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Notiziario Marketpress di Mercoledì 30 Giugno 2004
 
   
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  GLI SCORDATI IDEAZIONE ARTISTICA DI GIORGIO ROSSI LUNEDÌ 28, MARTEDÌ 29 E MERCOLEDÌ 30 GIUGNO AL TEATRO LITTA  
   
  Milano, 30 giugno 2004 - C’è chi sostiene che gli scordàti siano una razza a parte, fuori posto, forse anche fuori tempo. Vivono negli intervalli tar l parole sull’orlo di un pensiero, si nutrono di spazi e geometrie impossibili. Se gli dai una musica la pettinano, sono come promesse, come bagliori di promesse, promettono mondi, sono come persone. Si sa che ci sono e che certe volte si incontrano, ma quello che può succedere nessuno con sicurezza lo sa. Se ad esempio ci sarà da piangere o da ridere, ci sono solo supposizioni, è qualcosa di leggerissimo: lo dici ed è già sparito. … venghino, venghino Signori… … tra pochi istanti entrerete in un luogo senza tempo e senza forma, un posto dove si appoggia la luce senza ragione. Per caso assisterete al miracolo dell’apparire, entrerete nel mistero del battito di un’ ala e con un salto arriverete al solido delle cose… Forse non ci resta che ricevere il mondo, lasciarlo scivolare dentro, sopra, sotto e intorno, fino a diventare vestito, ombra, meraviglia di luce e di palmi, musica del tocco e del fiato, odore di altezze, polvere e scintille… Qualcuno ha detto che è uno stato somigliantissimo al sogno. All’inizio si parlava di ombre e di luce, di come inciampano i pensieri, si parlava di come contenere le cose del mondo, il passato, il presente e il futuro, e della difficoltà di afferrare e affermare una condizione, uno stato d’animo. Un primo passo da fare poteva essere scegliere le persone giuste per questo viaggio, persone con temperature, qualità, visioni vicine, interpreti ma anche autori, persone mutevoli, con colori diversi, che arrivassero dalla danza, dal teatro, dalla poesia, dal suono, dal segno, per inventare una zona di confine. Ci siamo scelti, ci siamo messi in sala, abbiamo individuato dei territori da esplorare e attraverso improvvisazioni, ognuno ha “lasciato uscire”, si è lasciato attraversare. Mano a mano si sentivano odori, si intuivano paesaggi, si creavano alchimie, ombre e luci, ognuno portava una parte di sé, triste, poetica, allegra, nostalgica, forza e debolezza, coraggio e disperazione. Si intuiva un quadro di umanità persa e confusa, fuori posto; ma il posto giusto qual è? Forse anche il posto poteva essere, improbabile, non convenzionale, anche non definito…un circo, una soffitta, un magazzino, una sala d'attesa, una sala da ballo, un varietà d'altri tempi, un varietà senza tempo. O forse anche tutte queste cose e in più un teatro che le contiene, fatto di corde, polvere e persone, persone che vendono sogni, che riflettono il mondo, il mondo tutto… Sì, forse così ci avviciniamo. Testi a cura di Vasco Mirandola Movimenti e interpretazione: Vasco Mirandola, Rebecca Murgi, Aline Nari, Ivana Petito, Giorgio Rossi, Domenico Santonicola Musiche di Giovanni Venosta Scene e Disegno Luci Michelangelo Campanale Costumi Beatrice Giannini Fonica e montaggio audio Luca Ravaioli Macchinista Matteo Fantoni Foto Paolo Pisanelli Video Raffaella Rivi Produzione Sosta Palmizi Network in coproduzione con Teatro Comunale di Castiglion Fiorentino (Ar) ed in collaborazione con Festival Oriente Occidente (Rovereto); Teatro comunale di Ferrara Infolink: www.Teatrolitta.it  
     
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