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Notiziario Marketpress di Giovedì 02 Settembre 2004
 
   
  Pagina1  
  IMPRESE: LA NATALITÀ TORNA AI LIVELLI RECORD DI INIZIO 2001 OLTRE 100MILA IMPRESE IN TRE MESI, IL SALDO A QUOTA 48MILA (+1%), 15MILA SONO ARTIGIANI AL NORD-EST E AL SUD I TASSI DI CRESCITA PIÙ ALTI  
   
  Roma, 2 settembre 2004 – Oltre 100mila imprese nate in tre mesi, vale a dire 1.720 per ogni giorno lavorativo, 72 ogni ora su tutto il territorio. E’ questo il bilancio in “pillole” dell’anagrafe delle imprese nel secondo trimestre del 2004. Al netto di quelle che nello stesso periodo hanno cessato l’attività, il numero delle aziende che a fine giungo risultano iscritte al Registro gestito dalle Camere di Commercio italiane è pertanto cresciuto di 47.800 unità rispetto alla fine di marzo, con un tasso di crescita trimestrale pari allo 0,97%. I dati nazionali, regionali e provinciali diffusi oggi da Unioncamere sulla base di Movimprese, la rilevazione trimestrale condotta da Infocamere (società consortile di informatica delle Camere di Commercio italiane), sono disponibili come di consueto su Internet all’indirizzo www.Infocamere.it “La grande vitalità del tessuto imprenditoriale italiano – ha detto il Presidente di Unioncamere, Carlo Sangalli - rappresenta certamente il punto di forza più evidente della nostra economia. Ogni giorno lavorativo si registrano alle Camere di Commercio oltre 1700 nuove aziende. Alcune sono imprese già strutturate per creare lavoro dipendente, altre rappresentano forme di auto-impiego attraverso le quali l’intraprendenza e la creatività di tanti giovani diventano lavoro autonomo e palestra d’impresa, da cui a volte possono avere origine anche importanti storie aziendali. Tutto questo – ha detto il Presidente di Unioncamere - testimonia una grande fiducia delle nuove generazioni nelle possibilità che offre il mercato ed è questa cultura a rigenerare continuamente il nostro tessuto produttivo. E’ fondamentale che questa fonte di benessere di tante famiglie sia sostenuta da politiche che incentivino anche i processi di integrazione tra piccole, medie e grandi aziende, le reti di subforniutura, le filiere (dal turismo all’agroalimentare, dal made in Italy alle nuove tecnologie), gli investimenti in innovazione e formazione. E’ una grande sfida – ha concluso Carlo Sangalli - e per vincerla tutta la pubblica amministrazione deve essere al fianco delle imprese, garantendo efficienza e quei servizi ‘fuori cancello’ che contribuiscono a creare un ambiente favorevole per competere”. Il Quadro Generale I segni di ripresa della congiuntura, sommati ai processi di ristrutturazione del sistema produttivo nazionale (che da tempo favoriscono decentramento produttivo e crescita della singola azienda per “gemmazione”, più che per dimensione), sembrano aver ridato slancio all’incremento dello stock delle imprese italiane che, alla fine dello scorso giugno, ha raggiunto il valore di 4.972.110 unità (5.947.942 se si considera anche il settore agricolo). Al buon risultato dell’ultimo trimestre ha concorso in modo determinante l’andamento delle iscrizioni pari, nei tre mesi in esame, a 108.379 unità (nei primi sei mesi dell’anno il consuntivo delle nascite è pertanto di 222.258 unità). Come evidenziato dalla tabella 1, si tratta della seconda miglior performance degli ultimi dodici anni dopo quella del 2001 quando, sempre tra aprile e giugno, fu superata la soglia delle 110mila unità. Il boom di nascite ha così contrastato ampiamente il pur elevato numero di cessazioni rilevate nel trimestre (il terzo in termini assoluti dal 1993 ad oggi: 60.579 unità che, sommate alle cessazioni di gennaio-marzo, portano il consuntivo delle chiusure tra gennaio e giugno a 167.705 unità). Conseguentemente, il tasso di crescita trimestrale dello stock delle imprese è stato pari allo 0,97%, superiore non solo a quello registrato nel corrispondente trimestre del 2003 (0,79%), ma anche a quello del 2002 (0,90%). Tabella 1 - Serie storica delle iscrizioni, delle cessazioni e dei saldi rilevati dal Registro delle Imprese nel secondo trimestre di ogni anno (anni 1993-2004). Anni Iscrizioni Cessazioni Saldi
