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Notiziario Marketpress di Lunedì 18 Aprile 2005
 
   
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  I MERCATI AZIONARI USA ED EUROPA  
   
   Milano, 18 aprile 2005 - Usa Ampi ribassi delle quotazioni Nel mese di marzo i mercati azionari statunitensi hanno mostrato un andamento debole, imputabile tra l’altro ai nuovi drastici aumenti del prezzo del greggio. Il rincaro dell’oro nero ha registrato un picco prossimo ai 58 dollari al barile Wti, suscitando timori di una conseguente diminuzione dei consumi privati, ovvero del principale sostegno dell’economia. Ha influito negativamente anche il recente aumento del tasso di riferimento; non a causa dell’aumento del tasso dei depositi a vista di altri 25 punti base (come previsto), quanto piuttosto per la dichiarazione del governatore della Fed Alan Greenspan, secondo cui la pressione inflazionistica è in crescita. Ciò ha suscitato preoccupazioni circa un possibile futuro inasprimento della politica monetaria da parte della banca centrale, che porterebbe rialzi immediati dei rendimenti. Sul fronte delle imprese sono finite sulle prime pagine Gm e American International Group (Aig), uno dei maggiori gruppi assicurativi mondiali, i cui ribassi delle quotazioni hanno gravato temporaneamente sull’intero mercato. Il quadro congiunturale continua a mantenersi prevalentemente positivo, anche se alla fine non è stato in grado di offrire un sostegno ai mercati. Dopo il minimo toccato a quota 10.400 punti, il Dow Jones Industrial Average ha chiuso a 10.500 punti, corrispondenti a una flessione di due punti percentuali su base mensile. Anche l’indice tecnologico Nasdaq ha subito una perdita della medesima entità. La congiuntura continua a sostenere l’andamento della borsa La recente tendenza negativa evidenziata dai corsi dei mercati azionari Usa non va sopravvalutata. A nostro avviso i mercati continueranno a essere sostenuti dal robusto andamento congiunturale. Con una previsione di crescita del prodotto interno lordo intorno al 3,5 per cento per il 2005, il percorso di crescita resta intatto, anche se nell’anno corrente la dinamica rallenterà. Tale andamento dovrebbe tuttavia essere in gran parte anticipato dalle quotazioni e pertanto non dovrebbe generare malumori degni di nota sui mercati. Da parte delle imprese potrebbero però ancora provenire sorprese spiacevoli, in quanto a nostro parere sono ancora necessarie delle correzioni per quanto riguarda le stime sui risultati. Nel complesso tuttavia per il 2005 prevediamo una solida situazione degli utili con tassi di crescita sempre promettenti. Nell’anno in corso a Wall Street ci sarà comunque spazio per un potenziale di apprezzamento, sebbene interrotto da temporanee fasi di debolezza. Germania Ed Europa Andamento modesto Nel mese di marzo l’andamento dei mercati azionari europei ha risentito dei dati negativi provenienti dagli Stati Uniti e dei nuovi, drastici aumenti del prezzo del greggio. Solo verso la fine del mese l’umore si è disteso, consentendo di compensare le perdite subite in precedenza. Rispetto al mese precedente, quindi, nel complesso non si sono praticamente registrate variazioni delle quotazioni. Sul fronte della congiuntura la situazione è rimasta modesta e non ha quindi fornito lo spunto per dare impulso alle Borse. Neanche gli annunci delle imprese hanno messo le ali ai mercati. Il Dax ha chiuso a circa 4.350 punti, ovvero praticamente invariato rispetto alla chiusura di febbraio. Il Tecdax, al contrario, ha subìto una netta flessione del 3 per cento, a dimostrazione del fatto che nel comparto tecnologico hanno prevalso i timori circa i profitti. Ulteriore potenziale di crescita per le quotazioni Rispetto al futuro andamento dei mercati azionari europei manteniamo un atteggiamento assolutamente fiducioso. Gli impulsi necessari dovrebbero provenire soprattutto dalla situazione economica, nonostante il percorso di crescita ancora modesto delle borse. Siamo complessivamente ottimisti anche per quanto riguarda l’andamento degli utili delle imprese, e specialmente in Germania prevediamo addirittura altre sorprese positive sulla scia delle efficaci riduzioni dei salari e delle progressive misure di ristrutturazione adottate. Per i mercati europei, soprattutto per quelli della zona euro, si intravedono ulteriori vantaggi supplementari per gli investimenti in virtù delle valutazioni relativamente favorevoli. Questa è anche la ragione principale per la quale abbiamo optato per un sovrappeso degli investimenti in Europa e, al contrario, per un sottopeso negli Stati Uniti. Nel complesso nell’attuale fase congiunturale privilegiamo i titoli dagli utili elevati. Europa Orientale Temporanee prese di benefici Nel mese di marzo le borse azionarie dell’Europa orientale hanno registrato una netta flessione delle quotazioni. I fattori determinanti sono stati i crescenti timori per i tassi negli Usa, con le conseguenti liquidazioni di carry trades. Nella generale fase di calo delle quotazioni è venuto a mancare il consueto effetto positivo dei tagli dei tassi in Ungheria, Polonia e Repubblica Ceca. Tuttavia, in virtù dei solidi fondamentali, delle valutazioni favorevoli e del soddisfacente andamento dei profitti, in Europa orientale il clima borsistico è rimasto ancora positivo. Sul mercato azionario ceco l’attenzione si è concentrata sulla privatizzazione di Cesky Telecom. Vivace interesse ha suscitato anche l’acquisizione della Hansa Bank quotata in Estonia, acquisita dall’azionista di maggioranza Swedbank. In entrambi i casi sono stati offerti premi elevati sul corso attuale. Attesa nel breve termine, nuovo ottimismo nel lungo termine Viste le recenti flessioni delle quotazioni, confermiamo il nostro atteggiamento di prudenza rispetto alle borse dell’Europa orientale. Poiché nelle settimane a venire non si possono escludere ulteriori prese di beneficio, nel breve termine manteniamo un atteggiamento piuttosto attendista sia per i mercati dell’Europa Centro-orientale che per la borsa russa. A lungo termine vediamo però un potenziale di crescita delle quotazioni ancora interessante nella regione. Nei paesi della convergenza la volatilità sul fronte delle valute potrebbe tuttavia frenare la performance degli investitori stranieri. Analisi di Jens Wilhelm – responsabile settore azionario di Union Investment  
     
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