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Notiziario Marketpress di Lunedì 12 Luglio 2004
 
   
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  IN 6 MILA ALLA SETTIMANA DELLA CULTURA AMBIENTALE DI GENOVA  
   
  Genova, 12 luglio 2004 - «I dati di questi cinque giorni ci danno già un’idea dell’interesse e dell’importanza del tema mare: sono state quasi 6 mila le presenze». Così Bruno Soracco, direttore generale di Arpa Liguria ha chiuso i lavori del Convegno internazionale su ambiente marino e costiero che ha concluso la prima Settimana della Cultura Ambientale di Genova. «L’efficienza del sistema portuale e più in generale dei trasporti marittimi non può prescindere dal rispetto delle norme a tutela dell’ambiente. Ma non solo: il sistema turistico ed economico della Liguria e in generale del Paese non può sottovalutare l’indotto legato alle attività in mare, per il mare e sul mare», ha sottolineato Soracco. E il saluto è diventato un invito a proseguire il lavoro. «Il Convegno su ambiente marino e costiero è solo al suo inizio: serve progettualità, attuazione concreta dei programmi e degli strumenti presentati in questi cinque giorni per dare vita in futuro ad un confronto su dati reali, su interventi tangibili al servizio di tutta la società, per Genova, che può essere un ponte sul Mediterraneo, per l’Italia e per tutti i Paesi Europei». Alla cerimonia di chiusura del convegno ha partecipato anche Raimondo Pollastrini, Ammiraglio della Capitaneria di Porto di Genova. «Sono soddisfatto, c’è un’attenzione straordinaria verso l’ambiente negli ultimi anni – ha detto – Nel ’70, quando sono entrato a far parte della Marina Militare, il mare non era visto come una risorsa. Quello che importava era solo tutelare gli scambi economici. Oggi, per fortuna, le cose sono cambiate». Giorgio Cesari, il direttore generale di Apat, ha poi ringraziato l’intero sistema delle agenzie per la protezione ambientale e le istituzioni, nazionali ed internazionali: «Una comunicazione che non ha privilegiato dibattiti interni e che ha voluto evitare qualsiasi forma di percezione distorta. Il confronto è comunque stato alla base dei dibattiti». Franco Orsi, assessore regionale all’Ambiente della Liguria: «Un evento internazionale che ha visto Genova e la Liguria impegnate su due fronti: fare ambiente e comunicazione ambientale. La Regione – ha ricordato Orsi – si è impegnata per il reperimento, a livello nazionale e comunitario, dei finanziamenti necessari per sostenere questo progetto. Inoltre, ha ricevuto durante la Settimana della Cultura Ambientale la certificazione Iso 14001 per le politiche ambientali adottate in questi anni». La delega dello Stato alle Regioni sull’inquinamento: un ingranaggio ancora da oliare - «La devoluzione delle competenze alle Regioni in materia di tutela delle acque dall’inquinamento è un meccanismo da perfezionare». Massimo Avancini, direttore del settore Tutela delle Acque e delle Biodiversità del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio (Matt); ha in questo modo sollevato i problemi di acquisizione da parte delle Regioni del know how di attuazione «dell’art 21 della legge numero 179 del 2002». «L’attività del Matt in questa materia è diminuita», ha aggiunto Avancini, ribadendo le funzioni di impulso del Ministero a garanzia del principio di sussidiarietà. La linea strategica da seguire? «A livello ministeriale – ha spiegato il dirigente – sono in corso i lavori per la redazione della normativa tecnica. E’ stato predisposto uno schema di regolamento sul quale si dovrà ottenere il consenso dei dicasteri concertanti (Attività produttive, Politiche agricole e Infrastrutture)», fermo restando il consenso della conferenza permanente Stato-regioni. Attivato anche un Gruppo di studi dell’Icram, l’Istituto Centrale per la Ricerca Scientifica e Tecnologica Applicata al Mare. Tra le questioni più rilevanti: la messa a punto di una tabella ad hoc di riferimento per lo scarico in mare aperto, l’inquadramento delle modalità di estrazione di materiale sabbioso dalle cave marine («Operazioni che devono avvenire secondo regole di compatibilità ambientale e a patto che il sito non si presenti “ambientalmente” sensibile») e lo studio delle modalità di applicazione della procedura di urgenza, determinate da intasamento dell’accesso portuale a causa di fenomeni meteo marini. Tutela del mare, è stagione di riforme legislative in Liguria - Sulla tutela del mar ligure è il momento delle riforme. Lo ha annunciato Franco Lorenzini, direttore del dipartimento