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Notiziario Marketpress di Mercoledì 15 Settembre 2004
 
   
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  IL 65% DEGLI ITALIANI È A FAVORE DELLA FECONDAZIONE ARTIFICIALE  
   
  Roma 15 Settembre 2004 - Mentre si sta infiammando la campagna referendaria per l’abrogazione della legge sulla fecondazione assistita e a due settimane dalla conclusione della raccolta delle firme, l’Eurispes e Telefono Azzurro rendono noti i risultati di una rilevazione campionaria condotta sul territorio nazionale nei mesi di giugno e luglio 2004, su un campione di 1.500 intervistati. «Esiste – afferma il Presidente dell’Eurispes, Gian Maria Fara – una evidente contraddizione tra il vigore con cui la schiacciante maggioranza degli italiani (quasi due italiani su tre) si pronuncia a favore della fecondazione assistita, e la legge attuale, che di fatto inibisce fortemente il ricorso alle nuove tecniche riproduttive pur non vietandole del tutto. Sarà opportuno, in futuro, che le forze politiche si applichino a comporre questa divaricazione tra l’opinione pubblica e le leggi dello Stato. La maggioranza – prosegue Fara – farebbe bene a raccogliere le sollecitazioni del Ministro per le Pari Opportunità, Prestigiacomo, sulla necessità di modificare la attuale legge in vigore, evitando di assumere atteggiamenti ideologici e dogmatici. Comunque – continua Fara – la legge attuale ha perlomeno il merito di essere in sintonia, in tema di fecondazione eterologa, con la maggioranza degli italiani, per i quali questo tipo di tecnica riproduttiva rimane un limite da non superare. Infatti, il 55,7% dei cittadini ritiene che il ricorso all’eterologa sia illegittimo. La complessità delle questioni legate al tema della fecondazione – conclude Fara – dovrebbe suggerire a maggioranza e opposizione di discutere senza pregiudizi ideologici, per definire una normativa in grado di coniugare efficacemente le diverse posizioni e culture presenti all’interno dei diversi schieramenti politici e quindi della società italiana». Secondo l’Eurispes, il 64,9% degli italiani è favorevole alla fecondazione assistita. Relativamente alla possibilità per una coppia sterile di ricorrere a tecniche di riproduzione assistita in laboratorio, infatti, la stragrande maggioranza dei cittadini intervistati ritiene legittima questa scelta. Il 31,3% esprime invece un parere contrario. Mentre il 3,8% non ha voluto o saputo esprimere un’opinione a riguardo. Più favorevoli gli uomini. Sono soprattutto gli uomini a ritenere legittimo il ricorso per una coppia sterile a tecniche di riproduzione assistita: il 66,4% degli intervistati, contro il 63,4% delle donne, esprime un giudizio favorevole. Ritiene invece illegittimo il ricorso alla fecondazione assistita il 28,9% degli uomini ed il 33,6% delle donne. Classe d’età. Analizzando i dati per classe d’età, emerge la presenza di significative differenze d’opinione tra gli intervistati. È possibile osservare, in particolare, come la legittimità per una coppia sterile di ricorrere a tecniche di riproduzione assistita sia sostenuta soprattutto dai cittadini di età compresa tra i 25 e i 44 anni, tra i quali ben il 74,7% esprime un giudizio favorevole, e dai ragazzi tra i 18 e i 24 anni (66,7%). Il grado di consenso diminuisce tra le classi di età più elevate. Tra gli ultra 64enni la percentuale di chi si esprime per la legittimità del ricorso alla fecondazione assistita è sensibilmente meno elevata, ma comunque maggioritaria (il 50,9%, contro il 43,3% di contrari). Area geografica. Tra gli intervistati residenti nelle diverse aree geografiche si evidenzia come percentuali più elevate di contrari si registrino tra i cittadini residenti nelle Isole (33,1%) e al Nord-ovest (36,5%). Si esprimono invece a favore circa i due terzi degli intervistati residenti nel Nord-est, al Centro e al Sud, il 64,5% degli isolani ed il 58,6% dei cittadini del Nord-ovest. Titolo di studio. Cresce in relazione al grado di istruzione la percentuale di coloro che ritengono legittimo il ricorso a tecniche di riproduzione assistita. Infatti, i più favorevoli sono i laureati (77,3%), seguiti dai diplomati (68,9%), dagli intervistati in possesso della licenza media inferiore (60,7%) e, infine, da coloro che hanno conseguito la licenza elementare o non possiedono alcun titolo di studio (50,2%). Tra questi ultimi i contrari costituiscono una minoranza significativa, pari al 42,9%, percentuale più che doppia a quella registrata tra i laureati (21,2%). Orientamento politico. La fecondazione artificiale è ritenuta legittima dalla maggioranza di tutti gli intervistati, in modo trasversale all’orientamento politico di riferimento. La percentuale di coloro che si esprimono a favore del ricorso a tecniche di riproduzione è più elevata tra i cittadini di sinistra (72,3%) e centro-sinistra (66,7%). Scende al 63,8% tra coloro che si collocano al centro o al centro-destra e raggiunge il valore più basso tra i cittadini politicamente orientati a destra (61,9%). I contrari costituiscono una percentuale variabile di intervistati dal 24,4% (sinistra) al 35,7% (destra). Fecondazione eterologa. La legge 1514/03 sulla procreazione assistita esclude ogni possibilità di fecondazione eterologa, impedendo cioè alle coppie sterili di ricorrere