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Notiziario Marketpress di Giovedì 18 Marzo 2004
 
   
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  IL TEOREMA BANCA-IMPRESA–CONFIDI FUNZIONA SOLO CON L’INTERAZIONE BASILEA II E IL SISTEMA ITALIANO DELL’ARTIGIANATO E DELLE PMI SCENARIO E PERCORSI POSSIBILI INDICATI DA ARTIGIANCREDIT LOMBARDIA IN UN CONVEGNO PROMOSSO DAL DIPARTIMENTO DI RICERCHE AZIENDALI DELL’UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PAVIA  
   
  Milano, 18 marzo 2004 - Promosso dalla Facoltà di Economia dell’Università degli Studi di Pavia, si è tenuto il 16 marzo il convegno sul tema “Basilea2: l’impatto sul credito alle Piccole e Micro Imprese e il ruolo dei Confidi”. L’obiettivo è stato quello di indagare sull’effetto che gli accordi di Basilea, sottoscritti dal sistema dell’intermediazione finanziaria internazionale, produrranno sulle Piccole e Micro Imprese, analizzando il rapporto Banca/impresa alla luce di questo cambiamento di portata epocale. I lavori hanno anche verificato il ruolo che in questo contesto assumono i Confidi, organismi promossi dalle Associazioni di categoria dell’artigianato e delle Pmi che, da decenni, rappresentano gli interessi delle piccole imprese nei rapporti con il sistema creditizio. Presente all’incontro con il suo consigliere di amministrazione Giuseppe Vivace, impegnato nella tavola rotonda “Basilea2: gli effetti sulle Pmi e il ruolo dei Confidi”, Artigiancredit Lombardia (la realtà che rappresenta 36 confidi operanti nella regione) ha indicato le risposte che le Piccole e Micro Imprese devono dare alle sollecitazioni provenienti da Basilea e che possono essere riassunte in tre ordini di intervento: rendersi trasparenti nel confronto con le Banche e, giustamente, ottenere uguale trattamento. Lo spazio sino ad oggi concesso alla interpretazione personale del rapporto Banca/cliente dovrà essere ancora presente ma non determinante ai fini del rapporto stesso. L’impresa dovrà ottenere la giusta considerazione sulla base di quanto effettivamente vale e non sulla base di valutazioni extra-aziendali. Adottare tutte quelle misure (assicurazione del credito, informazione sul cliente, richiesta di finanziamenti garantiti dai Confidi, ecc.) atte a presentare l’immagine dell’azienda capace di gestire la “Finanza d’Impresa”. Utilizzare sempre più massicciamente lo strumento “Confidi” non solo per finanziamenti finalizzati ad investimenti o credito d’esercizio, ma anche per arrivare ad essere “Aziende capitalizzate”, capaci quindi di far fronte alle proprie esigenze finanziarie anche in quei momenti particolari che contraddistinguono la vita dell’impresa. Il teorema Impresa-banca-confidi può funzionare solo se ognuno sarà in grado di adeguarsi ai cambiamenti e saprà interagire con le controparti senza avere la pretesa di prevaricare le ragioni e i diritti dell’altro: se l’Impresa non recepisce la necessità della trasparenza e dell’innovazione in tutti i processi aziendali; se la Banca non rinuncia alla tentazione di spersonalizzare completamente il rapporto con il Cliente e di applicare tassi di interesse estremamente elevati legati a parametri che tutto sommato non trovano reale giustificazione; se i Confidi non accettano la logica del cambiamento: non più solo rilascio di garanzia ma consulenza finanziaria piena e professionale alle aziende. Allora il Sistema Italia avrà probabilmente perso l’opportunità di crescita e di ammodernamento che oggi ci viene offerta da quelli che, sino a poco tempo fa, erano considerati ostacoli insormontabili anziché occasioni da cogliere per far rifiorire un comparto, quello delle Pmi, soffocato da un’economia e da un sistema non certo brillanti.  
     
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