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Notiziario Marketpress di Martedì 19 Aprile 2005
 
   
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  ASSOSIM, PROPOSTA DI DIRETTIVA EUROPEA SULLA “CAPITAL ADEQUACY”  
   
  Milano, 19 aprile 2005 – Proposta di Direttiva Europea sulla “Capital Adequacy”: 11 associazioni di intermediari finanziari ed imprese d’investimento europee esprimono una posizione comune affinché la regolamentazione di Basilea, espressamente indirizzata alle grandi banche, non sia imposta all’industria dei servizi d’investimento. L’indirizzo degli Organismi europei ha l’obiettivo di adeguare la normativa sul “Patrimonio di vigilanza” del settore creditizio e finanziario adottando, a livello europeo, le linee guida del nuovo Accordo di Basilea del 26 giugno 2004, più noto come “Basilea Ii”. Considerando che l’applicazione alle imprese d’investimento di norme studiate e calibrate in origine per banche che svolgono attività internazionale non sembra cosa opportuna, Assosim, al fine di rendere più incisiva la sua azione, da circa due anni ha associato le proprie istanze a quelle di altre 10 Associazioni nazionali di intermediari finanziari europei. L’obiettivo di quest’azione comune è finalizzato ad orientare la normativa in questione ad applicare alle imprese d’investimento gli stessi effetti di neutralità sul patrimonio di vigilanza che vengono applicati alle banche e ad evitare quindi effetti distorsivi o sproporzionati sull’adeguamento dei mezzi propri al dettato normativo in discussione. In effetti, la normativa attuale sul patrimonio di vigilanza impone ai soggetti destinatari regole che coprono i rischi di credito ed i rischi di mercato. Le disposizioni “Basilea Ii” stabiliscono degli adeguamenti di mezzi propri al fine di coprire ulteriori rischi: i rischi operativi, ma questo incremento è compensato, per gli istituti creditizi, da una riduzione proporzionalmente equivalente dei fondi propri destinati alla copertura del rischio di credito. Per le imprese d’investimento, non esercitando l’attività creditizia, l’applicazione tout-court di Basilea Ii comporterebbe un incremento significativo del loro patrimonio di vigilanza, rendendo più costoso l’esercizio dell’attività. Questo maggior impegno di capitale ed il suo costo potrebbero portare alla scomparsa di certe imprese d’investimento in Europa, impoverendo il mercato europeo dei capitali nel segmento a cui si rivolgono prevalentemente le piccole e medie imprese, abituali clienti degli intermediari finanziari. Si deve tenere conto anche del fatto che le imprese di investimento extraeuropee non dovranno sottostare ai “requirements” in discussione; ciò rappresenterebbe un notevole svantaggio competitivo per gli intermediari europei. Le undici Associazioni europee hanno redatto un Memorandum, posto all’attenzione della Commissione Europea, del Parlamento Europeo e delle Autorità nazionali. Questo documento, che spiega le specificità delle imprese d’investimento, richiede che la Direttiva Europea in questione ne rilevi gli aspetti e li consideri equamente sul piano normativo. Le Associazioni propongono agli Organi legislativi europei e nazionali che gli intermediari finanziari beneficino della medesima neutralità accordata agli istituti creditizi in materia di “Patrimonio di vigilanza”. Lista delle Associazioni che hanno sottoscritto il Memorandum : Association Belge des Membres de la Bourse : Abmb-bvbl : Belgium ; Association Françaises des Entreprises d’Investissement : Afei : France ; Association of Members of the Athens Stock Exchange: Greece; Associação Portuguesa de Sociedades Corretoras e Financeiras de Corretagem : Apc:portugal ; The Association of Private Client Investment Managers and Stockbrokers : Apcims : Uk; Associazione Italiana Intermediari Mobiliari : Assosim : Italy; Bundesverband der Wertpapierfirmen an den deutschen Börsen e V. : Bwf : Germany; The Association of Norwegian Stockbroking Companies : Nfmf : Norway; Raad van de Effectenbranche : Reb : Nederlands; Verband unabhängiger Vermögensverwalter Deutschland : Vuv : Gemarny; Swedish Securities Dealers Association : Ssda : Sweden.  
     
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