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Notiziario Marketpress di Lunedì 15 Marzo 2004
 
   
  Pagina1  
  UNICREDIT: CON LA CREAZIONE DELLE TRE NUOVE BANCHE DI SEGMENTO, UTILI IN CRESCITA E SERVIZI DI QUALITÀ PER I CLIENTI UTILE NETTO A 1.961 MLN (+8,9% A/A) E ROE IN CRESCITA AL 17,7% RISULTATO DI GESTIONE + 2% A/A, (+4,1% A CAMBI COSTANTI)  
   
  Milano, 15 marzo 2004 - Il Consiglio di Amministrazione di Unicredito Italiano ha approvato il 12 marzo il progetto di bilancio consolidato 2003 di Gruppo 1 . Il 2003 per Unicredit è stato l’anno della creazione di tre grandi banche specializzate per segmenti di clientela: famiglie e piccole imprese, medie e grandi aziende, private banking. Una soluzione innovativa anche a livello internazionale che ha cominciato a dare i suoi frutti fin dall’avvio. Nonostante il difficile periodo congiunturale – segnato da debolezza del ciclo economico e da crisi industriali, come quelle di Cirio e Parmalat, che hanno minato la fiducia dei risparmiatori – Unicredit nel 2003 ha migliorato le performances dell’anno precedente. La nuova struttura peraltro ha garantito al Gruppo un vantaggio competitivo non solo sul fronte operativo, ma anche su quelli della gestione dei conflitti di interesse e dell’attenzione al cliente. La rigida separazione fra le varie 1 Le variazioni più significative nel perimetro del Gruppo rispetto al 2002 sono rappresentate dall’ingresso del Gruppo Koc, consolidato proporzionalmente, di Zivnostenska Banka, consolidata integralmente. A fine dicembre è stato inoltre perfezionato l’acquisto di Ing Sviluppo Finanziaria e del ramo d’azienda mutui della Abbey National Bank Italia. Funzioni bancarie garantisce una risposta puntuale alle esigenze di trasparenza sempre più sentite sul mercato mentre la divisionalizzazione per segmenti di clientela permette di offrire servizi sempre efficienti e calibrati sulle esigenze del cliente. Nel 2003 il Gruppo Unicredit ha realizzato un utile netto di 1.961 milioni, che si confronta con i 1.801 milioni del 2002, pari ad una crescita dell’8,9%. Il quarto trimestre del 2003, pur risentendo dell’impatto negativo dei casi Cirio e Parmalat, costati in accantonamenti e rettifiche 192 milioni, ha confermato un profilo in crescita rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (+8%). Il Roe si porta al 17,7%, rispetto al 17,2% dell’esercizio 2002, mentre al netto delle rettifiche su avviamenti si attesta al 20,1% (19,6% nel 2002). L’utile per azione si attesta a 31 centesimi rispetto ai 29 del precedente esercizio (+6,9%). Il risultato di gestione raggiunge i 4.762 milioni, in sviluppo del 2%, l’incremento si porta al 4,1% se depurato dall’effetto cambio. Nel 2003 infatti sui risultati economici hanno influito le svalutazioni rispetto all’euro sia dello zloty polacco (-14,5% a/a) sia del dollaro (-17% a/a). L’evoluzione del risultato di gestione è determinata da una crescita del margine d’intermediazione, (+1,8% a/a, +3,9% a/a a cambi costanti) e da un contenuto incremento dei costi operativi, (+1,6% a/a, +3,7% a/a a cambi costanti). Il cost/income si mantiene su ottimi livelli attestandosi al 54,5% rispetto al 54,6% dell’anno precedente. Il margine d’interesse raggiunge i 5.088 milioni (-3,8% a/a, –1,8% a/a a cambi costanti). La flessione di questa voce di conto economico è riconducibile principalmente agli effetti della sensibile riduzione dei tassi di mercato a breve nel corso dell’anno (Euribor 1m da 3,36% di dicembre 2002 al 2,38% di dicembre 2003, -98 p.B.) Il quarto trimestre evidenzia, comunque, un recupero rispetto al terzo trimestre del 2003 con un aumento del 3,1%. I crediti a clientela hanno raggiunto i 126,7 miliardi, dei quali 4,5 miliardi provenienti da Abbey National Bank Italia (Anbi), società specializzata nel settore dei mutui, la cui acquisizione è stata perfezionata a fine anno. La crescita dei crediti, calcolata su basi omogenee, al netto quindi del contributo di Abbey, si colloca al 5,9% rispetto al dicembre 2002, con una accelerazione nel quarto trimestre rispetto al terzo (+3,8%). La componente degli impieghi più dinamica è risultata quella a