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Notiziario Marketpress di Lunedì 18 Aprile 2005
 
   
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  LA PRESSIONE SUGLI ACQUISTI NELLE AZIENDE EUROPEE SI AVVICINA AL PUNTO DI ROTTURA SECONDO UNA RICERCA, LE INIZIATIVE DI RIDUZIONE DEI COSTI FARANNO DEL 2005 "L'ANNO DELLE OFFERTE DI ACQUISTO"  
   
   Milano, 14 Aprile 2005 - Ariba Inc., ha pubblicato in collaborazione con il Centre for Management Development della London Business School e con la European School of Management and Technology (esmt) di Berlino i risultati di uno studio congiunto che esamina con cadenza annuale i comportamenti delle aziende europee in termini di acquisti. Dopo aver intervistato 227 responsabili acquisti delle maggiori aziende europee, lo studio ha evidenziato come gli obiettivi record di riduzione dei costi, le spinte all'efficienza, le pressioni emergenti legate alle conformità normative e la ricerca di nuovi fornitori stiano spingendo gli uffici acquisti verso un potenziale punto di rottura. I punti principali dell'indagine European Spend Agenda 2005 - realizzata da Vanson Bourne per conto di Ariba e da ricercatori appartenenti alle due istituzioni accademiche che vi hanno collaborato - sottolineano il crescente affidamento sugli uffici acquisti da parte delle aziende e la battaglia in corso per ottenere una vera visibilità sul corporate spending: Il procurement alla ribalta - Il 70% dei responsabili acquisti riferisce direttamente al consiglio di amministrazione, il 20% in più rispetto al 2004. Le aziende stanno imponendo agli uffici acquisti di tenere la spesa sotto controllo. La pressione sui prezzi - I responsabili acquisti cercano di ridurre i costi unitari di beni e servizi del 13,14%, in aumento rispetto all'8,3% dello scorso anno con il maggior incremento dell'ultimo quadriennio. Il 2005 è "l'anno delle offerte di acquisto" - Rivolgersi a una nuova base di fornitori è considerato un elemento essenziale per ridurre i costi unitari, e il 70% delle aziende intende diminuire la quantità di fornitori cui si rivolge. La pressione sulla visibilità integrale - Nonostante il loro status sia stato innalzato rispetto al passato, i responsabili acquisti considerano - in ragione di uno su tre - come sfida principale quella di riuscire a ottenere visibilità sui dati di spesa in modo da poter intraprendere decisioni migliori. La pressione per "fare la cosa giusta" - Con la crescente tendenza ad adottare policy di acquisto etiche, come ad esempio quelle che impongono di evitare il ricorso al lavoro minorile, gli uffici acquisti si trovano in prima linea nelle principali iniziative di Csr (Corporate Social Responsibility). Le policy di spend management sono stabilite dall'alto - Il 41% degli intervistati afferma che l'oggetto degli acquisti viene indicato dai consigli di amministrazione; nel 13% dei casi è addirittura coinvolto personalmente il Ceo. "Questa ricerca evidenzia come i responsabili acquisti stiano assumendo un ruolo da protagonista nei consigli d'amministrazione europei dal momento che la loro competenza nello spend management viene sempre più apprezzata", ha dichiarato Gérard Dahan, Direttore Marketing Sud Europa di Ariba. "Ma questo nuovo status è accompagnato anche da fortissime pressioni verso il raggiungimento di obiettivi da record - con l'aggravante dovuta all'importanza degli acquisti ai fini della conformità normativa e delle iniziative Csr. I responsabili acquisti devono quindi riuscire a rispondere a più esigenze contemporaneamente". L'indagine conferma la crescita del controllo che gli uffici acquisti stanno guadagnando in tutte le aree della spesa aziendale proporzionalmente a obiettivi di risparmio che sono aumentati significativamente rispetto agli anni recenti. I responsabili affermano di disporre di diritti formali di approvazione su aree chiave come i servizi (45%) e le materie prime o i beni diretti (41%). Il coinvolgimento del procurement nel processo decisionale dipartimentale pare destinato a crescere nel corso di quest'anno come conseguenza di questo nuovo livello di potere. "Non vi è dubbio che il 2005 paia essere destinato a diventare "l'anno delle offerte di acquisto" dal momento che le aziende dedicano risorse alle iniziative di sourcing