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Notiziario Marketpress di Giovedì 21 Aprile 2005
 
   
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  BIONOVA: PRESENTATO IL RAPPORTO ANNUALE EUROPEO DELLE BIOTECNOLOGIE  
   
  Padova, 21 aprile 2005 - Presentato ieri durante la sessione di apertura di Bionova (mostra convegno sulle biotecnologie e la bioingegneria), il "Rapporto Annuale per le Biotecnologie". Si tratta di un rapporto redatto annualmente dalla Commissione Europea per verificare l'attuazione e rendere conto dell'applicazione delle linee guida del "Piano di azione sulle Scienze della Vita e le biotecnologie". Il Piano d'azione, studiato dall'Unione Europea, si occupa dello sviluppo dell'attività di ricerca nel settore delle biotecnologie nei vari paesi dell'Unione. L' introduzione è stata curata da Line-matthiessen-guyader, rappresentante dell'Unione. Guyarden ha individuato come prioritario il settore delle Scienze della Vita e ha illustrato le due principali strategie di azione. La prima consiste nel creare una stretto rapporto di collaborazione e comunicazione all'interno del settore della ricerca di base, la seconda, conseguenza della prima, consiste nell'organizzare una rete fra gli istituti di ricerca, denominata "Network di eccellenza". Accanto a questi obiettivi di larghissimo respiro, il Piano d'azione si propone anche di incrementare i progetti di ricerca specifici, che sono principalmente volti a coinvolgere la piccola impresa, durante la fase dello sviluppo delle tecnologie. I settori di ricerca interessati sono essenzialmente due. Il primo è quello della genomica avanzata - come lo studio del genoma umano - il secondo, la sua applicazione concreta nella cura di varie malattie cardiovascolari e, naturalmente, del cancro, attraverso lo sviluppo di nuovi farmaci e nuove terapie, come ad esempio gli xeno-trapianti. L'italia partecipa con 223 progetti che coinvolgono in tutto 523 partecipanti, tra cui 43 aziende private. Dal 70 al 90 % dell’insieme dei progetti integrati e delle reti comunitarie ha un laboratorio italiano presente: è quindi un generale riscontro positivo, nonostante la partecipazione delle imprese sia ancora debole e la genetica di base resti il nostro “tallone d’Achille”, anche a causa degli scarsi finanziamenti a livello nazionale.  
     
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