lungo termine (+10,7% a/a per i mutui, +14,2% per i contratti di leasing) Il complesso dei crediti dubbi netti con clientela si è attestato a 4,7 miliardi registrando una crescita dell’8,2% a/a. Tale dinamica, principalmente riconducibile alla estrema debolezza del ciclo economico in Italia, non ha deteriorato il rapporto tra crediti dubbi netti e totale dei crediti che si è collocato al 3,72% (3,73% nel 2003). Anche il rapporto sofferenze nette su impieghi ha mantenuto gli stessi livelli dell’anno precedente (1,87%). Il rapporto di copertura sul totale dei crediti dubbi risulta pari al 47,1% e quello sulle sofferenze si attesta al 59,7%. La raccolta diretta si è portata a 135 miliardi in aumento del 4,5% su dicembre 2002 e dell’8,4% nell’ultimo trimestre. La raccolta indiretta, pari a 236,9 miliardi mostra una crescita del 10,6% a/a, a perimetro comparabile escludendo il contributo di Ing che conferisce al Gruppo 2,7 miliardi di raccolta gestita. All’interno del comparto la componente amministrata registra un incremento dell’11,4% a/a (122,8 miliardi a fine 2003), mentre la crescita del gestito, penalizzata dal deprezzamento del dollaro, si attesta al 9,7% (114 miliardi a dicembre). I proventi di intermediazione e diversi, sono pari a 5.377 milioni, in crescita del 7,7% a/a sostenuti principalmente da un aumento dei proventi da operazioni finanziarie (+21,9% a/a), grazie soprattutto all’attività per la gestione dei rischi finanziari della clientela corporate. Le commissioni nette, pari a 3.316 milioni, hanno mostrato un profilo trimestrale in crescita nel corso dell’anno, registrando un incremento a fine anno del 2,8% (4,8% a cambi costanti). Il recupero rispetto all’anno precedente è stato sostenuto dalle commissioni sui servizi di gestione e amministrazione del risparmio che registrano una crescita del 3,1%, anche grazie al più2 funzioni bancarie garantisce una risposta puntuale alle esigenze di trasparenza sempre più sentite sul mercato mentre la divisionalizzazione per segmenti di clientela permette di offrire servizi sempre efficienti e calibrati sulle esigenze del cliente. Nel 2003 il Gruppo Unicredit ha realizzato un utile netto di 1.961 milioni, che si confronta con i 1.801 milioni del 2002, pari ad una crescita dell’8,9%. Il quarto trimestre del 2003, pur risentendo dell’impatto negativo dei casi Cirio e Parmalat, costati in accantonamenti e rettifiche 192 milioni, ha confermato un profilo in crescita rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (+8%). Il Roe si porta al 17,7%, rispetto al 17,2% dell’esercizio 2002, mentre al netto delle rettifiche su avviamenti si attesta al 20,1% (19,6% nel 2002). L’utile per azione si attesta a 31 centesimi rispetto ai 29 del precedente esercizio (+6,9%). Il risultato di gestione raggiunge i 4.762 milioni, in sviluppo del 2%, l’incremento si porta al 4,1% se depurato dall’effetto cambio. Nel 2003 infatti sui risultati economici hanno influito le svalutazioni rispetto all’euro sia dello zloty polacco (-14,5% a/a) sia del dollaro (-17% a/a). L’evoluzione del risultato di gestione è determinata da una crescita del margine d’intermediazione, (+1,8% a/a, +3,9% a/a a cambi costanti) e da un contenuto incremento dei costi operativi, (+1,6% a/a, +3,7% a/a a cambi costanti). Il cost/income si mantiene su ottimi livelli attestandosi al 54,5% rispetto al 54,6% dell’anno precedente. Il margine d’interesse raggiunge i 5.088 milioni (-3,8% a/a, –1,8% a/a a cambi costanti). La flessione di questa voce di conto economico è riconducibile principalmente agli effetti della sensibile riduzione dei tassi di mercato a breve nel corso dell’anno (Euribor 1m da 3,36% di dicembre 2002 al 2,38% di dicembre 2003, -98 p.B.) Il quarto trimestre evidenzia, comunque, un recupero rispetto al terzo trimestre del 2003 con un aumento del 3,1%. I crediti a clientela hanno raggiunto i 126,7 miliardi, dei quali 4,5 miliardi provenienti da Abbey National Bank Italia (Anbi), società specializzata nel settore dei mutui, la cui acquisizione è stata perfezionata a fine anno. La crescita dei crediti, calcolata su basi omogenee, al netto quindi del