patrimoni, sia al maggior peso della componente azionaria con commissioni di gestione più elevate. In crescita anche le commissioni sulle gestioni patrimoniali (+25,4%) e sulle altre attività dell'area titoli (raccolta ordini, banca depositaria e altri servizi amministrativi). La dinamica trimestrale delle commissioni nette mostra una crescita del 7% nel secondo trimestre sul primo. I costi operativi, pari a 2.923 milioni nel semestre, registrano un incremento del 2,7% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. All'interno della voce le spese per il personale crescono del 3,1%, mentre il maggior aumento delle altre spese amministrative (+3,4%) è in parte compensato dalla riduzione delle rettifiche di valore su immobilizzazioni immateriali e materiali (al netto degli avviamenti, -2,7%). L'apporto della componente straordinaria è stato pari a 102 milioni, contro i 69 milioni del primo semestre 2003, l'importo più significativo che ha inciso su tale voce riguarda 115 milioni (+ 57 milioni sul primo semestre 2003) di accantonamenti precedentemente costituiti, dei quali 67 relativi al cosiddetto "disinquinamento fiscale", ovvero al recupero di importi in precedenza accantonati a fini fiscali e non più consentiti in base alla nuova normativa societaria Le rettifiche di valore su avviamenti e su differenze positive di consolidamento sono pari a 143 milioni (7 milioni in più rispetto al primo semestre 2003), di cui 51 milioni relativi al Gruppo Pioneer e 35 milioni a Pekao. L'aumento è sostanzialmente spiegato dalle rettifiche sulle nuove acquisizioni per complessivi 11 milioni (in particolare su Anbi, Ing e sulle nuove quote di Cassa Risparmio di Carpi e Locat). Gli accantonamenti per rischi ed oneri sono pari a 36 milioni, contro i 134 milioni del primo semestre 2003. In tale importo sono compresi stanziamenti relativi a revocatorie, a cause in corso e altri rischi (17 milioni). Le rettifiche di valore su crediti e accantonamenti per garanzie e impegni, al netto delle riprese, raggiungono i 438 milioni, contro i 363 milioni del primo semestre 2003. L'aumento (75 milioni) è essenzialmente spiegato dalle maggiori rettifiche delle Divisioni Retail e Corporate legate al deterioramento del ciclo economico. Lo stock di rettifiche per rischio fisiologico insito nei crediti vivi si è incrementato di circa 100 milioni rispetto a dicembre 2003 a seguito di accantonamenti (al netto degli utilizzi) in buona parte apportati a fronte di esposizioni nei confronti di settori industriali, tra cui quello automobilistico, che più stanno risentendo dell'attuale debolezza congiunturale. Le imposte sul reddito, pari a 631 milioni, registrano una riduzione del 19,3% rispetto al primo semestre 2003, beneficiando degli effetti del consolidato fiscale che, dal corrente esercizio, consente alle società di recuperare le imposte in caso di reddito imponibile negativo. In rapporto all'utile lordo l'incidenza delle imposte scende così al 35,7%, rispetto al 39% dell'ultimo bilancio. L'utile di periodo si porta così a 1.134 milioni, con una riduzione del 5,7% sul primo semestre 2003. La quota di terzi di tale utile, pari a 85 milioni, registra un aumento di 15 milioni, correlato essenzialmente all'incremento dell'utile del Gruppo Pekao. Infine l'utile netto di pertinenza del Gruppo si attesta pertanto a 1.049 milioni, in flessione del 7,3% rispetto ai 1.132 milioni del corrispondente periodo dell'esercizio precedente. Il Core Tier 1 si attesta al 7,37% a fine giugno 2004 da 6,97% di dicembre 2003, il Total Capital Ratio raggiunge l' 11,47% (da 11,12% nel dicembre 2003). La struttura del Gruppo (2) a fine giugno 2004 era composta da un organico di 