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Notiziario Marketpress di Martedì 26 Aprile 2005
 
   
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  WATERWALL: UNA CASCATA D’ACQUA, CORPI SOSPESI, E ALTALENANTI SUL PALCOSCENICO DEL TEATRO SMERALDO  
   
  Milano, 26 aprile 2005 - Attualmente in tour in Messico, Cile, Argentina e Brasile “Waterwall” sarà al Teatro Smeraldo di Milano a partire dal 28 Aprile 2005. Una cascata di 16.000 litri d’acqua, 100 quintali di massa, 4 metri d’altezza e 10 di larghezza, 110 quintali di struttura metallica. Dopo aver conquistato il pubblico d’Europa e America, reduci dallo strepitoso successo in Corea, dopo aver vinto il Total Theatre Award 2003 al Fringe Festival di Edimburgo, aver partecipato all’Israel Festival 2004 e al Just for Laugh Festival 2004 di Montreal, Ivan Manzoni e il suo spettacolo “Waterwall” tornano in Italia, loro paese d’origine, per farci vivere nuove emozioni. Ivan Manzoni, direttore artistico e fondatore della Compagnia “Materiali resistenti dance factory”, formatosi professionalmente come ballerino con maestri di calibro internazionale, nel 1999 inizia a lavorare al suo progetto più ambizioso: tradurre sulla scena la volontà di superare le barriere architettoniche e linguistiche tradizionali della danza, sostituire la ricerca drammaturgica con lo studio delle po7tenzialità offerte dall’incontro/scontro tra la forza dell’acqua e le potenzialità del movimento. Da sempre, l’ingegnoso coreografo è stato affascinato dal possibile legame tra l’acqua e la danza. Dopo anni di studio a tavolino e ricerche preparatorie, alla fine degli anni Novanta riesce a realizzare praticamente ciò che per anni aveva solo immaginato: sperimentare la relazione tra i danzatori e una parete d’acqua. Grazie alle numerose persone che hanno creduto fin da subito al progetto e lo hanno finanziato, affitta un capannone fuori città e si mette al lavoro. Dapprima con un’equipe di ingegneri per risolvere le problematiche idrauliche della struttura in ferro e, successivamente, con un’equipe di light designer per creare effetti di colore e ritmo attraverso le luci sulla massa di acqua corrente. È poi la volta dello studio delle imbracature, ossia come permettere ai ballerini di compiere movimenti acrobatici sospesi in aria e della selezione dei ballerini che devono avere un fisico allenato per muoversi in apnea e sopportare la pressione dell’acqua. Oggi Ivan e il suo team sono costantemente impegnati su un duplice fronte: da una parte lo studio e la ricerca, dall’altra, portare lo spettacolo al pubblico di tutto il mondo. Un’imponente struttura metallica: è il cantiere aperto di un edificio mai costruito. Uomini in tuta da lavoro e casco con torcia elettrica si affaccendano per assicurarsi che tutto sia al proprio posto, sicuro, alla fine di una dura giornata di lavoro. La notte con i suoi sogni inizia a prendere il sopravvento sulla stanca realtà quotidiana e gli operai-danzatori si lasciano andare al gioco. Nascoste tubature perdono acqua. È divertente e liberatorio giocare con l’acqua, che lentamente comincia a impadronirsi della struttura metallica, con una forza sempre più dirompente, inarrestabile, fino a trasformarsi in una impetuosa cascata. Per i danzatori è l'ora di sperimentare la sua potenza. Acqua che zampilla, scorre, sempre più fragorosa fino a divenire torrenziale, una cascata impetuosa, un muro compatto, elemento naturale all’interno di un’impalcatura metallica. In un sogno all’interno del quale sembrano essere stati catturati, i corpi sospesi, altalenanti, immersi nello spazio fisico di aria, acqua e ferro si misurano con il brivido dell’altezza, sfidano le leggi della gravità per affrontare una nuova e suggestiva dimensione del movimento. Imbracature, corde elastiche e altalene costituiscono gli strumenti per affrontare questo spettacolare confronto. Giochi di luci e ombre, riflessi che modellano il flusso dell’acqua, mutandolo da velo trasparente a muro quasi impenetrabile, musica ipnotica e martellante sottolineano la ricerca di un gesto che si apre alle suggestioni dell'acrobatica. “Il linguaggio del corpo si articola sulla scena nella sua disarmante semplicità, la sperimentazione non segue il percorso della ricerca coreografica: quello che conta è creare un’emozione fatta di immagini, di colori e di musica scandagliati nelle profondità dei loro poteri ipnotici”. Questa è la ricerca secondo il coreografo Ivan Manzoni: serrato lavoro di rigore tecnico che trascende il linguaggio tradizionale della danza per costruirne uno nuovo, sorprendente, ai limiti dell'acrobazia. Coreografie nuove, estremamente diversificate, inserimento della danza in strutture architettoniche inusuali, duttilità che sa appropriarsi delle esigenze e delle sollecitazioni più svariate, passaggi ed ospitalità nelle città d'Europa, pubblici eterogenei: tutto questo è "Materiali Resistenti Dance Factory", officina dove la danza esplora le possibilità di rompere i confini che le sono stati imposti. Lo spettatore non deve far altro che lasciarsi catturare da un’intensa ed emozionante esperienza. Uno spettacolo di forte impatto visivo per un pubblico di ogni età. www.Smeraldo.it    
     
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