contributo di Abbey, si colloca al 5,9% rispetto al dicembre 2002, con una accelerazione nel quarto trimestre rispetto al terzo (+3,8%). La componente degli impieghi più dinamica è risultata quella a lungo termine (+10,7% a/a per i mutui, +14,2% per i contratti di leasing) Il complesso dei crediti dubbi netti con clientela si è attestato a 4,7 miliardi registrando una crescita dell’8,2% a/a. Tale dinamica, principalmente riconducibile alla estrema debolezza del ciclo economico in Italia, non ha deteriorato il rapporto tra crediti dubbi netti e totale dei crediti che si è collocato al 3,72% (3,73% nel 2003). Anche il rapporto sofferenze nette su impieghi ha mantenuto gli stessi livelli dell’anno precedente (1,87%). Il rapporto di copertura sul totale dei crediti dubbi risulta pari al 47,1% e quello sulle sofferenze si attesta al 59,7%. La raccolta diretta si è portata a 135 miliardi in aumento del 4,5% su dicembre 2002 e dell’8,4% nell’ultimo trimestre. La raccolta indiretta, pari a 236,9 miliardi mostra una crescita del 10,6% a/a, a perimetro comparabile escludendo il contributo di Ing che conferisce al Gruppo 2,7 miliardi di raccolta gestita. All’interno del comparto la componente amministrata registra un incremento dell’11,4% a/a (122,8 miliardi a fine 2003), mentre la crescita del gestito, penalizzata dal deprezzamento del dollaro, si attesta al 9,7% (114 miliardi a dicembre). I proventi di intermediazione e diversi, sono pari a 5.377 milioni, in crescita del 7,7% a/a sostenuti principalmente da un aumento dei proventi da operazioni finanziarie (+21,9% a/a), grazie soprattutto all’attività per la gestione dei rischi finanziari della clientela corporate. Le commissioni nette, pari a 3.316 milioni, hanno mostrato un profilo trimestrale in crescita nel corso dell’anno, registrando un incremento a fine anno del 2,8% (4,8% a cambi costanti). Il recupero rispetto all’anno precedente è stato sostenuto dalle commissioni sui servizi di gestione e amministrazione del risparmio che registrano una crescita del 3,1%, anche grazie al più favorevole andamento dei mercati azionari. All’interno del comparto la dinamica più sostenuta è registrata dalle commissioni sul collocamento di prodotti assicurativi (+30,8%) e da quelle sulla negoziazione e collocamento titoli (+42,2%). L’apporto al flusso di commissioni dei settori di attività diversi dai servizi di gestione e amministrazione del risparmio registra un incremento complessivo rispetto al 2002 del 2,3%. Tale dinamica è sostenuta dalle commissioni sui crediti di firma e finanziamenti (+9,4%), anche grazie all’attività di organizzazione finanziamenti svolta da Ubm, e dalle commissioni sull’attività esattoriale. I profitti da operazioni finanziarie raggiungono 1.288 milioni, con un incremento del 21,9% a/a, sostenuti dall’attività per la gestione dei rischi finanziari della clientela corporate, sviluppata soprattutto nella prima metà dell’anno. I costi operativi, pari a 5.703 milioni, registrano un incremento dell’ 1,6% sul 2002 (+3,7% a/a a cambi costanti), per effetto di un aumento dell’1,6% a/a delle spese amministrative e dell’1,3% a/a delle rettifiche di valore su immobilizzazioni immateriali e materiali (esclusi gli avviamenti). All’interno delle spese amministrative quelle relative al personale crescono del 2,9% a/a, mentre le altre spese sono rimaste sostanzialmente stabili. Le rettifiche di valore su avviamento e su differenze di consolidamento sono pari a 264 milioni, delle quali 98 milioni relative al gruppo Pioneer, 69 milioni al Gruppo Pekao, la restante parte relativa alle più recenti acquisizioni (in particolare Zivnostenska, Momentum, Koc e le nuove quote di Banca dell’Umbria e Cassa di Carpi). Gli accantonamenti per rischi ed oneri sono pari a 230 milioni (164 milioni nel 2002), comprendenti uno stanziamento di 39 milioni relativo alla stima sui possibili indennizzi ai clienti del Gruppo detentori di obbligazioni Cirio. Le rettifiche nette di valore su crediti e su accantonamenti per garanzie e impegni, si attestano a 957 milioni contro i 1.017 milioni del 2002 (-5,9%). Tale riduzione è spiegata dalla marcata