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Notiziario Marketpress di Mercoledì 15 Settembre 2004
 
   
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  ENERGIA: ALLARME COSTI PER LE IMPRESE BONÀITI, “AUMENTI IN BOLLETTA FINO AL 40 PER CENTO” LA PROPOSTA DEGLI INDUSTRIALI: “L’AUTORITÀ RIPROPONGA PROVVEDIMENTI PER COMPENSARE I RINCARI”  
   
  Padova, 15 settembre 2004 - E’ allarme sui costi dell’energia per le imprese, dopo la decisione del Consiglio di Stato di mantenere in vigore la contestata delibera dell’Authority per l’energia elettrica e il gas (Aeeg) 5/04 che lo scorso gennaio ha modificato le fasce orarie di consumo per l’utenza industriale. A lanciare l’allarme è il presidente di Unindustria Padova, Luca Bonàiti, che spiega: “Le nuove fasce orarie, che determinano l’applicazione delle tariffe elettriche, rischiano di mettere in ginocchio le imprese. A giugno e luglio si sono avuti rincari in bolletta fino al 40%, che hanno colpito soprattutto le imprese di tutti i comparti che lavorano in un solo turno diurno, in quanto la fascia più costosa si è concentrata nei giorni feriali, con 7 ore di punta dalle 8 alle 12 e dalle 14 alle 17. Spalmati sull’intero anno, questi scossoni tariffari comporteranno un aggravio medio per le imprese del 5-6 per cento”. Il quadro disegnato dalla delibera è in sé positivo, spiega Bonàiti, “perché dal 2005 prevede una riduzione delle ore considerate di punta, da 524 a 461. Ma per il 2004 la delibera ha avuto effetto solo da aprile, determinando un aumento sensibile delle ore di punta (721)”. “Poiché nella fascia di punta (la cosiddetta fascia F1) un chilowattora costa 7,17 centesimi di euro in più rispetto alle ore di alto carico (fascia F2), per aziende che consumano milioni di Kwh l’aggravio di costi risulta spropositato”. Una mazzata per le aziende, a tutto vantaggio dei produttori che in questo modo incasseranno 500 milioni di euro in più. “A questo punto - propone Bonàiti - sarebbe auspicabile che l’Authority riproponesse provvedimenti di riduzione tariffaria atti ad attenuare il danno subìto dalle imprese consumatrici. Ho sentito personalmente la vice presidente di Confindustria con delega per l’energia, Emma Marcegaglia, che mi ha assicurato il suo impegno in tal senso”. Ma le contestazioni delle imprese non si fermano qui. La decisione del Consiglio di Stato, nella riunione del 31 agosto, arriva dopo un kafkiano rovesciamento di fronti. Per compensare i rincari l’Authority aveva in un primo tempo ridotto le tariffe di marzo, ma alcuni fornitori hanno impugnato la delibera (20/04) davanti al Tar della Lombardia, ottenendone l’annullamento. Lo stesso Tar della Lombardia ha in seguito accolto i ricorsi promossi da alcuni consorzi per l’acquisto di energia del sistema Confindustria contro la delibera 5/04 dell’Authority. Ma l’efficacia della decisione è stata bloccata dal ricorso della stessa Authority al Consiglio, che a fine agosto ha confermato la sospensiva alla sentenza e rinviato ogni decisione al 21 dicembre. “Questo balletto kafkiano di carte bollate rischia di avere un effetto devastante sulle imprese - commenta Bonàiti -. C’è bisogno di certezze, invece le regole vengono cambiate in corso d’opera. E i parametri vengono costantemente ritoccati determinando un aumento progressivo delle tariffe”. Sul fronte energia, conclude il presidente di Unindustria Padova, “esiste un serio problema strutturale dovuto alla nostra dipendenza dall’estero, alla scarsa efficienza della rete e alla decennale carenza di una politica energetica”. Il risultato è che “in Italia l’energia per usi industriali costa fino al 50% più della media europea, un handicap pesante per le imprese. E la situazione non cambierà a breve, per l’inerzia di un sistema che continua ad agire in modo poco lungimirante”. Il problema resta la sperequazione tra domanda e offerta: “Se fino a due anni fa l’incremento dei consumi andava di pari passo con quello del prodotto interno, nell’ultimo anno la domanda è cresciuta nonostante il rallentamento del Pil. Questo impedisce che la liberalizzazione del mercato elettrico abbia effetti significativi sui costi per le imprese”.  
     
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