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Notiziario Marketpress di Lunedì 15 Marzo 2004
 
   
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  NUOVI STUDI INDICANO LA POSSIBILITÀ DI RIDURRE ULTERIORMENTE LE EMISSIONI DI CO2  
   
  Bruxelles, 15 marzo 2004 - Il 10 marzo è entrata in vigore la decisione del Parlamento europeo e del Consiglio che rende giuridicamente vincolanti in tutti gli Stati membri dell'Ue gli obiettivi e le restrizioni del protocollo di Kyoto del 1997. Ai sensi dell'accordo internazionale, l'Ue si è impegnata a ridurre l'emissione di gas a effetto serra dell'8% rispetto ai valori del 1990 nel primo 'periodo di impegno' (tra il 2008 e il 2012). Il biossido di carbonio (Co2) è il più comune tra i gas a effetto serra dovuti alle attività umane e responsabili del riscaldamento globale. Margot Wallström, Commissario europeo per l'ambiente, ha accolto con favore la decisione, affermando: 'Adesso abbiamo adottato tutta la legislazione comunitaria necessaria per rispettare gli impegni assunti con il protocollo di Kyoto. Come blocco compatto di ben presto 25 paesi, l'Unione europea ha la specifica responsabilità di assumere la leadership mondiale e spianare la strada agli altri paesi che seguiranno'. Il 4 marzo, nuovi dati resi pubblici da Ecofys, uno dei principali istituti di ricerca europei sull'efficienza energetica, hanno però indicato altre misure che potrebbero migliorare significativamente l'impatto della legislazione comunitaria approvata per ridurre le emissioni di Co2. La direttiva europea sul rendimento energetico degli edifici, entrata in vigore nel dicembre 2002, prevede miglioramenti nell'isolamento, nei sistemi di riscaldamento e raffreddamento e nei sistemi di generazione dell'energia, considerati mezzi per ridurre l'emissione di gas a effetto serra. L'uso di energia negli edifici e nel settore edilizio rappresenta oltre il 40% delle emissioni di Co2 in Europa, cioè più di tutte le varie forme di trasporto messe insieme. Nella sua versione attuale la direttiva prevede che tutti gli edifici di nuova costruzione e quelli già esistenti di oltre 1.000 mq sottoposti a ristrutturazioni importanti debbano rispettare severi requisiti di efficienza energetica. Secondo la relazione Ecofys, già nella sua forma attuale la direttiva 'avrà un impatto significativo sulle emissioni di Co2 del parco immobiliare europeo'. Ecofys stima che le emissioni di Co2 degli edifici negli attuali 15 Stati membri diminuiranno di 34 megatonnellate (Mt) all'anno entro il 2010 grazie alla direttiva. La relazione suggerisce tuttavia che se questa venisse modificata per includere tutti gli edifici rinnovati e le singole abitazioni private le emissioni di Co2 potrebbero essere ridotte nello stesso periodo di oltre il doppio. La ragione è che, con il 77% del totale, il settore residenziale costituisce la principale causa di emissioni di Co2 nell'edilizia. E le abitazioni private isolate, che raramente superano i 1.000 mq, vi contribuiscono con oltre il 60%. Ecofys conclude quindi che, 'poiché è prevedibile una notevole pressione sul settore edilizio affinché contribuisca agli obiettivi dell'Ue sul clima al di là di quanto potrà essere ottenuto applicando l'attuale direttiva [...], i legislatori a livello europeo e nazionale sono [...] invitati a intraprendere rapidamente azioni per sfruttare la sensibile riduzione potenziale delle emissioni offerta dal parco immobiliare europeo', in particolare includendo nella direttiva tutti gli edifici ristrutturati. La relazione Ecofys è stata preparata su richiesta di Eurima (European Insulation Manufacturers Association) e di Euroace (European Alliance of Companies for Energy Efficiency in Buildings). Infolink: http://www.Ecofys.com/com.htm  
     
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