pianificazione territoriale, paesistica e ambientale della Regione Liguria: «La Liguria vanta 357 chilometri di fascia costiera e 63 Comuni affacciati sul mare – ha detto – L’attività di gestione implica una pianificazione integrata della fascia costiera. Obiettivo prioritario: dotarsi di un programma di organizzazione dei porti turistici». Lorenzini ha illustrato l’attività dell’ente al convegno internazionale su ambiente marino e costiero che ha chiuso la Settimana della Cultura Ambientale di Genova. «La cultura della difesa del litorale dal mare e più recentemente dell’ecosistema marino e dei fondali in Liguria è stata ampiamente sviluppata – ha spiegato il direttore – L’integrazione è un concetto acquisito. Ora stiamo passando alla fase operativa: abbiamo i piani dei Comuni, quelli di bacino, di coordinamento provinciale, regionale, del demanio e una legislazione che ancora vede un’eccessiva sedimentazione di competenze su materie che sono sempre le stesse». Secondo Lorenzini, adesso è l’ora di compiere un passo avanti. «E’ necessario mettere in atto strumenti di controllo qualitativo dei progetti e metter mano a politiche di assetto alternative. La necessità impellente è identificare uno strumento di integrazione strategica e una legislazione orientata alla separazione delle competenze». La cooperazione per l’ambiente come fonte di sviluppo - Il 66% della popolazione mondiale vive in aree costiere. Il 20% è la quantità di petrolio e gas che vengono da giacimenti off-shore. Il 20% sono le proteine ricavate dal pesce e più di 1.000 bilioni di dollari l’indotto da attività marine. Questi i dati segnalati da Giuseppe Manzella, esperto di monitoraggio e sistemi di osservazione marina dell’Enea, durante il dibattito di chiusura della Settimana della Cultura Ambientale di Genova dal tema “Il trasporto marittimo e l’ambiente”. Manzella ha evidenziato così uno dei ruoli che organismi di ricerca, agenzie per l’ambiente e istituzioni competenti possono svolgere: monitorare per informare e dare previsioni su condizioni di navigabilità, qualità dell’acqua e balneabilità, gestione delle attività di pesca e agroculture, operazioni in mare e edilizia portuale. «Una delle priorità è quella della cooperazione regionale, nazionale e internazionale – ha detto l’esperto – di cui Agenzie e Capitanerie di Porto insieme ad enti e istituzioni possono e devono farsi portavoce». Energia, servono nuove fonti - Dodici milioni di tonnellate di oli trasportati via mare all’anno - per lo più greggio, ma anche nafta, semilavorati e prodotti chimici – di cui circa 3 mila viaggiano su circa cinquecento superpetroliere in attività al mondo. Questi i numeri del trasporto petrolifero nel mondo illustrati durante il Convegno Internazionale sull’Ambiente Marino e Costiero nell’Area Euro-mediterranea da Maurizio Gentilomi, il presidente di Aiom, l’associazione ingegneria off-shore e marina. «Numeri importanti che danno anche l’idea dei rischi cui si va incontro – ha detto – Ma l’industria petrolifera ha da anni sviluppato particolare attenzione alla sicurezza alla tecnologia e alla prevenzione». Il tema è quello del consumo smodato di energia, oltre il 40% della quale ricavata da idrocarburi fossili, cioè da fonti non rinnovabili. Nel medio periodo, nonostante l’allarme per il progressivo esaurirsi dei bacini – le previsioni affermano che tra meno di trent’anni avremo consumato già oltre metà dei depositi di idrocarburi esistenti – si pensa che il consumo possa aumentare di un 2-2,5 per cento all’anno. I dati sono stati illustrati anche per dare l’idea di quanti siano gli incidenti che negli ultimi anni hanno coinvolto petroliere di grandi dimensioni come Erika, Prestige e Haven. «Eventi sicuramente catastrofici, soprattutto per la grande visibilità dell’impatto – ha sottolineato Gentilomi – ma il rapporto con altri fattori di inquinamento va riletto con la stessa proporzione che esiste tra un disastro aereo, in cui perdono la vita decine e decine di persone». Per Gentilomi servono quindi «nuove strategie, attività di ricerca e sinergie tra istituzioni, enti di ricerca, imprese e cittadini per mettere in campo alternative energetiche in ogni ambito, dalla produzione industriale ai consumi domestici». Questo l’obiettivo e l’auspicio con cui si è chiusa la prima Settimana della Cultura Ambientale di Genova «per arrivare a progettare in concreto l’idea di sviluppo sostenibile che in questi giorni si è condivisa». Infolink: www.Sca2004.com  
     
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