ad un donatore o una donatrice esterno/a che fornisca l’ovulo o il seme. Chiamato a pronunciarsi sulla fecondazione eterologa, il campione si dichiara nella maggioranza dei casi (55,7%) contrario a questo metodo di procreazione assistita. Il 38,3% la ritiene invece legittima, mentre il 5,9% non si pronuncia. Fecondazione eterologa: i due sessi a confronto. Il 40,5 % delle donne è a favore della fecondazione eterologa, contro il 36,3% degli uomini. La percentuale di soggetti favorevoli alla fecondazione eterologa si abbassa all’innalzarsi dell’età: 50,3% fra i 18 ed i 24 anni, 45,1% fra i 25 ed i 44 anni, 35,5% fra i 45 ed i 64 anni, 25,2% dai 65 anni in su. La percentuale dei contrari aumenta all’aumentare dell’età, passando dal 47,1% tra i 18 ed i 24 anni al 68,5% dai 65 anni in su. All’interno del campione analizzato, prevale, indipendentemente dall’orientamento politico degli intervistati, il dissenso nei confronti della fecondazione eterologa. In particolare, esprime contrarietà alla eterologa il 47,9% degli intervistati di sinistra (contro il 46,9% dei favorevoli), il 52,8% degli appartenenti al centro-sinistra (contro il 42,4%), il 54,3% di coloro che si collocano nell’area di centro (contro il 40,2%). Più netto il dissenso nell’area di centro-destra (il 61,2% si dichiara contrario e il 33,2% favorevole) e di destra (il 56,3% si dichiara contrario e il 39,7% favorevole). Fecondazione artificiale sì o no? Il 62,8% degli intervistati condivide poco e per niente l’affermazione che la “fecondazione artificiale, in tutte le sue forme possibili è un atto di ribellione contro la natura, dunque del tutto immorale”. Al contrario, il 33,1% è molto o abbastanza d’accordo nel definire immorale la fecondazione assistita in tutte le sue possibili forme: per un italiano su tre mettere al mondo un figlio “in provetta”è un atto di ribellione contro la natura. Il 46% degli intervistati di età compresa tra 25 e 44 anni si dichiara per niente d’accordo rispetto all’“immoralità della scelta”, mentre meno numerosi sono gli ultrasessantacinquenni, il 27,9%. Per quanto riguarda la variabile culturale, il 51,2% dei laureati e il 39,9% dei diplomati afferma di non essere per niente d’accordo con questa affermazione. I più fermi assertori dell’immoralità della fecondazione assistita sono, al contrario le persone senza alcun titolo di studio o con livelli di istruzione più bassi: uno su cinque degli intervistati che hanno conseguito al massimo la licenza elementare condivide pienamente l’affermazione in questione. L’orientamento politico mostra come il 51,6% degli intervistati di sinistra non condivide per niente l’opinione che la fecondazione assistita sia un atto immorale; questa percentuale diminuisce gradualmente man mano che ci si sposta sull’asse politico da sinistra al centro; tra coloro che si collocano a destra, il dissenso è leggermente superiore (35,7%) rispetto agli elettori di centro-destra (32,7%) e di centro (31,5%). La clonazione terapeutica. È stato poi chiesto al campione di esprimere il proprio parere sulla clonazione terapeutica, ovvero sulla creazione di cellule embrionali a scopi di ricerca scientifica. Il 64,2%, poco meno di due cittadini su tre, si sono espressi a favore della clonazione terapeutica. Il 28,2% degli intervistati ha invece affermato di essere contrario, mentre il 7,6% non ha saputo o desiderato esprimere un’opinione a riguardo. Il 72,1% degli uomini è favorevole alla clonazione terapeutica contro il 56,8% delle intervistate. Esprime invece il proprio dissenso il 24% degli uomini ed il 32,1% delle donne, tra le quali si registra un’elevata percentuale di mancate risposte (11,1%). In riferimento all’età, fra i soggetti più giovani sono più numerosi che fra quelli più maturi coloro che si dicono favorevoli alla clonazione terapeutica: il 71,2% tra i 18 ed i 24 anni, il 68,1% tra i 25 ed i 44 anni, il 60,5% tra i 45 ed i 64 anni ed il 59,4% al di sopra dei 64 anni. Mentre, tra i soggetti più anziani (dai 65 anni in su) è più alta della media la percentuale di chi non risponde a questo quesito (11,8%). Oltre i 2/3 dei laureati (67,5%), poi, si esprime a favore della clonazione a scopi di ricerca scientifica; tale percentuale scende al 65,2% tra i diplomati, al 62,9% tra chi ha conseguito la licenza media inferiore ed al 60,9% tra coloro che non hanno conseguito alcun titolo di studio o possiedono la licenza elementare. Si intensificheranno i viaggi della speranza? La normativa italiana sulla fecondazione assistita risulta in contrasto con quella in vigore nella gran parte dei paesi occidentali: la fecondazione eterologa è permessa (sia pur con modalità diverse) in Gran Bretagna, Francia, Austria, Spagna, Germania, Svezia, Norvegia, e nella maggior parte degli Stati Uniti. In Italia, si sta già registrando una tendenza all’aumento dei cosiddetti “viaggi della speranza”. Le mete estere preferite dagli aspiranti genitori risultano essere infatti i paesi confinanti con legislazioni più permissive: Svizzera, Francia, Slovenia e Austria (per chi risiede al Nord) e l’Isola di Malta (per il Sud). Resta pur vero che i viaggi all’estero, a causa degli alti costi che comportano sia per il soggiorno sia per le cure e spese mediche, saranno appannaggio di pochi.  
     
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