1993 81.556 72.952 8.604
1994 88.514 62.045 26.469
1995 81.961 47.345 34.616
1996 88.999 49.199 39.800
1997 89.231 58.607 30.624
1998 78.492 46.790 31.702
1999 83.359 47.339 36.020
2000 100.825 50.849 49.976
2001 110.916 58.465 52.451
2002 107.137 64.392 42.745
2003 87.937 49.810 38.127
2004 108.379 60.579 47.800
Fonte: Unioncamere-infocamere: Movimprese, Ii trimestre 2004 Nb: Valori al netto dell'agricoltura Saldi Positivi In Tutti I Settori Tutti i settori economici hanno fatto registrare saldi positivi tra i valori di fine marzo e quelli di fine giugno, sia a livello nazionale che a livello delle grandi circoscrizioni. Unica eccezione, la sezione “Estrazione di minerali” – peraltro numericamente poco consistente - che presenta un modesto saldo negativo nella circoscrizione Sud e Isole. In termini assoluti, il 2° trimestre 2004 fa registrare una piccola “rivoluzione” nei pesi relativi dei singoli settori rispetto al totale dell’economia nazionale. Per la prima volta le “Attività manifatturiere” – da sempre al secondo posto per numerosità di imprese - vengono scavalcate dalle “Costruzioni”: alla fine di giugno, infatti, le unità di quest’ultimo settore erano 757.371, contro le 751.578 dell’industria manifatturiera. Con ogni probabilità, la ragione va ricercata nel protrarsi nel tempo delle misure fiscali in favore degli interventi di manutenzione e di ristrutturazione delle abitazioni che, da un lato, può avere spinto verso la regolarizzazione molte attività prima “sommerse”; dall’altro ha favorito l’aumento del numero di imprenditori individuali (9.338 in più nel trimestre, i tre quarti del saldo del settore). Tabella 2 – Graduatoria per dimensione numerica dei sei principali settori produttivi: stock, saldo e variazione dello stock nel Ii trimestre 2004.
Sezione Stock al Saldo del Var. % dello stock
30 giugno 2004 Ii trimestre nel trimestre
Commercio ingrosso e dettaglio 1.570.567 11.582 0.74
Costruzioni 757.371 12.260 1.65
Attività manifatturiere 751.578 1.790 0.24
Informatica e servizi alle imprese 569.560 8.818 1.57
Alberghi e ristoranti 280.434 3.093 1.12
Altri servizi pubblici, sociali e personali 237.402 1.519 0.64
Trasporti e comunicazioni 209.596 2.285 1.10
Altro 595.602 6.197 1.09
Totale 4.972.110 47.544 0.97
Fonte: Unioncamere-infocamere: Movimprese, Nb: Valori al netto dell'agricoltura Ii trimestre 2004
Significativo, a questo proposito, sembra il fatto che lo scavalcamento operato dalle costruzioni sia interamente addebitabile alla dinamica del Mezzogiorno (dove il settore edile supera di 16.095 unità quello dell’industria). In termini relativi, infine, il sorpasso si rispecchia nell’elevato tasso di crescita del settore (+1,65% a livello nazionale), secondo soltanto – tra i macro settori - a quello fatto registrare dalla sanità (+2,12%), peraltro di scarso rilievo numerico (509 unità il saldo in valore assoluto). Al saldo delle costruzioni seguono quelli del commercio (+11.582 imprese, ma solo lo 0,74% in più rispetto al trimestre precedente) e del settore che, per brevità, può essere definito dei servizi alle imprese (informatica, noleggio, servizi professionali): +8.818 unità nel trimestre, grazie ad una dinamica di crescita molto accentuata rispetto alla media (+1,57%). Notevoli anche i risultati del settore alberghiero e della ristorazione (oltre 3mila imprese in più in tre mesi, pari ad una crescita dell’1,12%) e del settore trasporti e comunicazioni (2.285 unità in più). Sotto la media nazionale (lo ricordiamo, pari a +0,97%) si colloca, invece, la crescita dell’industria manifatturiera (+0,24%, corrispondente a 1.790 imprese in più) e quella dell’altro grande settore dei servizi pubblici, sociali e personali: +0,64% tra aprile e giugno, con un saldo in termini assoluti di 1.519 unità. Nuovo Slancio Del Nord-est, Il Sud Continua A Consolidarsi