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Notiziario Marketpress di Martedì 03 Febbraio 2004
 
   
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  DA LUNEDI’ 2 FEBBRAIO AL TEATRO STREHLER, LE BACCANTI DI EURIPIDE REGIA DI LUCA  
   
 


Milano, 3 febbraio 2004 - Lunedì 2 febbraio, alle ore 20.30, al Teatro Strehler, Le Baccanti di Euripide (traduzione Maria Grazia Ciani), atteso riallestimento della regia firmata da Luca Ronconi nell’estate 2002 per il Teatro Greco di Siracusa. Il secondo atto del viaggio di Ronconi nell’universo di relazioni fra umano e divino intrapreso con Prometeo incatenato di Eschilo – rivisto in scena allo Strehler la scorsa stagione - ci porta a Tebe, nel cuore di una storia di morte e follia, di fede e laicismo. «Il teatro greco è come un magnete che attira e ha attirato, un grande numero di reinterpretazioni e di riesami. La prova della sua rappresentabilità è che di fatto si rappresenta. E a mio parere sempre più si rappresenterà», così il regista. Le Baccanti, una delle opere più suggestive e misteriose del mondo antico, è densamente innervata di temi la cui eco è vivissima nella drammaturgia contemporanea: il dissolvimento delle strutture sociali, il declino dell’antico modello della polis, il problema, irrisolto, della condizione femminile, la questione dello straniero, sono alcuni dei molteplici spunti su cui Euripide invitava i contemporanei a riflettere. Ma Le Baccanti è soprattutto la cronaca dello scontro tra due mondi tragicamente incompatibili: l’uomo, che rifiuta di credere in una divinità e di abbandonarsi a un rituale che reputa assurdo, e la divinità, terribile nel suo pretendere totale obbedienza. «È troppo tardi: dovevate riconoscermi quand’era il giusto momento». Così dirà Dioniso ai superstiti della stirpe tebana, dopo che la baccante Agave, in preda al furore dionisiaco, avrà fatto a pezzi il proprio figlio, Penteo. «Le Baccanti - ribadisce Ronconi - è il testo in cui si mettono in scena i pericoli dell’incontro tra l’umano e il divino e la distruttività che l’incontro con il sacro può avere sugli uomini, se non mediato dal rito». Inoltre, nella programmazione milanese, la diversa frammentazione della “trilogia” ricomposta da Ronconi per Siracusa (Prometeo incatenato, Le Baccanti e Le Rane), fa reagire in modo più evidente il fluire dei temi nel dittico formato dalla successione Baccanti, appunto, e Rane. Accanto a Massimo Popolizio, impegnato, nel ruolo di Dioniso, a restituire la terribile ambivalenza del dio, tra furia distruttrice e fascino pericoloso e seduttivo, Antonio Zanoletti (Tiresia), Werner Bentivegna (Cadmo), Giovanni Crippa (Penteo), Riccardo Bini (Una guardia), Luciano Roman (Primo messaggero), Emanuele Vezzoli (Secondo messaggero) e Delia Boccardo nel ruolo di Agave (nella scorsa edizione interpretato da Galatea Ranzi). Inoltre (in ordine alfabetico), le corifee Franca Penone e Alvia Reale, il coro delle Baccanti composto da Antonietta Carbonetti, Elisabetta Femiano, Tea Sammarti, Mariangeles Torres, da 6 attrici dell' Ecole Nationale Supérieure des Arts et Techniques du Theatre – Lyon, da 8 attrici dell' Escuela Superior de Arte Dramatico – Barcelona, con la collaborazione di "Elsinor" – Barcelona e degli allievi e allieve del Corso Tofano della Scuola del Piccolo Teatro di Milano. I Tebani sono Domenico Bravo, Francesco Colella, Pasquale Di Filippo, Raffaele Esposito, Stefano Moretti, Michele Nani, Simone Toni. Le scene sono di Margherita Palli, i costumi di Gianluca Sbicca e Simone Valsecchi, i movimenti mimici di Marise Flach. Le luci sono a cura di Gerardo Modica e le musiche a cura di Paolo Terni. Lo spettacolo è una produzione del Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa, in collaborazione con Inda, Istituto Nazionale del Dramma Antico, e rimane in scena al Teatro Strehler, fino al 28 febbraio 2004. Per informazioni e prenotazioni: tel. 02 72 333 222
www.Piccoloteatro.org

 
     
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