69.248 dipendenti ( +186 unità rispetto al dicembre 2003 e +371 unità a/a) e da una rete di 4.536 sportelli (-27 su fine 2003, -10 a/a). Nell'ambito della revisione della struttura organizzativa, l'Internal Audit, già in diretto riporto al Presidente, è ora posto in riporto al Consiglio di Amministrazione nel suo complesso, in adesione alle indicazioni della Banca Centrale. La Divisione Retail La Divisione Retail ha registrato nel primo semestre un utile netto di 258 milioni (-28,3% rispetto a giugno 2003, +3,1% 2Trim/1trim). Il margine d'interesse si attesta nel semestre a 1.141 milioni, in diminuzione del 7,8% a/a. Tale dinamica risente dell'effetto della riduzione dei tassi solo in parte compensato dalla sensibile crescita dei finanziamenti concessi alla clientela. Da sottolineare invece l'incremento del margine di interesse tra il primo ed il secondo trimestre 2004 dovuto all'aumento dei volumi di impiego (+4,6%) in presenza di una lieve ripresa dei tassi di mercato. I crediti verso la clientela (esclusi pronti contro termine) ammontano complessivamente ad oltre 52,4 miliardi (+7,5% su dicembre e +13,4% a/a su basi omogenee). Un andamento spiegato dalla crescita dei mutui residenziali (+11% su dicembre), del credito al consumo (+7,8% su dicembre) e da una ripresa dei crediti allo small business (+4,2% su fine anno). I crediti dubbi si attestano a giugno a 2.114 milioni (contro i 1.997 milioni di fine 2003), con una riduzione nel semestre della loro incidenza sul totale degli impieghi dal 4,09% al 4,03%, il rapporto di copertura si mantiene sostanzialmente stabile (37,6% a giugno 2004 contro il 37,8% di dicembre). La raccolta diretta raggiunge 63,9 miliardi (+6,2% su dicembre; +15,2% a/a), di cui più di 41 miliardi costituita da poste a vista, che crescono del 4,8% anno su anno. Le commissioni nette registrano una flessione nel semestre sullo stesso semestre del 2003 (-10,6%), che rispecchia un mutamento della politica commerciale, in linea con le strategie di Divisione, volta a privilegiare il collocamento di prodotti di gestione del risparmio con un maggiore peso delle commissioni ricorrenti su quelle una tantum up-front. Positivo il trend del secondo trimestre, che evidenzia un incremento di 22 milioni nel complesso delle commissioni nette. Soddisfacente l'andamento della raccolta indiretta che si attesta a 120 miliardi (+3,2% rispetto a giugno 2003), di cui oltre 67 miliardi di risparmio amministrato (+4,3 a/a) e oltre 52 miliardi di risparmio gestito (+2,0% a/a). Il margine d'intermediazione a giugno 2004 è pertanto pari a 2.074 milioni, in diminuzione del 7,8% rispetto al primo semestre 2003. I costi operativi si attestano a 1.468 milioni, in aumento dell'1,9% rispetto a giugno 2003. L'incremento è da collegare all'aumento delle spese del personale (770 milioni, +3,1%, con trend in calo dal primo al secondo trimestre), che hanno risentito di adeguamenti contrattuali andati a regime nella seconda metà del 2003 e nei primi mesi del 2004. Il confronto con l'esercizio precedente è peraltro viziato dal fatto che quest'ultimo non include i costi del personale ex-Anbi (solo +1,9% la crescita su basi omogenee). In crescita anche le altre spese amministrative (654 milioni, +1,4%) soprattutto su componenti di non diretto governo: gli incrementi tariffari postali e telefonici hanno infatti annullato l'effetto della riduzione dei costi su cancelleria, rappresentanza e servizi resi. In netto calo le spese per ammortamenti, pari a 44 milioni (-10,2% rispetto all'esercizio precedente) grazie alla riduzione della base patrimoniale da esercizi pregressi da ammortizzare. Il rapporto tra costi e ricavi si attesta a giugno 2004 