contrazione della Divisione New Europe (minori rettifiche nette per 276 milioni, pari al 66%), per la presenza nell’esercizio 2002 di rettifiche a carattere straordinario nelle valutazioni dei crediti del Gruppo Pekao, in parte compensata da maggiori rettifiche delle componenti italiane del Gruppo per 216 milioni. Queste ultime sono prevalentemente riconducibili a svalutazioni per 153 milioni apportate ai crediti verso il gruppo Parmalat (pari all’ 80,5% dell’esposizione totale lorda). Rileva peraltro che lo stock di rettifiche per rischio fisiologico insito nei crediti vivi si è incrementato di 239 milioni rispetto a dicembre 2002 in seguito ad accantonamenti in buona parte apportati a fronte di esposizioni nei confronti di settori industriali, tra cui quello automobilistico, che più stanno risentendo dell’attuale debolezza ciclica. La copertura del Gruppo sul totale dei crediti in bonis si porta a fine anno allo 0,97%. Le rettifiche di valore sulle immobilizzazioni finanziarie, al netto delle riprese, sono pari a soli 10 milioni (contro i 295 dell’anno precedente) risultanti da rettifiche su partecipazioni di importo unitariamente contenuto. L’apporto della componente straordinaria è stato pari a 215 milioni rispetto ai 365 milioni del 2002. Tra gli importi più significativi che incidono su tale saldo si segnalano 42 milioni di realizzi da cessione di partecipazioni (in particolare Polcard, Kataweb, Intesa Holding), 94 milioni da cessioni di immobili, 97 milioni da eccedenze su precedenti accantonamenti e, tra gli oneri, 31 milioni per incentivi all’esodo. Le imposte sul reddito sono pari a 1.386 milioni, in aumento del 4% rispetto all’anno precedente. L’incidenza delle imposte sull’utile lordo scende al 39,9%, dal 40,4% del bilancio 2002, grazie alla riduzione dell’aliquota Irpeg. L’utile di periodo si porta così a 2.090 milioni, in crescita del 6,3% sul 2002. La quota di terzi di tale utile, pari a 129 milioni, registra una diminuzione di 37 milioni spiegata dalla presenza nei terzi dell’anno precedente degli utili non ancora di pertinenza del Gruppo (Koc, Zivnostenska, quote di Banca dell’Umbria e di Cassa di Carpi acquisite quest’anno e Gruppo Zagrebacka per il periodo precedente l’acquisizione). L’utile netto di pertinenza del Gruppo si attesta pertanto a 1.961 milioni, in aumento dell’8,9% rispetto ai 1.801 milioni dell’esercizio precedente. Il patrimonio netto di pertinenza del Gruppo si attesta al 31 dicembre 2003 a 13.013 milioni (12.261 milioni a fine 2002). Il Core Tier 1 si attesta al 7,0% da 7,2% nel 2002, il Total Capital Ratio raggiunge l’11,1% (da 11,9% nel 2002). La struttura del Gruppo 2 a fine dicembre era composta da un organico di 70.851 dipendenti, in riduzione di 72 unità nei dodici mesi, da una rete di 4.637 sportelli (+ 29 unità su dicembre 2002). Il Consiglio di Amministrazione ha altresì approvato il progetto di bilancio della Capogruppo Unicredito Italiano che ha riportato un risultato netto di 1.793 milioni, rispetto ai 1.398 milioni dell’esercizio precedente. Grazie a tale risultato viene proposta all’Assemblea ordinaria degli azionisti la distribuzione di un dividendo unitario di euro 0,171 per le azioni ordinarie e di euro 0,186 per le risparmio, entrambi superiori rispettivamente dell’ 8,2% e del 7,5% ai livelli dell’anno precedente con un rendimento complessivo (Dividend Yield 3 ) del 4,32%. Il dividendo, nell’ammontare deliberato dall’Assemblea medesima, sarà messo in pagamento il giorno 27 maggio 2004 con data stacco cedola il 24 maggio 2004. Contestualmente, il Consiglio di Amministrazione sottopone all’autorizzazione dell’Assemblea ordinaria degli azionisti l’acquisto di un massimo di nr. 190 milioni di azioni ordinarie Unicredit, del valore nominale di Euro 0,5, corrispondenti al 3% del capitale sociale e comunque entro il limite di legge. L’operazione in oggetto sarà realizzata nel rispetto dei limiti degli utili distribuibili e delle riserve disponibili risultanti dall’ultimo bilancio approvato. L’importo stimato sarà di 1 miliardo di Euro, in modo da garantire la distribuzione del capitale in eccesso agli azionisti come