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Notiziario Marketpress di Mercoledì 06 Ottobre 2004
 
   
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  L'UE INNEGGIA ALLA DECISIONE RUSSA SU KYOTO  
   
  Bruxelles, 6 ottobre 2004 - Il governo russo ha deciso di ratificare il protocollo di Kyoto sul cambiamento climatico, una scelta accolta con entusiasmo dall'Ue e dai gruppi ambientalisti. Il 30 settembre il gabinetto russo si è dichiarato favorevole al trattato internazionale, e se la Duma, il parlamento nazionale, approverà la decisione, com'è probabile, il protocollo di Kyoto entrerà in vigore in tutto il mondo nei 90 giorni successivi. Per poter avere forza di legge, l'accordo doveva essere ratificato da paesi che globalmente fossero responsabili di almeno il 55% delle emissioni di gas a effetto serra (ai livelli del 1990). Vista l'apparente riluttanza degli Stati Uniti, il più grosso inquinatore al mondo, a sostenere l'iniziativa, il valore giuridico del trattato dipendeva dalla ratifica russa. La notizia è stata accolta con gran favore dal presidente della Commissione, Romano Prodi, che ha dichiarato: 'Quando la Duma avrà confermato la ratifica, il protocollo di Kyoto potrà entrare in vigore. Si tratta di un grande successo nella lotta internazionale contro il cambiamento climatico. La Commissione intende lavorare a fianco della Russia per portare avanti il protocollo'. Prodi e la Commissione hanno ripetutamente messo in primo piano i problemi legati al cambiamento climatico negl'incontri con la Russia degli scorsi mesi. Una settimana prima della decisione del gabinetto russo, il presidente della Commissione aveva avuto una lunga conversazione telefonica col Primo ministro russo, Vladimir Putin, proprio su Kyoto. 'Il cambiamento climatico mondiale è una battaglia che la nostra generazione deve vincere per salvare il futuro dei nostri figli e questo pianeta. Il protocollo di Kyoto è la migliore arma di cui dispone attualmente la comunità internazionale. Oggi, il presidente Putin ha lanciato un forte segnale sul suo impegno e il suo senso di responsabilità', ha aggiunto Prodi. In base al trattato, i firmatari debbono ridurre le emissioni di sei specifici gas a effetto serra al di sotto dei livelli del 1990, entro il 2008-2012. Alcuni gruppi ambientalisti ritengono tuttavia ancora più importante il fatto che la decisione del Cremlino apre la strada a negoziati internazionali per arrivare a definire parametri di emissione più rigorosi, da applicare dopo il 2012. Bryony Worthington, uno dei responsabili della campagna di Friends of the Earth, aggiunge: 'Eserciterà anche una forte pressione su Usa e Australia, che hanno rifiutato di unirsi agli sforzi internazionali per evitare una catastrofe planetaria. Il tempo è agli sgoccioli e abbiamo bisogno di un'urgente azione internazionale, adesso'. Infolink: http://unfccc.Int/resource/convkp.html  
     
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