|
|
|
 |
|
 |
|
Notiziario Marketpress di
Venerdì 24 Settembre 2004
|
|
|
|
|
|
Pagina1 |
|
|
DAL RAPPORTO COMPETITORS DATABANK “ESERCIZI ALBERGHIERI”EMERGE UN DATO SICURO: GLI ALBERGHI SPOSANO IL BENESSERE
|
|
|
 |
|
|
L’hotéllérie nazionale è in crisi. La contrazione di arrivi e presenze impone alle compagnie alberghiere nuove strategie che stanno superando il tradizionale concetto di villeggiatura. Grazie all’espansione della domanda di fitness, le catene puntano a formulare un prodotto integrato di vacanza e benessere. Contemporaneamente a Milanofitness, il 1° Salone del benessere fisico e del tempo libero, ed alla Conferenza del Turismo Italiano di Genova, Databank presenta la ricerca sul settore alberghiero nazionale. Secondo le valutazioni raccolte da Antonio Rana, consulente di ricerca di Databank, intervistato su Il Sole 24 Ore del 20 settembre, autore degli studi sul fitness e sull’hotéllérie nazionale, le condizioni di maturità del sistema alberghiero italiano impongono nuovi orientamenti di mercato per reagire allo stato di crisi del settore. La domanda: dimensioni e linee di sviluppo. Nel 2003 si registra un calo dello 0,4% degli arrivi e dell’1% delle presenze. Nel caso degli italiani, gli arrivi aumentano del 2,7% e le presenze dell’1,4%. Nel caso degli stranieri si assiste ad una diminuzione del 4,5% degli arrivi e del 4,3% delle presenze. Nel 2003 il fatturato alberghiero ha raggiunto i 21 miliardi di euro, l’1,3% in meno del 2002. Il 52% dei ricavi è costituito dalla vendita camere, intorno ai 10,9 miliardi di euro, l’1,8% in meno rispetto al 2002. Il ricavo medio per camera scende dello 0,8%. Tale decremento è giustificato dal calo delle presenze, che si ripercuote negativamente sui ricavi di vendita. Un altro 36% del fatturato alberghiero è realizzato nel food & beverage, i cui ricavi ammontano a 7,6 miliardi di euro (-0,7%). Il restante 12% del fatturato è costituito dai ricavi relativi a tutte le attività di supporto al soggiorno alberghiero, all’affitto di sale congressuali e ad altri servizi alberghieri. Nel 2003 tali vendite sono diminuite dell’1,2% rispetto al 2002. In seguito al trend della prima parte di quest’anno, a fine 2004 la situazione non è destinata a migliorare. L’anno potrà far registrare un ulteriore calo dell’1,3% del fatturato alberghiero Il valore della vendita di camere dovrebbe calare a 10,9 miliardi di euro (-1,8%), con un ricavo medio per camera in diminuzione dell’1%. Anche gli altri ricavi, incluso il food & beverage, potranno registrare segni di contrazione. L’industria alberghiera risentirà sempre più di fattori esogeni che condizioneranno la domanda di viaggi e vacanze. In particolare, la stabilità dei consumi e la paura per spostamenti a lungo raggio trasformano gli stili di vacanza e ciò nel tempo ridurrà il numero di giorni destinati ai viaggi, accrescendo l’attrattività di zone più vicine al luogo di residenza. Vacanza e benessere: un’integrazione possibile. L’hotéllérie italiana registrerà una trasformazione significativa in seguito all’integrazione fra l’industria dei viaggi e delle vacanze e quella del benessere, grazie alle strategie di questi operatori. Il fenomeno è già in parte emerso nell’analisi di business sui centri fitness e benessere, realizzata lo scorso giugno. Fra tour operators, compagnie alberghiere, centri fitness e benessere, società termali, dell’entertainment e di sport di nicchia sta infatti fiorendo una serie di accordi ed intese che puntano alla creazione di veri e propri insediamenti destinati al divertimento e al relax dei turisti. Tale processo sta avvenendo compatibilmente alle combinazioni prodotto/mercato più appetibili ed ai target di riferimento (leisure e/o affari). Gli esempi non mancano. Alcune catene alberghiere si alleano con centri fitness (è il caso di Baglioni e CaroliHealthclub), case discografiche aprono centri fitness (Virgin), gli hotels aprono campi da golf o si accordano con leader del benessere (Vitawell con Messegué e la catena tedesca Kempinski per l’albergo in Sicilia si allea con Daniela Steiner), gruppi del fitness aprono palestre nelle grandi stazioni o negli aeroporti (Fitness First) o acquisiscono società termali (Vitawell e terme di Montecatini), tour operators realizzano accordi di commercializzazione con i centri fitness (Get Fit con il Ventaglio) e Wellness Club si allea con Lifegate, il primo portale italiano di ecocultura di Marco Roveda. E non si può dimenticare l’espansione delle città del benessere e del divertimento come il Dream Village di Pordenone, le megastrutture come il B Fit a Legnano, il Forum a Roma, dove la gente può trovare di tutto. Per quanto riguarda il comparto alberghiero, si deve sottolineare che negli ultimi cinque anni il numero di sale fitness presenti negli hotel italiani cresce al ritmo annuo del 30%. Tale fenomeno rappresenta un’opportunità decisamente interessante per l’indotto delle attrezzature ed impianti per il wellness. Il processo è destinato a proseguire, perché il comparto alberghiero ha raggiunto una fase di maturità piena, che induce i gruppi italiani ed esteri a specializzare e focalizzare i propri prodotti e marchi su specifici segmenti di clientela, con la creazione di catene orientate su particolari target di domanda, come ad esempio extralusso, aeroportuale, autostradale, commerciale, congressuale o puro leisure. In Italia vi sono poco più di 33 mila esercizi alberghieri con 982 mila camere e 1,9 milioni di letti. Negli ultimi cinque anni si rileva una riduzione del numero di alberghi a fronte di una stabilità del numero di camere e letti. In tali termini, le strutture alberghiere tendono ad essere mediamente più capienti. Le sedi congressuali alberghiere sono circa 8.500, concentrate prevalentemente al nord e soprattutto nei poli industriali e commerciali. È stabile il numero dei servizi di bar (sui 31 mila) e di ristoranti (circa 26 mila). Le principali 40 compagnie alberghiere registrano un calo del 2,8% del proprio ricavo medio per camere, che è valutabile intorno a 115 €. Il tasso di occupazione media lorda delle camere del campione di compagnie alberghiere preso in considerazione scende dal 52% del 2002 al 49% del 2003, con una diminuzione del 5,6%. Pur rappresentando soltanto l’1,9% dell’offerta nazionale, il 7% del numero di camere totali ed il 13,5% del fatturato nazionale, queste catene hanno un sostegno determinante all’occupazionalità del settore, che mostra chiari segni di cedimento. Ciò non consente ai margini aziendali un adeguato sostegno alla redditività del business. A fronte di una domanda in contrazione, gli operatori puntano ad accrescere la profittabilità delle vendite e dall’altro a migliorare l’efficienza interna per sostenere i guadagni.
|
|
|
|
|
|
<<BACK
|
|
|
|
|
|
|
|