al 70,8%, in aumento rispetto al 64% del primo semestre 2003 ma con segnali di riduzione rispetto al primo trimestre dell'esercizio in corso. Il risultato di gestione raggiunge a giugno i 606 milioni, in riduzione del 25% a/a, il secondo trimestre però evidenzia una crescita sul primo del 4,7%. Gli accantonamenti e le rettifiche si portano a 144 milioni (+23,1% rispetto a giugno 2003) a causa dell'incrementata attività creditizia e di un leggero peggioramento della qualità del credito ascrivibile alla congiuntura economica che ha determinato un peggioramento della probabilità di default delle controparti creditizie. A giugno 2004 gli sportelli della Divisione Retail ammontano a 2.837, -61 unità sul dicembre 2003. Il numero dei dipendenti raggiunge 25.467 unità, sostanzialmente stabili sul fine anno (25.468). La Divisione Corporate & Investment Banking L'utile del periodo relativo ai primi sei mesi di esercizio registrato dalla Divisione Corporate si attesta a 554 milioni (+25,2% 2Trim/1trim, -12,8% rispetto al giugno 2003). Il margine d'intermediazione si attesta a 1.622 milioni, in riduzione dell'8,5% sul primo semestre 2003. Tale risultato è spiegato da una sostanziale stabilità del margine d'interesse (751 milioni, -0,5% a/a), da una crescita delle commissioni e altri proventi netti (361 milioni, +8,4%) più che compensato dalla flessione dei profitti da operazioni finanziarie (510 milioni, -25,5% a/a). Quest'ultima voce risente del rallentamento dell'attività per la gestione dei rischi finanziari della clientela corporate (da 472 milioni nel primo semestre 2003 a 244 milioni di giugno 2004), parzialmente compensata dall'aumento dei derivati sulla clientela istituzionale (da 93 milioni nel primo semestre 2003 a 135 milioni, +45,2%). L'andamento trimestrale mostra una crescita del margine d'intermediazione del 13% sul marzo 2004 grazie al positivo contributo di tutte le voci di ricavo. Più in dettaglio, il margine d'interesse mostra un incremento del 4,6%, le commissioni salgono del 27,3%, i profitti da operazioni finanziarie registrano una crescita del 23,6% legata ad una ripresa dell'attività del collocamento dei prodotti derivati capace di produrre ricavi superiori a quelli registrati nei tre trimestri precedenti. La dinamica del margine d'interesse è spiegata dall'incremento dei crediti a clientela della divisione (al netto dei pronti contro termine), che raggiungono i 63,0 miliardi (+10,2% a/a, +3,1% sul primo trimestre), principalmente grazie alla crescita degli impieghi in Unicredit Banca d'Impresa (47,5 miliardi, +10,5% a/a, +3,8% su marzo 2004), particolarmente concentrata sulle medie imprese (28,5 miliardi, +5,4% su marzo 2004), che rappresentano la clientela core della banca. L'andamento dello spread medio sugli impieghi è sostanzialmente stabile al 2,31% (2,32% sia a marzo 2004 sia a dicembre 2003). I crediti dubbi netti della Divisione ammontano a 1.760 milioni (+10,4% su dicembre 2003, ma -2,6% su marzo 2004), le sofferenze nette a 1.096 milioni (+11% su fine anno, +3,9% su marzo 2004). Il rapporto crediti dubbi netti/totale crediti netti si attesta al 2,71% (dal 2,51% di dicembre 2003), il rapporto sofferenze nette/totale crediti netti all'1,69, in lieve aumento su dicembre 2003 (1,56%), ma sostanzialmente stabile sul primo trimestre 2004. I debiti verso clientela della Divisione Corporate, al netto dei pronti contro termine e dei titoli, sono pari a 11,7 miliardi, in crescita del 10,3% a/a, (+7,7% su dicembre 2003). I costi operativi sono pari a 502 milioni, in calo del 3,1% a/a (+5,7% 2Trim/1trim04). Più in dettaglio, si riducono le spese per il personale (-4% a/a, sostanzialmente stabili sull'ultimo