La distribuzione dei dati fra le quattro grandi circoscrizioni territoriali non presenta particolari squilibri. In termini assoluti, si conferma la dinamica di lungo periodo che vede estendersi il tessuto imprenditoriale del Mezzogiorno: nel trimestre aprile-giugno il numero delle nuove iscrizioni nel Mezzogiorno ha superato di 2.840 unità quello del Nord-ovest (il vantaggio era stato di 2.682 unità nel secondo trimestre dello scorso anno). Osservando le serie storiche, è da ben 30 trimestri che il numero complessivo delle imprese meridionali si mantiene superiore a quello del Nord-ovest, mentre è da 41 trimestri consecutivi che il saldo del Sud risulta positivo. In termini relativi, la conferma viene invece dalla rinnovata vitalità del Nord-est che, come un anno fa, mette a segno il tasso di crescita più elevato del trimestre (1,03%). Tra le regioni, la palma della più dinamica spetta alla Calabria (+1,3%), seguita da Sardegna (+1,25%), Valle d’Aosta (+1,24%) e Abruzzo (+1,17%). All’estremo opposto si collocano la Basilicata (che con il suo 0,16% rappresenta il fanalino di coda delle regioni), il Friuli Venezia Giulia (+0,61%) e le Marche (+0,63%). Tra le province, è Reggio Emilia a guidare la classifica della crescita (1,81% nel trimestre), seguita a ruota da Rimini (1,80%), mentre al terzo posto si colloca Reggio Calabria (1,70%). Da notare che delle prime venti posizioni, ben 11 sono appannaggio di province meridionali. Nel confronto con il dato fatto registrare nello stesso trimestre dell’anno precedente, le province che hanno recuperato maggiormente vigore sono Lecce, Brindisi e Reggio Calabria. Rispetto a 12 mesi fa hanno invece fatto peggio soprattutto Isernia, Macerata e Pavia. Tabella 3 – Graduatoria per tassi di crescita delle prime e delle ultime 5 province (Ii trimestre 2004 e variazioni rispetto al Ii trimestre 2003).
Province Tasso di crescita Province Variazione %
Ii° trim. 2004 2004/2003
1 Reggio Emilia 1,81 1 Lecce 1,25
2 Rimini 1,80 2 Brindisi 1,01
3 Reggio Calabria 1,70 3 Reggio Calabria 0,98
4 Ragusa 1,58 4 Biella 0,91
5 Brindisi 1,51 5 Imperia 0,81
Italia 0,97 Italia 0,18
99 Caltanissetta 0,24 99 Grosseto -0,34
100 Pavia 0,14 100 Potenza -0,45
101 Macerata -0,16 101 Pavia -0,53
102 Potenza -0,21 102 Macerata -0,92
103 Trieste -0,26 103 Isernia -0,98
Fonte: Unioncamere-infocamere: Movimprese, Ii trimestre 2004 Nb: Valori al netto dell'agricoltura Territorio e settori - Passando ad osservare i dati del territorio dalla prospettiva dei settori, si può notare come la lieve crescita dell’industria manifatturiera sia da attribuire soprattutto al Sud e al Nord-est (rispettivamente +0,37 e +0,31%). All’interno del comparto, si distingue la buona performance di quest’ultima area che fa registrare i tassi di crescita più elevati sia nell’industria agroalimentare (+1,19%), che nel settore dell’editoria e stampa (+0,95%). Nord-est leader anche nel settore più dinamico di tutti, quello delle costruzioni, dove mette a segno una crescita del 2,18% (1,65% la media nazionale) e in quello delle attività professionali (+1,63%). Per contro, all’area va il peggiore risultato nel tessile-abbigliamento (-1,83% il tasso di crescita), settore che a livello nazionale continua a contrarsi facendo registrare la perdita di 330 unità produttive, pari ad una riduzione nello stock di imprese dello 0,80%. In arretramento anche l’industria del legno, che ha nel Nord-ovest l’area di maggior sofferenza (-1,14% a fronte di una media nazionale pari a -0,97%). L’area si riscatta con i migliori risultati negli alberghi e ristoranti (+1,31%), nei trasporti (+1,61%) e nel commercio all’ingrosso (+0,89%). Senza spunti di rilievo le performance del Centro in tutti i settori, mentre è al Mezzogiorno che si registrano alcuni “picchi” di natalità: nella fabbricazione di elaboratori e macchine per ufficio (+3,59% a fronte di una crescita media del comparto pari all’1,90%), nella fabbricazione di macchine ed apparati meccanici (+1,55%), nell’industria del mobile (+1,87%). Sempre al Sud si concentra buona parte della crescita delle imprese del commercio: delle 11.582 imprese in più a livello nazionale, infatti, 5.239 (il 45,2%) sono localizzate nelle regioni meridionali, dove si registrano i tassi di crescita più elevati sia del commercio al dettaglio (+0,94%) che all’ingrosso (+0,89%). Le Forme Giuridiche L’esame dei dati per forma giuridica conferma una novità emersa già negli scorsi due anni e cioè il recupero di importanza – in valore assoluto – del fenomeno dell’auto-impiego nella spiegazione del saldo. Come avvenuto nel 2002 e nel 2003, anche nel secondo trimestre del 2004 è aumentata la percentuale del saldo spiegato dalle Ditte individuali che ha determinato il 49,4% dell’incremento complessivo dello stock avvenuto tra aprile e giugno: 23.610 unità su un saldo totale pari a 47.800 unità (nel 2003 l’incidenza delle Ditte individuali sul saldo complessivo era stata pari al 45,0%, e nel 2002 al 41,7%). Come mostra la tabella 4, il dato contrasta con la tendenza di lungo periodo alla riduzione del peso complessivo di questo tipo di imprese, passate (tra il 1997 e il 2004) dal 55,2% al 51,7% dell’intero stock. Nello stesso periodo, conseguentemente, è aumentato il peso delle forme societarie d’impresa, passato dal 44,8% del 1997 al 48,3% del 2004. Tabella 4 - Confronto storico delle imprese registrate, per forme giuridiche, al 30 giugno degli anni considerati: valori assoluti e distribuzione percentuale
Forme Giuridiche Numero di imprese Pesi percentuali
1997 2004 var.% 1997 2004
Ditte individuali 2.392.264 2.572.510 7,5 55,2 51,7
Società di capitali (spa, srl, sapa) 737.245 1.042.473 41,4 17,0 21,0
Altre forme societarie 1.204.751 1.357.127 12,6 27,8 27,3
Totale 4.334.260 4.972.110 14,7 100 100
Fonte: Unioncamere-infocamere: Movimprese, Ii trimestre 2004 Nb: Valori al netto dell'agricoltura Il riproporsi anche nello scorso trimestre del fenomeno in questione è spiegabile - almeno in parte - dalle maggiori opportunità offerte al lavoro individuale da settori in questo momento molto dinamici (e numericamente consistenti) come le costruzioni e il commercio. In termini di crescita relativa, tuttavia, le società di capitale si confermano le più dinamiche tra le forme giuridiche, con un tasso che nel trimestre scorso ha toccato l’1,50% (a fronte di una crescita dello 0,93% delle ditte individuali). Prosegue, pertanto, la loro avanzata di lungo periodo che, tra il 1997 e il 2004, ha prodotto una crescita complessiva del 41,4%. Dal punto di vista territoriale, nel secondo trimestre del 2004 la crescita delle Ditte individuali si localizza maggiormente nel Nord-ovest (1,07% il tasso di crescita nella circoscrizione, rispetto allo 0,93% nazionale) e in misura minore nel Nord-est (+0,99%). Nel Sud e nelle isole, invece, prosegue in modo più accentuato che nelle altre tre circoscrizioni la crescita delle Società di capitali: 1,95% contro l’1,50% nazionale, ribadendo il risultato fatto segnare nel corrispondente trimestre dello scorso anno (anche allora il tasso di crescita delle Società di capitali aveva fatto registrare nel Mezzogiorno il valore più elevato tra tutte le circoscrizioni: 1,67% contro l’1,38% nazionale). Gli Artigiani Il miglioramento del saldo demografico del 2° trimestre 2004 rispetto allo stesso periodo dello scorso anno si riscontra in misura lievemente più accentuata nel comparto artigiano. Tra aprile e giugno di quest’anno, infatti, le imprese artigiane sono cresciute ad un ritmo dell’1,03%, a fronte dello 0,69% del 2003. Lo stock a fine giugno ha così raggiunto il valore di 1.448.750 unità, 14.795 in più rispetto alla fine di marzo. Tabella 5 - Serie storica della nati-mortalità delle imprese artigiane negli ultimi quattro anni
Anni Imprese registrate al 30 Iscrizioni nel trimestre Cessazioni nel trimestre Saldo trimestrale Tasso di crescita Tasso di crescita
giugno imprese artigiane totale imprese
2001 1.397.921 37.780 24.425 13.355 0,96% 1,13
2002 1.414.020 36.694 23.964 12.730 0,91% 0,90
