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Notiziario Marketpress di Giovedì 07 Ottobre 2004
 
   
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  PARMIGIANO-REGGIANO: INDISPENSABILE UN QUADRO NORMATIVO PIÙ COMPLETO  
   
  La mancanza del Decreto sanzionatorio rischia di penalizzare l’intero comparto. Forte denuncia al convegno di Bologna nell’ambito delle celebrazioni dei 70 anni di fondazione. “Il sistema delle Dop rischia di essere un castello di carta”. Questa la denuncia di Andrea Bonati, presidente del Consorzio del Parmigiano-reggiano, al convegno su “Il ruolo delle istituzioni per la valorizzazione e la tutela dei prodotti Dop”, tenutosi oggi a Bologna nell’ambito delle celebrazioni del 70° di fondazione del Consorzio. Dopo la mancata pubblicazione del decreto sanzionatorio, peraltro già approvato dal Consiglio dei Ministri nello scorso luglio, il sistema di applicazione delle Dop rischia di vivere ancora in una situazione di pericoloso limbo. “Senza la firma del decreto – ha continuato Bonati – mancano infatti le norme per regolare i compiti e i poteri dei vari enti per comminare direttamente le sanzioni in caso di mancato rispetto dei disciplinari dei prodotti a Denominazione d’origine protetta”. Il compito basilare svolto dalla pubblica amministrazione è stato peraltro sottolineato dal direttore Leo Bertozzi, ha ricordato il ruolo svolto dalle istituzioni nel 1934, quando nacque il Consorzio, favorendo l’aggregazione dei produttori del nostro formaggio. L’ente pubblico ha inoltre avuto un’importanza fondamentale nella definizione di uno specifico quadro normativo sulle Dop (dalla Convenzione Internazionale di Stresa del 1951 alla promulgazione della Legge 125 del 1954 sulle denominazioni d’origine controllata dei formaggi, dal Regolamento 2081 del ’92 alla legge 526 del ’99). “Oggi – ha sottolineato Bertozzi – risulta ancora indispensabile l’intervento della pubblica amministrazione, che sempre più deve svolgere un ruolo di indirizzo e verifica, a tutti i livelli, regionale, nazionale e comunitario”. Bertozzi ha quindi auspicato che, soprattutto a livello nazionale, sia definito un modello di riferimento per stabilire procedure comuni di gestione delle diverse Dop in tutti i settori e per raggiungere un’impostazione comune nelle varie forme di enti di tutela. “Fondamentale – ha concluso Bertozzi – sarà poi l’azione che l’Unione Europea eserciterà a livello internazionale in sede di accordi multilaterali nell’Organizzazione Mondiale del Commercio per affermare il principio delle Indicazioni Geografiche. Uno degli ostacoli principali per lo sviluppo delle Dop è infatti la scarsa riconoscibilità dei marchi, che può favorire la concorrenza sleale dell’agropirateria”. Nel suo intervento, Paolo De Castro, professore dell’Università di Bologna, ha ricordato che i cittadini europei si attendono dalla Politica agricola comune europea innanzi tutto prodotti sicuri e sani e rispetto per l’ambiente. “In un quadro di liberalizzazione dei mercati – ha dichiarato De Castro – si registra un incremento della pressione competitiva sui prodotti agricoli. In questo quadro, la nuova Pac (che prevede modulazione, disaccoppiamento, riduzione dei prezzi e delle protezioni) espone le imprese al mercato ed alla concorrenza. Il nuovo sviluppo rurale dovrà quindi offrire specifiche opportunità all’agricoltura competitiva e di qualità”. Questo nuovo quadro, in base al quale la riduzione dei prezzi risulta essere una strategia perdente in partenza, deve valorizzare i prodotti di qualità e d’origine territoriale e sviluppare le aree rurali puntando alla valorizzazione del territorio nella sua completezza e non soltanto in una logica produttivistica. Laura La Torre, del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, ha sottolineato che “il Ministero svolge il suo ruolo di supporto registrando le Dop e le Igp come marchi collettivi per tutelarli a livello internazionale. Sarà quindi basilare arrivare velocemente alla firma del decreto sanzionatorio per fermare i tentativi di usurpazione dei marchi”. Per Viviana Beccalossi, Assessore all’Agricoltura della Regione Lombardia, le Regioni svolgono un ruolo rilevante per offrire le massime garanzie al consumatore, assicurando che sia osservato il sistema delle regole, siano applicati i disciplinari, vengano svolti i controlli per punire eventuali anomalie. La Beccalossi ha poi concluso ricordando che purtroppo in Italia manca una legge quadro sulla valorizzazione dei prodotti Dop, e sottolineando l’importanza di far squadra tra le varie regioni limitrofe per tutelare i prodotti comuni. Secondo Guido Tampieri, Assessore all’Agricoltura della Regione Emilia-romagna, è necessaria la massima compenetrazione tra la dimensione istituzionale ed i processi economici. “Il presidio delle regole – ha dichiarato Tampieri – è infatti affidato alle istituzioni e tanto più lo scenario di riferimento si allarga verso una dimensione globale, tanto più queste regole sono necessarie per orientare lo sviluppo dei prodotti d’origine. Il futuro del mondo è legato all’affermazione della cultura delle differenze e quindi la tutela delle denominazioni è vitale l’affermazione delle identità territoriali”. Le celebrazioni del 70° del Consorzio si concluderanno al Teatro Ariosto di Reggio Emilia nel pomeriggio del 19 ottobre con il convegno su “Il ruolo degli Enti di tutela in Europa nella gestione dei prodotti del territorio”.  
     
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