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Notiziario Marketpress di Lunedì 18 Aprile 2005
 
   
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  UN RAGGIO VERDE COLLEGA LA TERRA CON LA STAZIONE SPAZIALE INTERNAZIONALE: SI COMPIE IL PROGETTO SPQR DE “LA SAPIENZA”  
   
  Roma, 18 aprile 2005 - Un fascio di luce verde collega gli abitanti della Terra e gli astronauti della Stazione Spaziale Internazionale (Iss) in orbita intorno al nostro pianeta: è il risultato del progetto Spqr (Specular Point-like Quick Reference), realizzato dalla Scuola di Ingegneria Aerospaziale de “La Sapienza” diretta dal professor Filippo Graziani. Il progetto si colloca nell’ambito dell’Italian Soyuz Mission “Eneide”alla quale partecipa l’astronauta italiano Roberto Vittori, partito dal cosmodromo di Baikonur domani. Spqr consiste nella emissione di un raggio laser che da una base terrestre vicino a Boston colpisce un retroriflettore collocato su un modulo russo della stazione orbitante. Il raggio riflesso costituisce un riferimento luminoso puntiforme indispensabile per processare immagini ad alta definizione, superando i disturbi dovuti alla presenza dell’atmosfera. In questo modo è possibile ottenere foto della Stazione Spaziale con una risoluzione di circa 20 centimetri, risoluzione con cui sarebbe probabilmente stato possibile individuare il danno che ha provocato la tragedia dello shuttle Columbia. Il raggio di ritorno potrebbe inoltre essere utilizzato dagli astronauti in orbita sulla Stazione Spaziale attraverso un alfabeto convenzionale di segnali luminosi, nel caso di un black out o di un guasto ai sistemi di comunicazione della stazione orbitante. Spqr, portato sulla Stazione Spaziale Internazionale dalla missione Progress senza uomini a bordo, attraccata il 2 marzo scorso, è già stato installato. I primi test sono iniziati e verranno completati con l’arrivo di Vittori sulla Iss. L’esperimento richiede precisione e perfetta sincronia; infatti la Iss orbita intorno alla Terra a circa 380 km di quota viaggiando alla velocità di oltre 7 km/s mentre la dimensione del retroriflettore è di soli 10 cm. Quando si accende il laser “È come se il telescopio stesse puntando il dito e dicendo: “Ecco lassù, potete vedere la Stazione Spaziale’ – sottolinea il professor Antonio Paolozzi, responsabile dell’esperimento - “E’ ovvio che i collegamenti via radio sono sempre presenti, ma il raggio laser ha di suggestivo il fatto che lo si vede: molte persone nei dintorni di Boston si saranno chiesti cosa fosse quando abbiamo effettuato il primo test”. All’osservatorio astronomico della Dexter School di Brookline Massachusetts, stanno lavorando, insieme ai colleghi americani, il dott. Manfredi Porfilio (payload developer dell’esperimento), studenti e laureandi della Scuola di Ingegneria Aerospaziale. Spqr è un esperimento che ha richiesto in tempi brevissimi il coordinamento di ricercatori e ingegneri delle tre nazioni che per prime hanno messo in orbita satelliti autonomamente: la Russia, gli Usa e l’Italia con il prof. Broglio anche fondatore della Scuola di Ingegneria Aerospaziale.  
     
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