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Notiziario Marketpress di Giovedì 21 Aprile 2005
 
   
  Web alimentazione e benessere  
  UN’INDAGINE COMMISSIONATA DA KELLOGG’S A EURISKO RILEVA LA PERCEZIONE DEL SOPRAPPESO TRA GLI ITALIANI: IL 50% NON FA NULLA; DISPONIBILI PERÒ A PARLARNE CON IL PROPRIO MEDICO DI FAMIGLIA  
   
  Un’indagine commissionata da Kellogg’s a Eurisko per rilevare la percezione del soprappeso tra gli italiani ha messo in luce un dato molto interessante: delle persone che si “sentono” in soprappeso il 50% non fa nulla per perdere peso; ma gli stessi, ben il 71%, dichiarano di essere disponibili a fare qualcosa se fosse il proprio Medico a consigliarlo. Gerardo Medea, responsabile area metabolica Simg (Società Italiana di Medicina Generale) commenta: “Una grande maggioranza della popolazione si confronta regolarmente con il proprio medico su tutti gli aspetti di salute e di prevenzione. Il 70% è, purtroppo, soltanto un dato di disponibilità teorica, nella nostra esperienza. Tuttavia, in considerazione dell’elevata prevalenza del problema, un intervento educativo anche su una fascia relativamente più piccola di soggetti determinerebbe risultati sulla salute molto positivi e rilevanti a livello di popolazione”. Tra i maggiori problemi di salute pubblica, per non dire emergenze sanitarie del terzo millennio, sovrappeso e obesità si collocano senza alcun dubbio ai primi posti, sia per il loro costante e inarrestabile aumento nelle popolazioni dei paesi industrializzati, sia per le numerose comorbilità, quali diabete, ipertensione e dislipidemie. “Lo stesso scenario, tra l’altro, sta dilagando anche in età evolutiva, complici la scarsa attività motoria dei bambini e una dieta sregolata e profondamente sbilanciata” afferma Michele Carruba, farmacologo dell’Università degli Studi di Milano. “E’ dunque evidente che la multifattorialità e la complessità di queste condizioni patologiche impongono un approccio mirato e soprattutto multidisciplinare, nel quale peraltro la modificazione dello stile di vita, e in particolare delle abitudini alimentari, gioca un ruolo di primaria importanza”. In vista della bella stagione e della corsa alla forma a tutti i costi il messaggio degli esperti appare dunque evidente: le diete sono inutili e dannose, soprattutto se autoprescritte e finalizzate a una rapida e controproducente perdita di peso. “Un fenomeno, questo, particolarmente diffuso nel sesso femminile che spesso è espressione, oltre che di una pressione sociale, di uno stridente contrasto tra aspetto fisico e percezione della propria immagine corporea” osserva Arianna Banderali, presidente Aidap (Associazione Italiana Disturbi dell'Alimentazione e del Peso). Il miglioramento del proprio stile alimentare non può essere ricondotto ad un periodo più o meno lungo di dieta ma ad uno stile di vita più armonico da adottare quotidianamente. “Ecco perché l’alimentazione deve essere considerata uno strumento di benessere, strettamente connesso con il proprio stile di vita, e non deve essere affatto demonizzata” precisa Carruba. Ma, di fatto, come dovrebbe essere impostata una dieta ottimale? “Ciascuno di noi dovrebbe mangiare un po’ di tutto in quantità ragionevoli” osserva Carlo Cannella, Professore Ordinario di Scienza dell'Alimentazione, Università “La Sapienza” di Roma. “Non dobbiamo infatti dimenticare che l’alimentazione è e deve essere in primo luogo un motivo di soddisfazione e piacere, legato all’apprezzamento di una varietà il più possibile ampia di sapori e anche colori”. Un’alimentazione, quindi, all’insegna del buon senso e della responsabilità di ciascuno, basata sull’abbinamento corretto dei cibi, sulla moderazione e su una corretta ripartizione calorica nell’arco della giornata. Per instaurare una corretta educazione alimentare e promuovere il mantenimento di un peso corporeo adeguato, si dovrebbe incoraggiare fin dall’infanzia l’abitudine alla colazione, impiegando in particolar modo alimenti completi ed equilibrati, come i cereali pronti per la prima colazione.  
     
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