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Notiziario Marketpress di
Venerdì 17 Settembre 2004
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APPELLO DEL CONSORZIO INCOMING ASTOI: URGONO PROVVEDIMENTI CONCRETI PER EVITARE CHE L’ANNO PROSSIMO SI RIPETA UNA STAGIONE ESTIVA COME QUESTA
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Dopo una stagione non propriamente brillante, i tour operator dell’incoming, associati Astoi, lanciano proposte per evitare che l’anno prossimo gli stranieri disertino il nostro Paese. I dati per la stagione estiva 2004 non sono molto confortanti, anche se dalla fine di agosto a oggi si sono vivacizzate richieste e prenotazioni che attutiranno il bilancio negativo. La diminuzione delle prenotazioni va dal -30% al -10%. Toscana, Sardegna, Marche, Calabria, Sicilia, nessuna regione si è sottratta al calo, benché in alcune i nuovi flussi dall’Est abbiano attutito parzialmente il dato negativo. Le cause sono varie. Sicuramente, in primo luogo, i prezzi molto alti e poco competitivi della nostra offerta, se paragonata con altre nell’area del Mediterraneo. "In proposito –sostiene Angelo Raffaele Guglielmi, Vicepresidente Astoi e uno dei responsabili del Consorzio Incoming– ho rilevato personalmente nei residence una differenza a volte del 500% tra i prezzi di bassa stagione (maggio, giugno, settembre e ottobre) e quelli di alta stagione (luglio e agosto) che si riduce, si fa per dire, al 300% negli hotel. Ovvio che, in assenza dei tipici incentivi che la maggior parte delle strutture dell’area Mediterranea applica ai nuclei familiari, ad esempio offrendo il soggiorno ai ragazzi fino a 12 anni, il prodotto Italia risulta meno competitivo. Così molti stranieri hanno optato per altri Paesi come ad esempio Croazia, Turchia, Mar Rosso. Raggiungerli, anche con trasferimento aereo, a conti fatti risulta più competitivo. Non va dimenticato che da noi molte strutture ricettive non sono all’altezza degli standard internazionali cui la clientela non vuole più rinunciare. Infine, il proliferare indiscriminato di strutture ricettive, all'interno delle quali non sempre è presente personale qualificato, costituisce un’offerta eccessiva". Qualche rimedio per la prossima stagione? Il Consorzio suggerisce ai responsabili della promozione del prodotto Italia di investire in incentivi che abbattano i costi di trasferimento dei turisti: contributi sui voli charter, abbuono dei costi relativi ai pedaggi autostradali, il ripristino dei buoni-benzina e così via. E, naturalmente, un'attenta tariffazione nelle strutture ricettive e incentivi mirati ai nuclei familiari come i piani famiglia, la gratuità per ragazzi occupanti la stessa camera dei genitori, ecc..Guglielmi ribadisce anche la necessità di un coordinamento centrale della promozione all’estero, “la riforma che ha portato le Regioni a gestire pressoché in esclusiva la promozione si è dimostrata, nel tempo, negativa. Dobbiamo riportare all’estero l’immagine Italia nella sua interezza, valorizzando quindi all’interno di essa le infinite proposte tematiche che il nostro Paese può offrire. Basta con risorse disperse in troppe fiere e manifestazioni; sì alla concentrazione sui mercati importanti con operazioni diversificate e, dove necessario, con concrete facilitazioni”.Infine, ma si tratta di un capitolo serio e dolente, a cui il Ministero dell’Economia ha sempre fatto orecchie da mercante, Guglielmi chiede "un approccio serio alla fiscalità del turismo, che norme comunitarie recepite diversamente da ciascuno Stato hanno portato a costituire fattore di concorrenza. Ad esempio l'IVA adottata in Italia sui pacchetti di viaggio è 5 volte quella Danese. Quella sulle prestazioni alberghiere è due volte e mezzo quella spagnola; l’Iva sul turismo congressuale in Italia non è detraibile, mentre in Spagna e in Inghilterra, a diverso titolo, si fa. Per non parlare dell’assurda applicazione, questa tutta europea, dell'Iva sulle "esportazioni" di turismo fuori dall'Europa. Se esportiamo frigoriferi in Giappone siamo esentati da questa imposta, ma se invece vendiamo, sempre a un giapponese, un viaggio o un soggiorno in Europa (e quindi esportiamo servizi turistici) dobbiamo includere nel prezzo un'Iva che a lui, cittadino non comunitario, non porta alcun beneficio. E' ora di affrontare seriamente questi argomenti senza scarico reciproco di responsabilità, come invece fino ad oggi è avvenuto".All'interno di ASTOI il Consorzio Incoming Italia riunisce aziende specializzate nel turismo nelle regioni principali, dall'Alto Adige alla Calabria, isole incluse. Un gruppo di imprese che movimentava, fino allo scorso anno, dall’estero un flusso di circa 6 milioni di turisti all’anno. Sarebbe una grave perdita per l’economia del turismo nel nostro Paese se non riuscisse più ad attivare meccanismi competitivi per mantenere e aumentare tale flusso.
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