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Notiziario Marketpress di Mercoledì 10 Marzo 2004
 
   
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  EDUCAZIONE SESSUALE, CONTRACCETTIVI E ABORTO SICURO PER I PAESI IN VIA DI SVILUPPO  
   
  Strasburgo, 10 marzo 2004 - Nel 1994 si è svolta al Cairo la Conferenza internazionale sulla popolazione e lo sviluppo, sotto l'egida delle Nazioni Unite. I rappresentanti di 179 Paesi hanno approvato il programma d'azione della Conferenza sulla popolazione mondiale che fissa obiettivi centrali per uno sviluppo demografico equilibrato e sostenibile. Dieci anni dopo, la commissione per lo sviluppo e la cooperazione chiede che venga effettuata un'esaustiva rassegna del livello di applicazione del suddetto programma d'azione. La relazione di Karin Junker (Pse, D) è stata approvata con 11 voti favorevoli e 7 contrari. Essa invita l'Unione e i suoi Stati membri, nonché i Governi e le istituzioni dei paesi in via di sviluppo, a intraprendere vaste campagne di informazione e consulenza e ad adottare altre misure appropriate nei paesi in via di sviluppo al fine di: assicurare ai bambini e ai giovani un'informazione e un'educazione sessuale; combattere lo sfruttamento e la repressione sessuale; sottolineare il fatto che ogni persona è degna di rispetto, a prescindere dal suo orientamento sessuale; sottolineare il diritto di autodeterminazione sessuale di ogni individuo; mettere a disposizione quantitativi sufficienti e poco costosi di contraccettivi; permettere l'accesso a servizi poco costosi di salute sessuale e riproduttiva; mettere a disposizione a prezzi sostenibili quantitativi sufficienti di medicinali per il trattamento di malattie sessualmente trasmissibili, in particolare Hiv/aids; consentire interruzioni della gravidanza sicure sotto il profilo medico. L'organo parlamentare sottolinea che l'interruzione della gravidanza non può essere considerata un metodo di pianificazione delle nascite. Tuttavia, «le donne che non vedono altra vie d'uscita dalla situazione di grave difficoltà in cui si trovano devono avere la possibilità, a tutela della loro salute riproduttiva e psichica, di ricorrere ad un intervento immune da sanzioni e sicuro dal punto di vista medico». Questo porterebbe, nei paesi in via di sviluppo, ad una riduzione della mortalità materna: il 14% delle madri che non sopravvivono al puerperio sono vittime di interruzioni della gravidanza praticate da mani inesperte. In generale, l'emancipazione costituisce un passaggio necessario per lo sviluppo. Ecco allora che i deputati sottolineano la necessità di migliorare l'accesso delle donne alla formazione, all'indipendenza economica e ai processi decisionali. Essi invitano l'Ue e gli Stati membri a coordinarsi meglio nell'ambito della comunità dei donatori e a mettere a disposizione più fondi per programmi nel settore della salute sessuale e riproduttiva e dei diritti in materia di sessualità e riproduzione, in modo da ottemperare agli obblighi internazionali assunti nel 1994 al Cairo. I parlamentari condannano la «Politica di Mexico City» attraverso la quale gli Usa negano il loro sostegno a qualsiasi organizzazione estera che pratica o propugna l'interruzione della gravidanza, a prescindere dal fatto che essa sia legale o no nel paese in questione. Essi ritengono che tale politica abbia «aggravato i problemi che intendeva risolvere» e plaudono invece all'iniziativa della Commissione di compensare la perdita di questi finanziamenti.  
     
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