trimestre), malgrado la crescita del personale (+127 unità a/a), sia le altre spese e gli ammortamenti (-2,1% a/a, +11,7% 2Trim/1trim04). L'aumento nel secondo trimestre delle altre spese amministrative riflette il maggior volume di servizi erogati (in particolare Corporate Finance), spese in larga parte recuperate dalla clientela in termini di commissioni. Il Cost/income Ratio della Divisione passa dal 29,2% di giugno 2003 al 30,9% nel primo semestre 2004. Il risultato di gestione raggiunge 1.120 milioni (-10,8% a/a), ma in consistente ripresa (+16,6%) 2Trim/1trim04. Gli accantonamenti e le rettifiche di valore nette si attestano a 259 milioni (+8,8% a/a). A giugno 2004 gli sportelli della Divisione Corporate ammontano a 241 (+27 su dicembre 2003), il numero dei dipendenti raggiunge 6.367 unità (+47 su fine 2003, +127 a/a). La Divisione Private & Asset Management La Divisione Private & Asset Management chiude il primo semestre del 2004 con un utile netto di pertinenza del Gruppo di 159 milioni, in crescita del 26,2% sullo stesso periodo dell'anno precedente, il secondo trimestre conferma una progressione degli utili (+ 37,3% sul trimestre precedente). Il risultato di gestione si attesta a 198 milioni, in crescita del 13,1% sul primo semestre del 2003, con un secondo trimestre dell'anno in linea con il primo (98 milioni contro 100 milioni). Il margine d'intermediazione raggiunge 570 milioni (+10% a/a), grazie alla crescita del margine d'interesse (+4,3% a/a) e ad un incremento del 10,6% a/a dei ricavi da servizi (commissioni e altri proventi netti). Più in dettaglio, questi ultimi sono stati influenzati positivamente da un aumento delle masse medie gestite da Pioneer (+14% circa a/a), accompagnato da un miglioramento dell'asset mix (diminuzione della componente obbligazionaria e maggiore incidenza degli hedge funds) e da una più elevata produttività dei promotori finanziari di Xelion (totale attività finanziarie pro capite da 4,6 di dicembre 2003 a 5,1 milioni di giugno 2004, +10,9%). I costi operativi (inclusi ammortamenti per 15 milioni) si attestano a 372 milioni, in crescita dell'8,5% a/a, +2,2% la crescita tra il secondo e il primo trimestre 2004. Tale dinamica è spiegata principalmente: dai costi per il rafforzamento degli organici e delle spese progettuali di Unicredit Private Banking; dai costi di recruiting dei promotori finanziari e di integrazione della rete ex-Ing ; dagli oneri e dagli investimenti per lo sviluppo, l'integrazione e la ristrutturazione della divisione Asset Management e, infine, dalle spese per il lancio di nuovi prodotti Pioneer. Il cost-to-income ratio della Divisione si attesta al 65,3%; in miglioramento di quasi un punto percentuale sul primo semestre dell'esercizio precedente. La Divisione Private & Asset Management gestisce ed amministra circa 161 miliardi di attività finanziarie (+9,5% a/a, +5,1% su dicembre 2003). L'incremento delle masse sull'anno precedente, favorito anche dall'andamento dei mercati finanziari, è frutto di una raccolta netta positiva in tutte le business unit della Divisione. In particolare, Pioneer Investments, ha chiuso il primo semestre del 2004 con vendite nette pari a oltre 2 miliardi, con un andamento positivo in tutte le sue divisioni (Italia, Usa, International e Nuova Europa). Il patrimonio gestito ha raggiunto i 124,7 miliardi, in crescita del 4,7% su dicembre 2003 e del 9,4% a/a. Xelion ha realizzato una raccolta netta totale nel semestre di 1.026 milioni con una quota di mercato del 24,4%, che ha confermato la leadership della società nella classifica del settore delle reti di vendita (fonte: Assoreti). La Divisione Nuova Europa Nel corso del primo