2003 1.430.844 30.660 20.785 9.875 0,69% 0,79
2004 1.448.750 40.260 25.465 14.795 1,03% 0,97
Fonte: Unioncamere-infocamere: Movimprese, Ii trimestre 2004 La crescita accomuna tutte le regioni con l’eccezione del Lazio, unica a far segnare una diminuzione dello stock pari allo 0,42%. Le grandi circoscrizioni settentrionali si confermano la culla dell’artigianato: al Nord-est (+1,36%) e al Nord-ovest (+1,19%) si registrano, infatti, i tassi di crescita più elevati. Analizzando i dati a livello regionale, tuttavia, emerge la forza di alcune aree del Centro Italia ad elevata concentrazione artigiana. Le regioni più dinamiche sono risultate la piccola Valle d’Aosta (+2,11%), la Toscana (+1,92%) e la Liguria (+1,79%). Poco distanziate l’Emilia Romagna (+1,55%) e il Piemonte (+1,50%). Nel Mezzogiorno, la rincorsa degli artigiani vede in testa l’Abruzzo (+1,34%), seguito da Sardegna (+1,29%) e Molise (+1,25%). Sostanzialmente ferma la Puglia (+0,07%). L’elemento più caratteristico del trimestre resta, comunque, la forte dinamica delle società di capitale artigiane, che anche tra aprile e giugno hanno continuato a crescere a ritmi “cinesi”: +8,28% (pari a 1.510 imprese in più) rispetto al trimestre precedente, con uno stock che supera ormai le 20mila unità. Guardando al dettaglio settoriale, la crescita più consistente si registra ancora una volta nelle Costruzioni, che chiudono il trimestre con 11.920 imprese in più (+2,41%). Segue il settore cosiddetto dei “servizi alle imprese” (informatica, noleggio, servizi professionali), cresciuto dell’1,17% (717 unità in più). Lievemente positiva anche la crescita dell’industria manifatturiera: 1.511 unità il saldo, pari ad un tasso di crescita dello 0,34%. L’agricoltura Il secondo trimestre dell’anno si rivela positivo anche per il comparto agricolo, che realizza un saldo di 2.240 unità, prevalentemente concentrato nel Mezzogiorno (1.812 unità, l’81% del saldo complessivo). Tabella 6 – Settore agricoltura: imprese registrate al 30 giugno 2004, saldi e tassi trimestrali per aree geografiche Nord-ovest Nord-est Centro Registrate Saldo Tasso Registrate Saldo Tasso Registrate saldo Tasso 225.727 -91 -0,04% 161.696 288 0,18% 223.891 -81 -0,04% 159.055 271 0,17% 1.836 -10 -0,54% 2641 17 0,65% Sud E Isole Italia Registrate Saldo Tasso Registrate Saldo Tasso Totale Agricoltura 438.964 1.812 0,41% 975.832 2.240 0,23% - Agricoltura,caccia e servizi 436.164 1.845 0,42% 966.361 2.270 0,24% - Silvicoltura 2.800 -33 -1,16% 9.471 -30 -0,32% Fonte: Unioncamere-infocamere: Movimprese, Ii trimestre 2004 Il dato sulle forme giuridiche sottolinea come – anche se molto lentamente - il processo di ristrutturazione che da tempo interessa il settore stia riflettendo l’orientamento delle imprese agricole verso l’adozione di assetti organizzativi più moderni e in linea con il mercato. Sebbene il saldo delle ditte individuali rappresenti oltre l’80% del saldo totale, appare significativo che il tasso a cui crescono le società di capitale (1,06%) sia 4 volte e mezzo quello medio del comparto (0,23%). Tabella 7 – Settore agricoltura: imprese registrate al 30 giugno 2004, saldi e tassi trimestrali per aree forme giuridiche
Totale Societa' Capitale Societa' Persone
Registrate Saldo Tasso Registrate Saldo Tasso Registrate Saldo Tasso
Totale Agricoltura 975.832 2.240 0,23% 8.962 94 1,06% 53.022 302 0,57%
- Agricoltura, caccia e servizi 966.361 2.270 0,24% 8.624 89 1,04% 51.956 307 0,59%
- Silvicoltura 9.471 -30 -0,32% 338 5 1,50% 1.066 -5 -0,47%
Ditte Individuali Altre Forme
Registrate Saldo Tasso Registrate Saldo Tasso
Totale Agricoltura 898.444 1.816 0,20% 15.404 28 0,18%
- Agricoltura,caccia e servizi 891.125 1.844 0,21% 14.656 30 0,21%
- Silvicoltura 7.319 -28 -0,38% 748 -2 -0,27%
Fonte: Unioncamere-infocamere: Movimprese, Ii trimestre 2004 * * * Totale Agricoltura 149.445 231 0,15% - Agricoltura,caccia e servizi 147.251 235 0,16% - Silvicoltura 2.194 -4 -0,18%
 
     
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