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Notiziario Marketpress di Lunedì 06 Settembre 2004
 
   
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  ACCOMIATANDOSI DALLA COMMISSIONE EUROPEA, BUSQUIN RIFLETTE SUI PROGRESSI E SULLE SFIDE  
   
  Bruxelles, 6 settembre 2004 - Mentre si prepara a lasciare quello che definisce 'il miglior lavoro della mia vita fino ad ora', Philippe Busquin riflette sui suoi ultimi cinque anni come commissario per la Ricerca nell'Ue, e parla al Notiziario Cordis di quelli che considera i suoi maggiori successi e dei suoi programmi per il futuro in qualità di nuovo membro del Parlamento europeo. Curiosamente, Busquin concluderà il suo incarico nello stesso modo in cui lo aveva cominciato, parlando di donne e scienza. Il 10 settembre sarà infatti a Tallinn, per presenziare ad un incontro Enwise (enlarge women in science to the East). A partire dal 13 settembre, Busquin rappresenterà il partito socialista belga al Parlamento europeo. Questo terreno non sarà del tutto sconosciuto al commissario, che era già stato brevemente europarlamentare da giugno a settembre del 1999, incarico che aveva dovuto lasciare bruscamente dopo la sua nomina a commissario da parte del governo belga. Alla domanda su quali siano stati suoi maggiori successi come commissario per la Ricerca dell'Ue, Busquin risponde menzionando immediatamente tre fatti: lo Spazio europeo della ricerca (Ser), l'impegno da parte di tutti i capi di Stato e di governo dell'Ue di portare la spesa per la ricerca quanto più prossima possibile al 3% del Pil entro il 2010, e l'emergere di una politica europea per la ricerca. 'Il concetto di Spazio europeo della ricerca che avevo lanciato è divenuto una realtà. È veramente diventato un punto di riferimento in tutti gli Stati membri, in seno alla comunità scientifica e nell'industria. Niente male come inizio!', ha detto Busquin, ed ha aggiunto che anche il programma del 3% è diventato un punto di riferimento, oltre che un modello di paragone e uno stimolo per incrementare ricerca e innovazione negli Stati membri dell'Ue. La conseguenza di quanto ricordato è che adesso la ricerca e l'innovazione figurano nell'agenda politica, ha detto Busquin, sia al livello europeo che in molti Stati membri. 'Al mio arrivo, la Commissione aveva un programma quadro. Ora ha una politica di ricerca, e il programma quadro è lo strumento per realizzarla. E, naturalmente, la politica di ricerca abbraccia uno spazio molto più ampio del programma quadro'. Busquin non ha dubbi che il concetto di Ser sopravviverà al suo mandato di commissario. Le rinomate istituzioni scientifiche dell'Europa hanno riconosciuto il bisogno di una dimensione europea della ricerca, ha detto, e si sta creando la necessaria struttura. 'Va da sé che dovremo continuare a sostenerla. Il Settimo programma quadro [7Pq] continuerà a contribuire alla sua edificazione', ha aggiunto. L'impressione è che il commissario sia contrariato di doversene andare in un momento così interessante dell'evoluzione della ricerca europea, e di fatto Busquin ammette di non avere potuto portare a termine tutto quello che avrebbe voluto. In particolare, avrebbe voluto contribuire di più alla creazione del Cer, il Consiglio europeo per la ricerca, e delle piattaforme tecnologiche. Egli ammette che avrebbe anche voluto 'chiudere la questione' di Iter, il reattore termonucleare sperimentale internazionale. Tuttavia sembra che si stia profilando una soluzione. Dopo mesi di furiose discussioni sul luogo di installazione, in Europa o in Giappone, vi sarebbe secondo Busquin un qualche accomodamento dalla parte giapponese. Pare che il reattore sarà situato in Francia, mentre la ricerca sui materiali sarà svolta in Giappone. L'8 settembre Busquin presenterà ai suoi colleghi della Commissione un documento che farà il punto della situazione. Ma Busquin non smetterà di contribuire alla ricerca europea, solo che d'ora innanzi lo farà dal suo seggio nel Parlamento europeo. 'È la mia passione', ha detto, apparentemente sorpreso che qualcuno possa mettere in questione le sue priorità come europarlamentare. Sarà membro del comitato Industria, Ricerca ed Energia del Parlamento europeo e userà la sua posizione per esercitare pressioni affinché venga raddoppiato il bilancio per la ricerca dell'Ue, come delineato nella proposta delle Prospettive finanziarie della Commissione. Inoltre spera che il comitato Stoa (Scientific Technology Options Assessment) del Parlamento possa svolgere un ruolo di cardine. Anche se la sua principale attività sarà dunque quella di sostenere la ricerca europea, egli intende non di meno contribuire ai dibattiti sull'economia della sanità. Quello che gli interessa soprattutto è il modo in cui l'Europa potrebbe creare un mercato per i servizi, in particolare quello sanitario, pur conservando una filosofia tipicamente europea. Un mercato europeo della salute darebbe maggiore spazio alla solidarietà in Europa, ritiene Busquin. Pur se dispiaciuto di lasciare la Commissione, Busquin si dice impaziente di 'continuare in una nuova posizione', in un edificio che può già scorgere dalla finestra del suo ufficio attuale.  
     
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