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Notiziario Marketpress di Mercoledì 13 Aprile 2005
 
   
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  SCIENZIATI SVEDESI SCOPRONO UN FATTORE COMUNE ALLA BASE DI IMPORTANTI PATOLOGIE  
   
  Bruxelles, 13 aprile 2005 - Un gruppo di scienziati del Karolinska Institute e del Centro di medicina molecolare (Cmm) di Stoccolma, Svezia, ha comunicato di aver individuato una variante di gene comune come fattore di rischio alla base di una serie di patologie comuni quali le malattie cardiovascolari, i reumatismi e la sclerosi multipla. Per la prima volta questa scoperta, che potrebbe interessare milioni di persone, individua un gene come elemento di collegamento fra le malattie autoimmuni e le malattie cardiovascolari. "Questa variante di gene può pertanto costituire una delle principali cause genetiche uniche di malattie complesse che presentano componenti infiammatorie", afferma Fredrik Piehl, professore associato del Karolinska Institute e ricercatore presso il Cmm. "Esiste la possibilità che anche altre malattie siano influenzate da questa variante di gene. La scoperta in questione può favorire adesso la formulazione di diagnosi più affidabili e l'applicazione di trattamenti più efficaci per numerosi pazienti". In un articolo pubblicato sul sito di Nature Genetics, intitolato "Mhc2ta is associated with differential Mhc molecule expression and susceptibility to rheumatoid arthritis, multiple sclerosis and myocardial infarction" (L'mhc2ta è associato all'espressione differenziale della molecola Mhc e alla suscettibilità all'artrite reumatoide, alla sclerosi multipla e all'infarto del miocardio), gli scienziati rivelano che la variante di gene è stata individuata per la prima volta in un modello animale e successivamente studiata in una serie di gruppi di pazienti per determinare se esiste un legame con le malattie dell'uomo. Gli scienziati hanno scoperto che le persone che presentano la variante corrono un rischio superiore del 20-40 per cento di sviluppare reumatismi, sclerosi multipla o infarto del miocardio. La variante del gene è inoltre comune: si stima che ne sia portatore dal 10 al 25 per cento circa della popolazione. Quando la variante del gene è presente nell'organismo provoca una riduzione della produzione di alcune proteine della difesa immunitaria. Si è inoltre osservato che taluni virus e batteri influenzano il gene nel tentativo di eludere il sistema di difese immunitarie, spiegano gli scienziati - si tratta di una strategia cui ricorrono, ad esempio, i virus dell'Aids, dell'herpes e dell'epatite. "La scoperta rivela un nuovo settore di applicazione per le statine, farmaci assunti di norma per abbassare i livelli del colesterolo. È stato dimostrato che le statine riducono l'attività di questo gene e hanno quindi effetti antinfiammatori. Le statine sono state sperimentate su pazienti affetti da sclerosi multipla e hanno dimostrato la loro efficacia proprio in questo modo", conclude il professor Piehl. Per informazioni : Fredrik Piehl Tel: +46 8 517 798 40 or E-mail: fredrik.Piehl@cmm.ki.se  
     
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