|
|
|
 |
|
 |
|
Notiziario Marketpress di
Martedì 28 Settembre 2004
|
|
|
|
|
|
Pagina4 |
|
|
IL FETICISTA DI MICHEL TOURNIER CON RUGGERO CARA |
|
|
 |
|
|
Milano, 28 settembre 2004 - “il feticista” è il monologo di un uomo fuori dalla norma che capitola i momenti forti della sua vita con la verve di un grande narratore, scoprendo quindi un differente universo, il cui confronto con il mondo reale è generatore di humor e poesia. Lo stile del racconto ricorda la Chute di Camus, lungo monologo dallo stile diretto. Ma qui è soprattutto la verve del narratore Tournier che traspare dalle parole del suo personaggio e l’uso rapido del linguaggio orale. E’ impressionante che una storia così tragica –il feticista resta in fondo vent’anni in un manicomio – sia raccontata con tanta verve e umorismo. “Ho scritto un solo testo per la scena, ‘il feticista’. E’ una terribile prova per l’interprete, una sfida che ho nel frattempo vista raccolta da una dozzina d’attori, francesi, inglesi o tedeschi. “il feticista” è stato all’origine la risposta ad una commissione della televisione. Si trattava di fornire il testo di un “dramma” che doveva riunire due commedie e durare 30 minuti. Il mio testo metteva in scena il feticista e sua moglie. I due rispondevano a domande poste da un terzo personaggio che restava invisibile e che sarebbe potuto essere un poliziotto o uno psichiatra. Il film era pronto per essere mandato in onda, quando la direzione della televisione fu presa da Arthur Comte. La sua prima preoccupazione è stata quella di “vietare” il feticista per ragioni di ordine morale. Ho quindi ritirato il mio testo, ne ho raddoppiato la lunghezza e l’ho trasformato in un monologo.” Michel Tournier Note Di Regia. Un personaggio parla a se stesso. Scrive a se stesso nel suo diario. Un giorno, questo personaggio scende in strada, trova una porta aperta, entra, s’insinua in teatro, sale sul palcoscenico e là, di fronte agli spettatori, si spiega. E’ un povero pazzo. Si ride. Ma nello stesso tempo, la storia raccontata è penosa, straziante. Oltre a ciò, attraverso il suo punto di vista, si mette in discussione l’ordine sociale in cui viviamo. Gli uomini “normali” amano il corpo delle donne. Gli indumenti femminili possono certo essere evocatori di delizie future o essere strappati all’occorrenza. L’aggressione dello stupratore contro i vestiti della sua vittima è preludio dell’atto sessuale inflitto. I vestiti sono delle invenzioni sociali. Segnalano e simbolizzano un ordine e delle convenienze. L’esibizione pubblica delle nudità è punita dal codice penale. Impossibile sfuggire a questa evidenza: il feticista che attribuisce maggior importanza al vestito piuttosto che al corpo nudo è il contrario dello stupratore. Lo stupratore è un asociale. Il feticista è un ipersociale. E il testimone/spettatore è obbligato a chiedersi con certo stordimento: ma non ha, in fondo, ragione. E’ la molla principale di tutti i “folli” di Tournier. Sanno tutti, con più o meno chiarezza, che la realtà non si distingue dal sogno che per un più stringente rigore logico superiore a quello della realtà, questo supererà di gran lunga la realtà, prenderà il suo posto e la ricaccerà nel territorio delle vuote fantasticherie. Pazzi furiosi, grotteschi, talvolta criminali, ma portatori di una saggezza segreta, tanto più efficace, quanto più si addentra nel cuore delle cose. Martedì 5 ottobre 2004, alle ore 21,15, presso il Teatro Arsenale di via Correnti, 11 - Milano, prima rappresentazione dello spettacolo Infolink www.Teatroarsenale.org
|
|
|
|
|
|
<<BACK
|
|
|
|
|
|
|
|