strategico per ridurre la quantità di fornitori e ricavare risparmi maggiori", ha commentato Jamie Anderson, Programme Director del Centre for Management Development della London Business School. "Il procurement è destinato a un ruolo crescente nei consigli di amministrazione, ma assisteremo anche a nuove pressioni di non facile soluzione". Lo studio rileva anche una maggiore attenzione da parte dei responsabili acquisti verso l'efficienza dei loro uffici. L'obiettivo di efficienza del 2005 è cresciuto a una media del 16% rispetto al 9% del 2004 in funzione della ricerca di nuove strategie da parte delle aziende per centrare i target di risparmio complessivo. Il sourcing strategico è considerato come il mezzo migliore per tagliare i costi di procurement e per gestire la spesa, privilegiato dal 55% degli intervistati rispetto ad altre aree. Il 60% delle aziende europee intende procedere prioritariamente a una nuova valutazione dei contratti di servizio (quelli riguardanti aree come il marketing, il lavoro interinale e i servizi generali), tradizionalmente uno dei "buchi neri" per quanto concerne le spese. "Tuttavia è possibile analizzare solamente i contratti che è possibile quantificare e misurare", ha rilevato Muddiman. "Questa ricerca e la nostra esperienza ci dicono che la visibilità della spesa nei confronti del procurement è limitata al 30-40%, quindi centrare questi obiettivi non è per nulla semplice". Ottenere la visibilità sui dati di spesa per intraprendere decisioni migliori è considerata la sfida principale che attende i responsabili di questo settore, secondo quanto affermato dal 31% degli interpellati. Nei servizi, in particolare, il 37% ha ammesso di disporre di una visibilità inferiore al 10% della spesa, il che significa assenza di controllo sul 90% dei servizi acquistati. La principale ragione di questa situazione è imputata alla necessità di sistemi migliori per monitorare le attività di acquisto (22%). L'indagine mostra come la recente stretta sulla conformità normativa abbia incrementato le pressioni sul procurement: il 14% delle aziende analizzate dispone di iniziative per il controllo rispondente a leggi vigenti (come ad esempio quelle previste dalla legge Sarbanes-oxley), che nel 41% dei casi hanno reso più difficile il lavoro dei responsabili acquisti e nel 25% hanno aumentato la burocrazia. L'esigenza di essere riconosciuti per un comportamento di business responsabile allineato alle procedure Csr (Corporate Social Responsibility) è ora una parte ulteriore del ruolo professionale di chi segue il procurement. Il 37% delle aziende segue politiche di sourcing etiche e il 43% privilegia fornitori locali per incoraggiare la prosperità nel proprio ambito geografico. "La conformità normativa è da sempre nel vocabolario dei professionisti del procurement, ma di recente ha assunto un nuovo significato", ha ricordato Jamie Anderson. "La conformità normativa è ora la prima priorità corporate delle aziende, e il procurement ha assunto un ruolo centrale conseguentemente al suo innalzamento sulla scala delle priorità corporate. Se si aggiungono le sempre più diffuse iniziative Csr inerenti la selezione e la gestione dei fornitori, si ottiene un'agenda per i responsabili acquisti assai impegnativa". Il report European Spend Agenda, giunto alla sua quarta edizione annuale, ha seguito l'evoluzione del ruolo del responsabile acquisti. I ruoli più tradizionali del controllo dei costi e della gestione dei processi interni vengono sostituiti dalla pianificazione strategica, dalla gestione interdipartimentale e dai programmi di sourcing strategico, che richiedono tutti nuove competenze e conoscenze specialistiche. Roy Ayliffe, Director of Professional Practice presso il Chartered Institute of Purchasing and Supply (Cips), ha commentato: "Il procurement è oggi il fattore che accomuna la maggior parte delle decisioni corporate, e di conseguenza i professionisti che se ne occupano sono sempre più chiamati a specializzarsi in varie aree della vita aziendale. Dobbiamo pertanto fornire a questi operatori le giuste competenze e la formazione appropriata per far sì che possano raggiungere obiettivi tanto aggressivi e rispondere alle sfide future".  
     
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