previsto dal piano industriale 2003-2006, nel totale rispetto degli obiettivi di patrimonializzazione del Gruppo (Core Tier1 ratio minimo di 6,8%). L’acquisto potrà avvenire in una o più volte e per un periodo di diciotto mesi dalla data di decorrenza stabilita dalla deliberazione assembleare. Al termine del piano descritto, sarà valutata l’opportunità di una eventuale riduzione del capitale sociale, da sottoporre all’Assemblea straordinaria, mediante l’annullamento delle azioni acquistate. La nuova struttura organizzativa per Divisione è pienamente operativa dall’inizio del 2003 con l’avvio delle tre nuove banche di segmento. Di seguito, un commento dei principali risultati economici e patrimoniali delle quattro divisioni (Retail, Corporate, Private & Asset Management, New Europe) che hanno contribuito alla performance di Gruppo 4 . La Divisione Retail La Divisione Retail ha riportato a fine 2003 un utile netto di 698 milioni. Più in dettaglio, il margine di interesse complessivo raggiunge 2.381 milioni, in flessione del 5,8% a/a. Tale dinamica è stata determinata da una crescita dei dividendi e altri proventi su 2 Kfs è stata considerata al 100% 3 Calcolato sulla media del corso azionario del 2003. 4 Il confronto con il 2002 può essere effettuato in modo puntuale solo per la New Europe, non essendo disponibili per tale periodo le risultanze economiche delle tre banche di segmento, per cui si è provveduto a ricostruire il conto economico fino al risultato di gestione a partire dai dati gestionali, in modo da ottenere un significativo confronto per tutte le divisioni. Partecipazioni legata all’attività di Tradinglab (101 milioni, +16,1% a/a) e da una contrazione degli interessi netti del 6,6% (2.280 milioni a fine 2003) imputabile alla sensibile riduzione dei tassi. I crediti a clientela, pari a oltre 48,8 miliardi, registrano un aumento del 7% a/a, grazie ad una crescita significativa dei mutui (ca. 30 miliardi, +12% a/a al netto dei volumi derivanti da Anbi) distribuiti sia dalla rete delle filiali, sia dalle reti alleate. Il peso dei mutui sul totale impieghi a clientela sale da un 64,7% ad un 70,8%. I proventi da intermediazione e diversi si attestano a 2.225 milioni, in crescita del 5% a/a grazie ad una tenuta delle commissioni nette (1.388 milioni, -0,4% a/a), ad un sensibile aumento dei profitti da operazioni finanziarie (219 milioni, +70% a/a, in parte legato al business di Tradinglab) e ad un lieve incremento dei proventi di gestione (618 milioni, +3,5% a/a). In particolare, l’andamento delle commissioni nette è legato alla crescita dei volumi lordi di nuova produzione dei prodotti assicurativi (5,4 miliardi) e al collocamento di prestiti obbligazionari per conto terzi (8,1 miliardi) che hanno compensato la riduzione nelle gestioni patrimoniali (7,4 miliardi, -28,2% a/a). La massa amministrata della clientela ammonta a circa 180 miliardi (+6,4% a/a), al suo interno la raccolta diretta si attesta a 60,2 miliardi, (+1,3% a/a) e la raccolta indiretta raggiunge i 119,8 miliardi, in crescita del 9,2% a/a. Nell’ambito della raccolta indiretta, la componente amministrata mostra un andamento particolarmente dinamico (67,5 miliardi, +14% a/a) sostenuta dai collocamenti obbligazionari e dalla ripresa delle quotazioni sui principali mercati azionari. Il risparmio gestito, pari a 52,3 miliardi, cresce del 3,5% a/a, dinamica spiegata da una tenuta dei fondi di investimento (28,8 miliardi, +0,2% a/a) e da un forte aumento dei prodotti di bancassicurazione (16 miliardi, +40,6% a/a). I costi operativi (2.966 milioni) mostrano una flessione dello 0,9% a/a, principalmente imputabile alla riduzione delle spese del personale (1.552 milioni, -1,4% a/a) dovuta ad una ridimensionamento dell’organico (-331 dipendenti, -1,3% a/a) che ha più che assorbito gli aumenti contrattuali (+1%). Le altre spese amministrative sono pressoché stabili a 1.277 milioni, +0,4% a/a, mentre le rettifiche di valore su immobilizzazioni immateriali e materiali (137 milioni) si riducono del 7,4% a/a. Il Cost/income a fine 2003 si attesta al 64,4%, stabile rispetto al 2002. Il risultato di gestione, pari a 