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Notiziario Marketpress di Lunedì 12 Luglio 2004
 
   
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  SPOT ROULETTE RUSSA: AVVICINARSI AL LINGUAGGIO DEI RAGAZZI NON VUOL DIRE SUPERARE IL LIMITE DEL BUON GUSTO  
   
  Roma, 12 luglio 2004 - L’adoc protesta contro la nuova pubblicità progresso decisa dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, nella quale compaiono due ragazzi seduti l’uno di fronte all’altro compiendo il rituale della roulette russa, definendola ‘offensiva e di cattivo gusto’. “Ogni comunicazione – commenta il Presidente nazionale dell’Adoc Carlo Pileri -, specie se indirizzata ai ragazzi, deve mantenere una dimensione morale pur usando immagini e parole vicini al mondo giovanile: questa pubblicità secondo noi, fallisce quindi nel suo obiettivo principale”. L’adoc rende note numerose segnalazioni di protesta pervenute alle sedi dell’Associazione di tutta Italia e per questo chiede l’immediata sospensione dello spot, andato in onda anche in orari in cui poteva essere visionato da bambini. “Lo spot in questione – prosegue Pileri – lancia un messaggio fortemente provocatorio, codificato da una situazione assurda eppure riproducibile e da un linguaggio che vorrebbe far capire il contrario di se stesso. Può quindi avere diverse interpretazioni a seconda del soggetto che lo vede. Alcune di queste decodifiche secondo noi, sono addirittura rischiose”. Infine l’Adoc per riportare gli operatori tv, i produttori e gli stessi ideatori della campagna a una più ragionevole lotta contro la droga, ricorda il messaggio diffuso dal Papa nell’ambito della 38° giornata mondiale della comunicazione sociale, sottolineando lo scarso rispetto che questo spot presta ai principi sottolineati dal Santo Padre. “Una riflessione coscienziosa sulla dimensione etica delle comunicazioni sociali deve sfociare in iniziative pratiche, volte a eliminare i rischi per il benessere della famiglia che i mezzi di comunicazione sociale presentano, e ad assicurare che questi potenti strumenti di comunicazione rimangano fonti autentiche di arricchimento. Una particolare responsabilità, a questo riguardo, spetta agli stessi operatori delle comunicazioni sociali, unitamente alle autorità pubbliche e ai genitori”.  
     
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