semestre del 2004, grazie a sviluppi interni favorevoli e al miglioramento dello scenario internazionale, quasi tutti i paesi della Nuova Europa hanno sperimentato una dinamica del Pil particolarmente sostenuta. Inoltre, il processo di convergenza economica e legislativa da tempo in atto nella regione ai fini dell'adesione all'Unione Europea, ha determinato, nel suo complesso, una riduzione del rischio paese. Di seguito un'analisi delle principali componenti economico-patrimoniali della Divisione nel primo semestre dell'anno, valorizzate a cambi costanti. L'utile del periodo della Divisione si è attestato a 259 milioni, di cui 178 milioni di pertinenza del Gruppo, con un aumento del 17,7% a/a (+14% 2Trim/1trim04). Il margine di intermediazione è pari a 853 milioni, in crescita del 5% a/a (+2,1% 2Trim/1trim04), principalmente trainato dalle commissioni e altri proventi netti (264 milioni, +25,1% a/a, +21,8% 2Trim/1trim04) a conferma della capacità commerciale delle banche e dello sviluppo nella distribuzione di prodotti di risparmio gestito. Tale positiva evoluzione è stata in parte controbilanciata da una riduzione dei profitti da operazioni finanziarie (53 milioni, -25,4% a/a, -56,8% 2Trim/1trim04) legata al mark to market di alcuni titoli in portafoglio (in Pekao, Kfs e soprattutto Zaba) penalizzati da condizioni non favorevoli di mercato. Il margine d'interesse (536 milioni) aumenta dell'1,1% a/a, nonostante una leggera contrazione in Pekao pienamente compensata dalle altre banche della divisione, soprattutto grazie all'incremento dei volumi di impiego. I crediti verso la clientela(3) della divisione si attestano a 12,7 miliardi, in crescita del 4,1% a/a e del 4,6% su dicembre 2003. I debiti verso clientela (4) raggiungono i 20,7 miliardi, sostanzialmente stabili sul fine anno (-0,3% ed in aumento dell'1,6 a/a). I crediti dubbi netti raggiungono 895 milioni (-12,4% su dicembre 2003), le sofferenze nette sono pari a 375 milioni (-5,1% su dicembre 2003). Il rapporto crediti dubbi netti/totale crediti netti evidenzia un'ulteriore significativa riduzione, migliorando dall'8,6% di fine anno al 7,0% di giugno 2004. Il rapporto sofferenze nette/totale crediti netti passa dal 3,33% di dicembre 2003 al 2,95% di giugno 2004. La politica di controllo delle spese adottata dalle banche della Nuova Europa si è tradotta in un limitato aumento dei costi operativi sul primo semestre del 2003 (464 milioni, +2,7% a/a, +5,4% 2Trim/1trim04). Più in dettaglio, tale andamento è principalmente spiegato da un aumento del 22% delle altre spese amministrative in Zagrebacka, legato alle due operazioni straordinarie del primo semestre 2004 (integrazione di Varadinska banka in Zaba e fusione tra le due controllate bosniache) e agli investimenti realizzati nelle banche minori per finanziare la crescita organica nelle regioni a presenza marginale. Il rapporto Cost/income della divisione raggiunge il 54,4% nei primi sei mesi del 2004, in significativo miglioramento rispetto al 55,7% del primo semestre 2003. Il risultato di gestione si attesta a 389 milioni, in aumento dell'8,1% a/a. Il buon controllo del rischio di credito si traduce in una riduzione degli accantonamenti e rettifiche nette di valore (67 milioni, -11,8% a/a, -8,6% sul primo trimestre 2004), accompagnata da un miglioramento del coverage ratio sulle sofferenze (da 81,3% a fine 2003 a 83,2%) e sui crediti dubbi (da 64,1% di dicembre 2003 a 68,5%). A giugno 2004 il numero totale dei dipendenti della divisione è pari a 27.818 unità (5) (-221 su dicembre, -528 a/a), gli sportelli (6) ammontano a 1.287 (+6 su dicembre 2003, +8 a/a).  
     
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