1.640 milioni, è in lieve flessione sull’anno precedente (-0,8% a/a). Il totale delle rettifiche e accantonamenti ammonta a 319 milioni, tra cui 73 milioni relativi ad accantonamenti per rischi ed oneri (27 milioni accantonati per il rimborso dei detentori di obbligazioni Cirio) e 244 milioni per rettifiche nette di valore su crediti. Per quanto riguarda la qualità dell’attivo, il totale dei crediti dubbi ammontano a 1.997 milioni (+ 23,9% a/a) con un rapporto del 4,09% sul totale degli impieghi (3,89% a dicembre 2002). Il rapporto di copertura dei crediti dubbi si mantiene al 37,8%, sostanzialmente in linea con l’anno precedente (37,7%). Le sofferenze sono pari a 960 milioni (+16,5% a/a) e si attestano all’1,97% dell’ammontare complessivo dei crediti a clientela, (1,99% a inizio anno). Nel novembre del 2003 Unicredit Banca ha avviato un’importante iniziativa nei confronti delle imprese con fatturato inferiore ai 3 milioni di euro, offrendo a 430.000 piccole imprese non clienti, diffuse su tutto il territorio nazionale, fidi preapprovati per un totale di 13 miliardi di euro, senza ulteriori garanzie e quantificando l’ammontare degli affidamenti sulla base di un sistema avanzato di credit scoring e accettazione allineati ai parametri di Basilea 2. I fidi potenziali sono stati ripartiti come segue: 7 mld per un totale di 227.603 imprese nel Nord Italia, 3 mld per 104.675 imprese distribuite tra il Centro Italia e la Sardegna, altri 3 mld per 98.653 imprese del Sud Italia e della Sicilia. Nel 2003 gli sportelli della Divisione Retail ammontano a 2.898, in crescita di 20 unità sul 2002. Il numero dei dipendenti raggiunge 25.877 unità (- 331 rispetto al 2002). La Divisione Corporate La Divisione Corporate ha chiuso l’esercizio con un utile netto di 868 milioni. Il margine di intermediazione si attesta a 3.053 milioni, in crescita del 13,3% a/a: a tale risultato si perviene grazie al positivo contributo sia del margine d’interesse (1.512 milioni, +2,6% a/a), sia dei proventi di intermediazione e diversi (1.541 milioni, +26,1% a/a), di cui 903 derivanti da profitti da operazioni finanziarie (+35,6% a/a) e 574 milioni da commissioni nette (+13,9% a/a). Anche gli altri proventi netti hanno evidenziato un trend in crescita (64 milioni, +23,1%). La dinamica del margine d’interesse è spiegata dall’incremento degli impieghi a clientela della divisione (al netto dei pronti contro termine), che raggiungono i 62,8 miliardi in crescita del 12,2% a/a, principalmente grazie all’evoluzione dei crediti di Unicredit Banca d’Impresa (47,6 miliardi, +16,3% a/a) e di Locat (7,4 miliardi, +14% a/a). In uno scenario di debolezza ciclica, Unicredit Banca d’Impresa è stata in grado di proseguire nella ricomposizione del suo portafoglio verso le classi di rating migliori riuscendo a migliorare il rating medio da 5,39 a 5,31. Allo stesso tempo lo share of wallet sulla clientela (società non finanziarie) è passato dal 10,5% del 2002 all’11,6% a fine 2003. I debiti verso clientela della Divisione Corporate, al netto dei pronti contro termine, sono pari a quasi 11 miliardi, in riduzione dell’8,7% sull’anno precedente. I costi operativi (incluse rettifiche di valore su immobilizzazioni materiali e immateriali per 27 milioni, +3,8% a/a) ammontano a 941 milioni (+6% a/a). Le spese per il personale, pari a 515 milioni, registrano un aumento del 10,8% legato all’incremento di organico nella divisione (292 unità) e alla componente variabile delle retribuzioni sui buoni risultati del 2002. Le altre spese amministrative, invece, sono sostanzialmente stabili (399 milioni, +0,5%), grazie al forte impegno del gruppo nel contenimento dei costi. Il Cost/income migliora sensibilmente passando dal 32,9% del 2002 al 30,8%. Il risultato di gestione raggiunge 2.112 milioni, in crescita del 16,9% a/a. Le rettifiche nette su crediti si attestano a 580 milioni, con un quarto trimestre (265 milioni) più elevato rispetto ai primi tre trimestri, su cui impattano le rettifiche relative all’esposizione verso il Gruppo Parmalat (145 milioni). I crediti dubbi della Divisione ammontano a 1.594 milioni (+13,7% sul 2002) con