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Notiziario Marketpress di Martedì 26 Aprile 2005
 
   
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  “DA MARTINI A MITORAJ. LA SCULTURA MODERNA IN ITALIA 1950-2000” IN PROGRAMMA NELLA PRESTIGIOSA BASILICA PALLADIANA DI VICENZA  
   
   Milano, 26 aprile 2005 - In un momento di grande rivalutazione della scultura e in particolare degli scultori italiani, il Comune di Vicenza - Assessorato alle Attività Culturali, in collaborazione con la Regione Veneto e Arthemisia, presenta una nuova importante mostra collettiva dedicata alla scultura della seconda metà del Novecento: “Da Martini a Mitoraj. La scultura moderna in Italia 1950-2000”, in programma dal 28 maggio al 25 settembre 2005. Si tratta di una rassegna di indubbio fascino, allestita nel salone superiore della prestigiosa Basilica Palladiana, che garantisce ancora una volta la felice valorizzazione reciproca tra il monumento storico-architettonico (Patrimonio Mondiale Unesco) e i moderni capolavori legati alla tridimensionalità. La mostra consente inoltre di accedere con biglietto unico alla Basilica Palladiana, attualmente non visitabile dal pubblico. Dopo il successo delle mostre di scultura già allestite negli scorsi anni nella Basilica Palladiana, dedicate a Luciano Minguzzi, a Domenico Rambelli, a Giacomo Manzù e alla scultura moderna in Italia della prima metà del Novecento, la mostra attuale è una nuova occasione per riportare l’attenzione del pubblico sull’arte scultorea dei maestri più significativi del secolo scorso. In rapporto di continuità con l’ultima rassegna dedicata alla prima metà del Novecento, la mostra si snoda attraverso un percorso storico dagli anni Cinquanta fino alle soglie del 2000. L’esposizione, a cura di Alessandra Zanchi e con il contributo scientifico di Rossana Bossaglia, si compone di 42 capolavori emblematici di 25 artisti (una selezione tra i nomi più rappresentativi) provenienti da raccolte pubbliche, fondazioni e collezioni private degli artisti e di collezionisti. Il fine è di illustrare le caratteristiche e i cambiamenti della scultura nel cinquantennio successivo alla seconda guerra mondiale. Attraverso opere di grande impatto visivo per le notevoli dimensioni e per la qualità stilistica, la mostra illustra le problematiche formali e tematiche affrontate dagli artisti, che a partire dalle lezioni storicamente affermate di Arturo Martini, Marino Marini, Giacomo Manzù e Francesco Messina, si aprono a nuovi percorsi, fino alle tendenze più attuali. Il percorso si snoda attraverso tre sezioni: Gli esempi dei “classici” La mostra si apre con alcuni esempi dei “classici”: Arturo Martini, con la splendida terracotta Cavalla che allatta, dal Museo Civico di Vicenza; Marino Marini, Giacomo Manzù e Francesco Messina, con alcuni esempi emblematici della loro produzione. Artisti che costituiscono il trait d’union con la rassegna dedicata al primo Novecento e che sono i punti di riferimento per le generazioni successive. Lucio Fontana e Fausto Melotti sono i portavoci delle prime nuove ricerche alternative alla scultura tradizionale e sono presenti con le opere più significative e centrali della loro produzione in ambito informale e concettuale. Tra figurazione e astrazione 1960 – 1980. Il percorso della mostra entra nel vivo con gli esiti scultorei, in continua oscillazione tra figurazione antropomorfa e astrazione come linguaggio delle forme e dei materiali, dagli anni Sessanta in avanti, ad opera di artisti nati nel ventennio compreso tra il 1920 e il 1940. La tendenza aniconica è esemplificata dalla nuova ricerca di Pietro Consagra sulla scultura “frontale” anti-tridimensionale e socialmente impegnata. Fedeli d’altra parte alle tre dimensioni, le sculture in marmo di Andrea e Pietro Cascella, le opere di Francesco Somaini, tra cui la Grande traccia nascita di Venere, di Arnaldo Pomodoro, con la celebre Colonna del Viaggiatore e di Giò Pomodoro, sono opere che, nel loro insieme, esprimono il bisogno di una grammatica nuova: una evidente dialettica tra gesto sulla materia di matrice informale, spesso con derivazioni decorative, e le ritrovate esigenze costruttive e strutturali della forma piena, sovente con ascendenze primitiviste e con sempre più spiccata vocazione ambientale. La ricerca astratta prosegue inoltre con la produzione di Carlo Ramous, Giuseppe Uncini, Giuseppe Spagnulo, Mauro Staccioli; autori che si confrontano con la tecnologia contemporanea e l’uso di materiali industriali (ferro, acciaio, cemento, ecc.) creando opere sempre più elementari ed essenziali, spesso non estranee tuttavia, come nel caso di Spagnulo, ad una posizione di impegno e denuncia sociale. La figurazione come espressione diretta di un messaggio ideologico resta invece punto di riferimento per artisti quali Alik Cavaliere, Augusto Perez, Giuliano Vangi (in mostra la celebre Figura femminile 64) e Floriano Bodini (di cui è esposto il Ritratto di un Papa del 1968), che ripartono dalle tradizionali premesse plastiche e realiste per affrontare il tema dell’uomo contemporaneo con immagini “forti” che ne enunciano lo stato di tormento spirituale, inquetudine e desolazione. La scultura dell’immagine e dell’oggetto che risente delle influenze della Pop Art in Italia è esemplificata infine dai risultati originali, tra il rassicurante quotidiano e il fantastico inquietante, di Mario Ceroli e Valeriano Trubbiani, espressioni di una vita moderna sempre e costantemente al limite della contraddizione. Luciano Fabro, esponente dell’Arte Povera, traduce invece in scultura la purezza di immagini allo stato originario (come la stella e l’oblelisco). L’ultimo ventennio. La mostra si conclude con uno sguardo alle tendenze dell’ultimo ventennio e alle ricerche che nel panorama di un’arte ormai senza limiti di tecnica e di spazio si possa ancora definire scultura. L’esempio di Mimmo Paladino (tra gli eredi della Pop Art in Italia) illustra come la scultura possa essere (a partire dal 1985 con le grandi opere in bronzo) un tra le molteplici tecniche sperimentate e scelte dall’artista per esprimere il proprio mondo interiore. D’altro canto l’attività di un artista straniero in Italia quale Igor Mitoraj, con la sua rilettura e interpretazione della scultura classica, dimostra come questa forma artistica, nel senso tradizionale e con materiali storici come il bronzo e il marmo, possa ancora stupire oggi. E-mail: stampacultura@comune.Vicenza.it  
     
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