un’incidenza del 2,51% sul totale crediti. Il rapporto di copertura dei crediti dubbi è sostanzialmente stabile rispetto all’anno precedente (40,4% vs. 40,6% nel 2002). Per facilitare l’accesso al credito delle Pmi, Unicredit Banca d’Impresa ha avviato una serie di campagne di erogazione prestiti a medio termine (cinque anni) non assistiti da garanzie, con tagli da 250.000 a 1 milione di euro. Le prime due iniziative sono state indirizzate a favore delle Pmi italiane di due aree produttive del Nord-est e del Nord Ovest del Paese. L’iniziativa si concretizzerà con l’emissione di “bond di distretto” il cui merito di credito è rappresentato da quello complessivo delle aziende che beneficiano del finanziamento. I bond saranno soggetti a rating da parte delle maggiori agenzie specializzate. Per il distretto Nord-est l’emissione del bond è prevista entro la metà di aprile 2004, mentre per il distretto Nord-ovest la campagna di erogazione terminerà il 31 marzo 2004 e il collocamento del bond è previsto per fine giugno dello stesso anno. L’importo complessivo dei crediti concessi è di 247 mln per l’area Nord-est (con oltre 500 Pmi). Per l’area Nord-ovest sono stati fino ad oggi concessi 360 mln a circa 800 Pmi. Nel 2003 gli sportelli della Divisione Corporate ammontano a 214, in linea con il 2002. I dipendenti sono 6.148 (+292 unità). La Divisione Private & Asset Management 5 chiude l’esercizio 2003 con un utile netto di 247 milioni. Il risultato di gestione si attesta a 389 milioni, lievemente in riduzione sull’anno precedente (-3,7%). Più in dettaglio, il margine d’intermediazione raggiunge 1.040 milioni (+1,3% a/a), grazie alla crescita del margine d’interesse (+9,2% a/a) e ad un lieve incremento dei ricavi da servizi (+0,6% a/a). Più in dettaglio, questi ultimi sono stati influenzati positivamente da un aumento delle masse medie in gestione di Pioneer (+2,6% a/a) e da una più elevata produttività dei promotori finanziari (Aum pro capite da 2,8 a 4,5 milioni, +60%). Hanno, invece, impattato negativamente l’asset mix (con una riduzione della componente azionaria) e la svalutazione del dollaro (-17% nell’anno). I costi operativi (inclusi ammortamenti per 29 milioni) si attestano a 651 milioni, in crescita del 4,5% a/a. Tale andamento è riconducibile al lancio di nuove iniziative commerciali e progettuali e al costo di integrazione dei promotori Ing. Il Cost/income è pari a 62,6% (60,7% nel 2002). Il risultato dell’esercizio è stato impattato in misura significativa da accantonamenti prudenziali effettuati da Unicredit Private Banking (pari a 22 milioni, di cui 12 accantonati per il rimborso dei detentori di obbligazioni Cirio) per rischi operativi ed a fronte di potenziali oneri futuri derivanti dall’indennizzo di obbligazioni Cirio alla clientela, a seguito di specifica valutazione da parte dell’apposita commissione istituita dal Gruppo. La Divisione Private & Asset Management gestisce ed amministra circa 150 miliardi di attività finanziarie, avvalendosi di circa 2.500 gestori di clientela tra dipendenti e promotori finanziari mandatari (a cui si aggiungono 700 promotori finanziari dopo l’acquisizione Ing). Di rilievo sono i risultati conseguiti dalle società di asset management e asset gathering (Xelion). Pioneer Investments, infatti, ha chiuso il 2003 con vendite nette pari a 9 miliardi (6,1 miliardi nel 2002), in crescita del 46,1% a/a con un andamento positivo in tutte le sue divisioni (Italia, Usa, International e Nuova Europa). Il patrimonio gestito ha raggiunto i 115,9 miliardi, +11,8% a/a, di cui 8,6% a/a relativo alla raccolta netta e 3,2% a/a alla performance di mercato, quest’ultima parzialmente penalizzata dal deprezzamento del dollaro rispetto all’euro. Xelion ha realizzato una raccolta netta totale in crescita dell’84,6% a/a (1,9 miliardi) con una quota di mercato del 14%, che ha portato la società al primo posto nella classifica del settore delle reti di vendita (fonte: Assoreti). La Divisione Nuova Europa Nel corso del 2003 la Divisione Nuova Europa ha ulteriormente rafforzato la propria posizione di leadership nella regione (oltre 174 milioni di abitanti) e con prospettive di forte crescita e riduzione del costo del capitale, grazie al processo di convergenza e all’entrata di alcuni paesi nella Ue, già dal maggio 2004. 5 Il perimetro della Divisione si è allargato con le Sgr lussemburghesi (ad agosto) e di Unicredit Fondi Sgr (a dicembre). I primi tre trimestri ed il 2002 sono stati ricalcolati conformemente al nuovo perimetro. Di seguito un’analisi delle principali componenti economico-patrimoniali della Divisione, valorizzate a cambi costanti. L’utile netto del periodo della Divisione si è attestato a 427 milioni, di cui 307 milioni di pertinenza del Gruppo, mostrando, quest’ultimo, un aumento del 45,5% a/a. Il margine di intermediazione è pari a 1.619 milioni, in flessione del 3,2% sull’anno precedente. Tale andamento è fortemente condizionato dal margine d’interesse (1.042 milioni, -3,3% a/a) e dai profitti da operazioni finanziarie (110 milioni, -43,3%), questi ultimi in significativa flessione per la presenza di ricavi non ripetibili nei risultati dell’anno precedente. La caduta del margine d’interesse è principalmente legata alla forte riduzione in Bank Pekao (511,2 milioni, -18,7% a/a) riconducibile sia alla diminuzione dei tassi di mercato (il tasso di riferimento è sceso dal 6,75% al 5,25%) con conseguente contrazione del margine dei depositi, sia alla riduzione dei volumi intermediati. I crediti verso la clientela 6 della divisione si attestano a 11,8 miliardi, in crescita del 3,5% a/a (-5,7% a/a a cambi storici). I debiti verso clientela 7 raggiungono i 20,1 miliardi (+0,2%) rimanendo sostanzialmente stabili (-8,6% a cambi storici). Il calo del margine d’interesse è stato parzialmente arginato con la forte crescita delle commissioni nette (418 milioni, +26,7% a/a), legata allo sviluppo nella distribuzione di prodotti di risparmio gestito. La severa politica di controllo delle spese adottata dalle banche della Nuova Europa si è tradotta in un limitato aumento dei costi operativi (904 milioni, +3,6% a/a). Più in dettaglio, le spese per il personale, pari a 446 milioni, aumentano del 7,5% a/a a causa di un incremento della parte variabile delle retribuzioni bilanciato da una diminuzione delle altre spese amministrative (336 milioni, -4% a/a). Le rettifiche di valore su immobilizzazioni materiali e immateriali (122 milioni) crescono del 13% sul 2002 principalmente per gli investimenti legati ai sistemi informativi (soprattutto in Pekao). Il Cost/income si attesta al 55,8%, in aumento sull’anno precedente (52,2%, ai cambi di fine 2003). Nel 2003 sono stati implementati numerosi progetti e interventi volti a migliorare l’intero processo del credito (erogazione, scoring/rating, monitoraggio e recupero crediti). Questi ultimi, insieme all’introduzione di più stringenti politiche creditizie, specialmente in Pekao (5,2 miliardi di crediti a clientela, -12,6 a/a), hanno portato ad una notevole diminuzione delle rettifiche nette su crediti (139 milioni, -61,5% a/a), accompagnata da un miglioramento del coverage ratio sulle sofferenze (da 80% a 81,3%) e sui crediti dubbi (da 62,6% a 64,1%). I crediti dubbi raggiungono 1.022 milioni (+1% a/a a cambi costanti, in flessione del 9,7% a/a a cambi storici), le sofferenze sono pari a 395 milioni (+0,2% a/a a cambi costanti, -9,4% a/a a cambi storici). Il risultato di gestione si attesta a 715 milioni (-10,6% a/a). A fine 2003 il numero totale dei dipendenti della divisione è pari a 29.869 unità 8 (rispetto a 30.941 del 2002, -1.072 unità), gli sportelli ammontano a 1.355 (1.347 nel 2002). Il Cda ha altresì approvato un nuovo Piano di incentivazione triennale finalizzato a favorire lo sviluppo ed il consolidamento dei risultati nel medio termine attraverso l’assegnazione di stock 6 Al netto dei pronti contro termine 7 Al netto dei pronti contro termine 8 Comprensivo di Kfs al 100% option e performance share al top management, di restricted share al middle management e di azioni gratuite alla generalità dei dipendenti. Verrà richiesto all’Assemblea Straordinaria il conferimento delle necessarie deleghe al Cda.  
     
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